Angelo Paladino, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani sezione di Sala Consilina torna a parlare dell’attuale situazione inerente il carcere salese e, lo fa all’interno di una conferenza stampa, appositamente convocata sabato scorso. “Il 27 giugno ho annunciato pubblicamente che avevo scritto al sindaco e al consiglio comunale una lettera, credo molto garbata, con la quale chiedevo una cosa – afferma l’avvocato Paladino – visto che un magistrato di alto rango come il Presidente della Corte d’Appello aveva sollevato il problema della necessità di riaprire il carcere di Sala, ritenevo normale che di ciò se ne discutesse nell’ambito del consiglio comunale di Sala Consilina. Così come avevo chiesto alla Regione e alla Provincia di fare lo stesso. A ciò devo dire che ha fatto seguito una immediata risposta molto positiva dai consiglieri Tommaso Amabile e Luca Cascone che hanno chiesto la convocazione del consiglio regionale su questo argomento fissato per il 27 luglio. Ho ricevuto poi dal consigliere provinciale Giovanni Guzzo uguale disponibilità con la richiesta di consiglio comunale ed è recente la telefonata del presidente Strianese che mi comunicava che il 29 luglio si discuterà delle carceri. Sala Consilina non ha dato risposta immediata”. Paladino parla allora del suo rammarico: “Avevo chiesto di discutere dell’argomento nello scorso consiglio comunale a inizio mese, ma ciò non è stato fatto e adesso è stato convocato per il 24 luglio e il mio rammarico è che è stato convocato solo su richiesta del gruppo d’opposizione Salesi. Mi sarei aspettato allora che ci fosse stata una iniziativa del sindaco e della maggioranza. Ne prendo atto quindi che si discuterà il 24 luglio per volontà dell’opposizione. Non mi pare un buon segnale. Avrei chiesto una maggiore disponibilità al dialogo con meno arroganza di quella che c’è stata essendo l’argomento di primo interesse, non può il sindaco dire in una sua intervista che se ne sarebbe discusso a settembre ma mi ha fatto piacere che gli hanno fatto cambiare idea e se ne discuterà adesso. Adesso il ferro è caldo e va battuto. Anche Federico Conte ha abbandonato l’idea scellerata del tribunale del parco accorpando Sala a Vallo e si sta occupando del carcere. Adesso bisogna fare una iniziativa comune partendo da Sala Consilina per chiedere al Ministro come ha chiuso può riaprire dopo la sentenza del consiglio di stato e ormai sono passati due anni. La lettera del Presidente della Corte d’Appello lamenta un buco di due anni durante i quali c’è stato un silenzio assoluto da parte di tutti. Del Dap e del Ministro ma anche degli enti locali. Adesso bisogna chiedere al Ministro di riaprire il carcere e contemporaneamente il Comune di Sala Consilina deve chiedere di fare le opere di adeguamento del plesso di Via Gioberti, senza di queste è difficile dire riapriamo Sala. Chiediamo di fare le opere e chiediamo al Ministro di non mettersi dietro il Dap che è un organo di consulenza dello stesso Ministro. Il direttore del Dap lo nomina il Ministro, lo abbiamo visto con la vicenda di Di Matteo. Il Dap cioè fa quello che dice il Ministro. Questo lo dico anche al senatore Castiello che mette in mezzo il Dap e i burocrati. Nel 2004 il Ministro Castelli ha chiuso le carceri e le ha riaperte con il parere contrario del Dap e questo mi pare sia sufficiente, ora bisogna lavorare con amore e senza nessuna presunzione mettendo insieme la capacità di dialogo di enti, comuni, regioni e parlamentari prima della campagna elettorale. Tutto deve essere risolto entro l’estate e mi auguro venga fuori una risposta molto forte dai consigli comunali, provinciali e regionali, cosa che deve essere recepita anche dalla società civile. Il carcere non può essere lasciato nelle mani di un singolo o di un solo ente. Lancio l’appello allora alla solidarietà istituzionale e territoriale per uscire da questa situazione grave in cui il carcere è solo una punta perché ci sono altre situazioni molto gravi dal punto di vista sociale ed economico”.
Antonella Citro