di Oreste Mottola [email protected]
PRIGNANO CILENTO. Il presidente giura che non si tratta di una promessa elettorale. Il 31 maggio Caldoro firmerà il protocollo d’intesa che prevede l’impegno della Regione a finanziare per 18 milioni di euro il completamento della strada che collegherà la Diga Alento con Stio Cilento. E’ il primo passo della tanto agognata “Strada del Parco”, la via che dovrebbe consentire di far diventare umani i tempi di percorrenza all’interno dell’area protetta. Era il 1952 quando quella strada che doveva collegare l’Alto Cilento con la costa iniziarono a costruirla e, a causa dei ristretti mezzi tecnici e finanziari del tempo, si fermò dopo pochi anni. Mancavano meno di tre chilometri alla fine. Impossibile superare dislivelli altimetrici e calanchi. L’Italia preferiva investire in ardimentose autostrade e poco nella viabilità interna. La realtà della diga dell’Alento, sorta intorno agli anni Novanta, e tutto ciò che vi sorge intorno ha fatto riscoprire quell’antico sogno interrotto. Il sorgere di nuovi vincoli e tutele arrivati in seguito al sorgere del Parco Nazionale del Cilento aveva contribuito a scemare le speranze. Di quella strada interrotta, se ne ricordavano solo gli anziani. Un testardo avvocato, capo degli agricoltori locali, ha ripreso le antiche carte e posto il problema ai vari livelli istituzionali. Una strada di penetrazione dell’area protetta realizzata sfruttando un percorso già esistente era un’occasione ghiotta. E poi collegava al meglio zone separate tra loro come l’Alto Alento, il Calore e perfino l’hinterland di Vallo della Lucania. E fungere da valvola di sfogo agli “accidenti” della Cilentana.
IL TESTARDO CHIRICO. Chirico, presidente della Bonifica “Velia”, parte così all’attacco. Finora le risposte ricevute sono state interlocutorie. Poi la svolta propiziata dall’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, che l’ha legata strettamente alle esigenze ambientali. Fino a ribattezzarla. “La strada del Parco – il nome voluto da Romano – si farà. Sindaci dell’area, responsabili apicali dell’area protetta, della Regione e del consorzio di bonifica Velia sono qui già al lavoro”. Franco Chirico ha riunito tutti presso l’oasi Alento per comunicare che il momento atteso è vicino. Basterà un quarto d’ora d’auto per trovarsi, partendo da Magliano, Stio e Gioi, direttamente sulla Cilentana e nei pressi di Agropoli. Un impegno, più volte reiterato nella programmazione regionale, si avvicina alla sua realizzazione.
IL SI DI CALDORO PARTE DA BRUXELLES. Perché il presidente della giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, ha detto sì alla stipula di un protocollo d’intesa per il completamento strada penetrazione Diga Alento-Stio. “Superate le perplessità europee rivolte alla costruzione di nuove arterie stradali, possiamo metterla finalmente nell’elenco delle strade da realizzare con i fondi di Bruxelles”, ha detto . Così una strada iniziata nel 1952 potrà essere tolta dal libro dei ricordi e rimessa in quelle delle speranze possibili. La Regione Campania, racconta Caldoro, destina fondi per la realizzazione della strada di accesso al Parco Nazionale del Cilento. Un grande passo in avanti nello sviluppo del turismo e dell’economia nel Sud della Provincia di Salerno a patto di non dimenticarsi della strozzatura nel percorso della Cilentana, a monte dell’ex discarica Gorgo di Agropoli, in un punto non molto distante dalla diga sull’Alento. “È d’importanza decisiva per Cicerale, così come per gli altri centri del Cilento interno: rappresenta l’occasione e la grande speranza di non vederli diventare fantasmi”. A parlare così è Francesco Carpinelli, sindaco di Cicerale.
Grandi le aspettative degli operatori turistici della zona che confidano in un giusto riscontro ai propri investimenti di vita oltre che economici. Giorgio Voria, titolare di Vignavoria, accogliente e panoramico B&B nel centro di Cicerale, spiega: “sono anni che attendiamo degli adeguati collegamenti che favoriscano l’afflusso dei turisti: crediamo nello slancio che il completamento di quest’opera, come la verifica della mobilità interna con la messa in sicurezza delle strade vicine e dei sentieri abbandonati, può garantire a tutto l’interno del Cilento, consentendo lo sviluppo e l’affermazione delle molteplici potenzialitá del nostro territorio, ricco di natura, storia e cultura, dove l’ospitalità è ancora autentica e sacra. La non attuazione, vorrebbe dire inesorabilmente la morte della nostra economia e la condanna definitiva all’emigrazione di massa”.