A settembre la scuola riaprirà, in presenza. In Campania non è ancora ben chiaro quando. Prima il 24, ora forse tra il 14 e il 15 come nel resto d’Italia. Molte saranno le novità e per tutti, studenti, insegnanti, personale tecnico-amministrativo e ausiliario. In attesa di conoscere i dettagli, abbiamo chiesto a un’insegnante del Vallo di Diano come è stato insegnare durante l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e come sarà, a suo avviso, a settembre quando le scuole riprenderanno la didattica in presenza.
Giuseppina Battagliese lavora da dieci anni come insegnante prevalentemente su posto comune. Originaria di Vallo della Lucania (SA), si è trasferita a Teggiano (SA) per lavoro, dove insegna presso l’Istituto Maestre Pie Filippini.
Insegnare ai tempi del COVID-19: come descriveresti questo periodo?
È stato “rivoluzionario” rispetto alla didattica frontale che svolgiamo in classe. Questo nuovo modo di fare formazione ha determinato un’organizzazione immediata, dinamica e soprattutto flessibile per garantire la continuità della didattica e fronteggiare le peculiarità che una FaD (Formazione a Distanza) comporta, quali la velocità della linea, l’uso di strumenti tecnologici preposti alla formazione, l’organizzazione della classe virtuale, i software didattici ecc. Personalmente, mi ha entusiasmato molto programmare, creare, facilitare e rendere il più possibile fruibili e condivisibili gli argomenti didattici trattati, nonostante il carico di lavoro notevolmente aumentato. Noi insegnanti siamo fondamentali nel percorso di crescita di un bambino, soprattutto per la scuola primaria e dobbiamo essere pronti a fronteggiare qualsiasi tipo di difficoltà.
A tuo avviso, cosa è mancato di più ai tuoi alunni e quali le difficoltà che hai maggiormente riscontrato in loro?
Ai miei bambini è mancata moltissimo la scuola intesa come spazio fisico, ludico e la vicinanza fisica con me e tra i compagni. Le difficoltà maggiori sono state, soprattutto, di natura tecnica. Non tutti hanno a disposizione pc e tablet, quindi, hanno utilizzato i cellulari. Inoltre, la mancanza di una linea veloce stabile, non adeguatamente potenziata sul nostro territorio, spesso ha compromesso il caricamento e la consegna degli elaborati o ha causato l’interruzione della videolezione. Ciononostante, sono molto soddisfatta del lavoro che abbiamo svolto. I bambini sono molto versatili e imparano in fretta, sono stati bravissimi a capire come era organizzata la piattaforma. Preziosa è stata anche alla collaborazione con le famiglie.
Un anno perso per gli studenti?
Non è stato assolutamente un anno perso per gli studenti, anzi! Sono cresciuti non solo dal punto di vista didattico, ma soprattutto personale. Hanno imparato l’importanza delle regole e quindi del rispetto civico, del distanziamento sociale per il bene collettivo, della cooperazione e della collaborazione, dell’igiene personale delle mani. Più di tutto, hanno imparato l’importanza della vita familiare, dell’amicizia e del vivere quotidiano fatto anche di cose semplici.
“A settembre la scuola riaprirà per tutti. Abbiamo le soluzioni e abbiamo le risorse”, così la ministra Azzolina lo scorso 30 giugno. Sei d’accordo?
È doveroso per i bambini e i ragazzi riaprire le scuole a settembre, è importante garantire a tutti il ritorno in classe e riprendere la vera quotidianità scolastica. Molte decisioni verranno prese dai Dirigenti Scolastici, che sono impegnati in questo periodo, con non poche difficoltà, a mettere in campo tutte le risorse che hanno a disposizione per garantire la riapertura delle scuole in sicurezza.
Il Ministero dell’Istruzione ha appena pubblicato le linee guida del Piano Scuola 2020/2021. Come ti immagini a settembre?
Settembre inizierà con un ritorno a scuola diverso, con regole ben precise da seguire, ritmi scolastici diversi e con un’organizzazione della classe nuova. Come è avvenuto per la DaD a marzo, anche a settembre attingeremo alla creatività di noi insegnanti per trovare una modalità di insegnamento che si discosti poco dalla classica.
Quali sono le tue principali preoccupazioni?
Ho solo qualche perplessità sul riuscire a garantire il distanziamento soprattutto alla primaria visto che gli spazi e i momenti di condivisione sono tanti, a partire dal bisogno dei bambini di prima elementare di essere guidati manualmente al percorso di scrittura, alla correzione dei compiti. Poi, la ricreazione, i giochi, la pausa pranzo… o l’utilizzo di banchi circolari con le rotelle soprattutto per i bambini con bisogni educativi speciali (BES).
Intervista a cura di Angela Cimino