Quanti aprono Google alla ricerca di un farmaco o di un sintomo che li affligge? Pare che l’80% degli italiani consulti il motore di ricerca per la sua salute. Gli argomenti più gettonati sono alimentazione, diabete, tiroide, disturbi del ciclo mestruale. Consultiamo il web anche per il mal di gola o per accaparrarci il miglior integratore, consigliato da chissà quale sito. C’è chi è solito dire ‘non vado mai dal mio medico’; ‘mi reco dal mio medico solo per le ricette’; ‘consulto google’; ‘ormai ho il farmacista di fiducia’. I medici di base negli ultimi tempi stanno rientrando in quelle figure che la popolazione tende a bistrattare. Ma è così? È ormai una figura relegata al solo scopo di prescrivere ricette?
Il medico di famiglia (di base o curante) è un medico specializzato in medicina generale. Interpreta i sintomi riferiti dal paziente; lo indirizza verso una diagnosi; prescrive esami diagnostici, esami ematochimici, la terapia più adatta; consiglia visite specialistiche. Oltre alla semplice prescrizione, deve avere un certo grado di sensibilità e delicatezza nel dialogo con l’assistito. Deve essere in grado di metterlo a proprio agio, così da permettergli di confidarsi. Dunque è indispensabile che si crei un rapporto di fiducia. Così da diventare un punto di riferimento, soprattutto nei momenti difficili. Possiede sì la sua cartella clinica, ma deve tenere in considerazione anche il contesto familiare e culturale, ambiente e stile di vita. Qualora il paziente sia impedito, è un suo obbligo assicurargli le visite a domicilio. Visite che sono venute meno durante l’emergenza sanitaria. Nonostante le limitazioni, molti di loro hanno continuato ad assistere i loro pazienti. Incoraggiandoli al telefono ed evitando il più possibile l’affluenza presso i loro studi. Sono e sono stati tra i soggetti più a rischio, per via dell’elevato numero di persone con cui entrano in contatto. E non dimentichiamo che – seppure consapevoli – mettono a repentaglio la loro stessa vita, ma continuano a garantire la loro presenza perché mossi da una missione. Infatti, hanno fatto da intermediari nella gestione dei contagi da Covid-19, sottoponendo il paziente ad una scheda di triage per poterlo indirizzare al meglio. Certo, l’emergenza, per quanto abbia oscurato i malati ‘ordinari’, non li ha cancellati. Infatti, hanno continuato ad avere le giuste cure o la dovuta assistenza.
La pandemia, tuttavia, ha cambiato i rapporti con il proprio medico. Spesso ci si recava in ambulatorio per il rinnovo dei farmaci o per un consulto. Oggi, è possibile scaricare la ricetta dalla propria e-mail. E si preferisce contattarli al telefono o recarsi di persona – previo appuntamento – nei casi più urgenti. Infatti, per quanto siano ricominciate le visite di routine, la paura continua ad avere il sopravvento. Si tende, così, a raggiungere gli studi medici solo in casi strettamente necessari. Ma ecco che qui subentra un altro problema. La maggior parte degli italiani, prima di chiedere consulto al proprio medico, preferisce affidarsi ad internet.
Cosa cercano gli italiani sul web in tema di salute? Sintomi, patologie, corretto stile di vita, la posologia di un farmaco e le eventuali controindicazioni. È stato notato che si tende ad approfondire in autonomia un sintomo o una diagnosi. Solo in un secondo momento si contatta il proprio medico per avere la sicurezza su quanto compreso e farsi poi indirizzare per ulteriori indagini. Non solo, la maggior parte consulta anche blog, forum, community per confrontarsi con chi ha già avuto una tale esperienza. Quindi, Google vince su tutto e il medico curante serve solo per prescriverci il farmaco ‘miracoloso’?
Il medico curante non può essere sostituito da un motore di ricerca né dai nostri sensi, che spesso ci suggeriscono di acquistare un farmaco pubblicizzato o di recarci da uno specialista senza che ve ne sia bisogno. Continuano a nascere molte pagine mediche – sui maggiori social network – gestite da specialisti, che mettono a servizio dei followers la loro esperienza. Divulgando e facendo luce, certo, su molte patologie. Però, il medico curante costituisce una figura di spicco nella nostra vita perché conosce la nostra personalità, il nostro stile di vita e può indirizzarci al meglio. I medici non stampano solo ricette, almeno gran parte di loro. Piuttosto preferiscono ascoltare, dedicare tempo ai loro pazienti. La competenza, la comunicazione, la fiducia, l’empatia si instaurano guardandosi negli occhi, non attraverso uno schermo.
Anais Di Stefano