Non sempre nei Comuni è possibile tenere informati tutti i cittadini su quanto fa l’amministrazione in carica per veicolare le comunicazioni istituzionali e le informazioni utili. Anche quando si tratta di un’emergenza sanitaria, come quella da Coronavirus 19, i sindaci hanno saputo fare di “necessità virtù, stando in contatto permanente attraverso l’uso dei social e delle piattaforme web con i propri concittadini. Infatti, sono molte le iniziative alternative di comunicazione introdotte in questi giorni di emergenza dai sindaci.
Molti i sindaci hanno attivato strumenti comunicativi alternativi al web e ai social, per mantenere un contatto diretto con i cittadini, ascoltare le loro esigenze, informarsi sullo stato di salute e ricordare la necessità di restare a casa per combattere l’emergenza. Ciò sta avvenendo non solo nei piccoli comuni, dove è più facile e possibile il contatto diretto, ma anche in città più grandi. A favore della cittadinanza tutta ma con un occhio di riguardo per le persone sole ed anziane.
Chi chiama a casa delle persone sole per sincerarsi dell’esistenza in “vita”; altri si sono attivati ad invitare gli anziani ad uscire di casa prendendo le necessarie precauzioni; qualcuno ha organizzato un servizio aggiuntivo di assistenza domiciliare per la consegna della spesa quotidiana; i sindaci delle zone più colpite si sono spesi per informarsi sistematicamente sulle condizioni di salute delle persone contagiate e poste in quarantena; in molti piccoli comuni molti sindaci hanno bussato letteralmente ad ogni porta per convincere la gente sulla necessità di non uscire se non nei casi di estrema necessità; nei comuni più organizzati sono stati implementati gli addetti all’ascolto sulle piattaforme “Aelrt system” già esistenti …
Tutto questo va ad aggiungersi a tutte le incombenze relative alla “normale” amministrazione dei servizi che il comune eroga ai suoi concittadini: anagrafe, trasporti, acquedotto, raccolta e smaltimento dei rifiuti, pubblica illuminazione, manutenzione delle strade e del verde pubblico …
Questo e tanto altro ancora ha visto protagonisti i primi cittadini dei comuni con più di 5.000 abitanti e, ancora di più, dei borghi disseminati nell’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
È giusto dare atto ai nostri sindaci che fin dall’inizio della pandemia non si sono risparmiati nel rincorrere ogni possibile allarme, verificare la reale consistenza dei contagi segnalati, attivarsi per sbarrare l’ingresso nel territorio comunale eventuali possibili portatori del contagio provenienti da altri comuni o regioni …
I provvedimenti presi o i dinieghi che hanno pronunciato rispetto a persone che si incontrano ogni giorno in piazza o lungo le vie del paese hanno dovuto sempre passare al vaglio di un confronto serrato tra la necessità di salvaguardare il bene comune e la disperazione di chi avrebbe voluto che un figlio, un nipote, un conoscente potesse rientrare nella casa di un tempo per alleviare il confinamento nella solitudine di una abitazione troppo grande e troppo vecchia per poterla riempire solo con una “video chiamata”.
Eppure, gli uomini e le donne sindaci o amministratori investiti di questa estrema responsabilità nei confronti del dolore altrui hanno saputo rimanere umani nell’assolvimento del loro ruolo di “commissari” con pieni poteri nelle comunità che li aveva scelti come primi cittadini.
Certamente, dove i piani di zona erano attrezzati alla gestione dei problemi hanno reso relativamente più semplice la gestione delle problematiche. Dove si sono rivelati dei carrozzoni utili solo ad accontentare le clientele, i sindaci hanno dovuto guardare oltre e rimboccarsi le maniche per evitare un disastro sociale
Con il senno del poi, tutti potranno andare a fare le “pulci” su come i sindaci hanno affrontato l’emergenza. In qualche caso si troverà anche una qualche negligenza, ma solo chi non avrà avuto occhi per vedere e orecchie per ascoltare potrà sostenere che i sindaci non fatto, oltre al loro dovere, anche tutto quello che era nelle loro possibilità per fare argine all’onda lunga di una pandemia provocata da un virus subdolo e infido.
Bartolo Scandizzo