Del grande poeta ligure Eugenio Montale (Nobel per la Letteratura nel 1975) riporto una singolare,straordinariamente significativa frase:<È una poesia che ho sognato e poi tradotto da una lingua inesistente:ne sono forse più il medium che l’autore>>.Dunque,un extra senso permettente il valicare dell’energia asticelle normalmente insuperabili,costituite da mondi usualmente proibiti…Esplicitiamo alcuni concetti presenti nei versi di questa emblematica poesia,in essa un forte richiamo ad immagini.In effetti,l’iride è la “zona colorata” degli occhi nella quale l’occhio può dunque assumere le varie sfumature cromatiche. Variando settore, relativamente all’àmbito religioso, nel IV secolo il patriarca di Costantinopoli, Nestorio, formulò una dottrina eretica (Nestorianesimo),perno della quale era l’idea che in Gesù fossero presenti 2 distinte persone,2 nature staccate,non unite:una natura umana ed una natura divina. Con lo scisma del 431,la Chiesa Nestoriana ovvero la Chiesa d’Oriente,si separò dalla Chiesa Cristiana,il distacco durò un millennio, fino al 1552, allorquando si divise in 2 correnti: la Chiesa Cattolica Caldea e la Chiesa Assira d’Oriente. Nel componimento poetico IRIDE, Montale si rispecchia nell’eretico Nestorio che separò l’umanità di Gesù dalla sua divinità; Nestorio inoltre negò la maternità divina di Maria: Maria fu genitrice dell’Uomo Gesù. Nel Cristianesimo, la dottrina trinaria è caratterizzata dalla Unione Ipostatica, vale a dire che le 2 nature, umana e divina, in Cristo sono coesistenti,coese appunto in tale Unione Ipostatica, in equilivello con lo Spirito Santo.I critici letterari sono concordi nell’inquadrare IRIDE quale punto apicale, quale vertice della poesia Montaliana, ed in essa quale “chiave di volta” il tema del Redentore;”chiave di volta”, in àmbito scientifico,è la pietra centrale trapezoidale nelle strutture ad arco svolgente la funzione fondamentale di scaricare le sollecitazioni sui pilastri laterali, i Romani impiegarono le strutture ad arco in imprese monumentali quali il più grande anfiteatro del mondo,il Colosseo, ed in mastodontiche costruzioni,gli acquedotti. Dunque,nella seconda parte della poesia IRIDE, dopo un’allusione all’episodio evangelico di Zaccheo (ricco e odiato impiegato dell’impero romano che si convertì al Messaggio di Gesù), campeggia il «Volto insanguinato sul sudario» di Cristo, «maschera sul drappo bianco». Il tema onirico: perno del movimento artistico letterario Surrealista che nacque in Francia nel 1924 ad opera di André Breton fu il sogno, fenomeno psichico al quale sono state e sono dedicate innumerevoli rappresentazioni legate al grande potere comunicativo ed evocativo della Immagine, delle Note Musicali, del fluire della Parola e del Verso, e, in generale –secondo la convenzionale suddivisione dell’Arte in 7 tipologie– di tutte le forme di creatività; d’altronde il sogno è congeniale a qualunque espressione artistica, in fondo vengono attivate ‘energie propulsive’ correlate al sogno durante l’atto creativo in qualunque modalità esso venga esplicitato. L’anno della morte dello scrittore e pittore Carlo Levi, 1975 – era settantatreenne- coincise,come innanzi specificato,con l’anno del conferimento del Nobel a Montale.Levi,laureato in Medicina, coltivò ampi interessi culturali,coinvolgenti il campo pittorico e quello letterario; la sua prima opera letteraria (1945), Cristo si è fermato a Eboli, evocava le esperienze vissute durante la condanna al confino che subì allorquando scoprì, con grande trasporto e lacerazione interiore, il mondo contadino del meridione d’Italia;la narrazione si esplicava attraverso due contraddittorie modalità, percorreva diseguali sentieri storici: da un lato illustrava il fascino racchiuso nella mitologia primitiva, parallelamente prospettava lo scenario della “questione meridionale, fondamentale tema dei successivi lavori. Lo scrittore torinese, attivo anche in campo giornalistico, proseguì con le sue indagini e denunzie intorno alla depressione e sottosviluppo del Sud,pubblicando altri volumi,tra i quali ‘Le parole sono pietre’. Levi e Montale,due artisti le cui esistenze si intersecano in un “punto temporale”, l’anno 1975, nel quale confluirono i due eventi innanzi specificati. Un filo conduttore entro il quale scorreva la corrente energetica della creatività fu dunque quello pittorico; la poesia/pittura accomunò molti protagonisti della Letteratura del Novecento,tra i quali Quasimodo, Buzzati, Pirandello e Montale. Quest’ultimo,nel 1971,pubblicò un breve saggio riflessivo ed ironico intitolato ‘Il pittore’,una sezione appartenente al volume pubblicato per le edizioni Scheiwiller, ‘La poesia non esiste’.Ne esplico un passo:<Weltanschauung (Convinzione).Ora nel suo cranio non c’era proprio nulla di simile.Nato per non pensare,gli hanno fatto credere che deve invece dar forma e colore all’Idea>>.Ho dedicato una serie di elaborazioni a Montale (una di esse concerne Iride);due volumi,risalenti all’anno 1984:‘Luci bianche/Sol diesis/Bagliori di ghiaccio dedicati a Carlo Levi’.’Fenditure di un compositore anomalo’ (brani musicali,disegni ed acquerelli) sono stati il mio omaggio a Levi. Le due copertine ed una interpretazione di ‘Iride’ chiudono il presente scritto.
Giuffrida Farina