L’estate 2020 segnata dalla presenza del coronavirus inizia nel peggiore dei modi possibili. Oltre ai locali della movida di tutta Italia che di notte violano ogni tipo di disposizioni imposte dal governo e dalla regione, ci sono le spiagge libere, oggi invase senza un minimo criterio che rispetti il momento difficile causato dal covid. E da chè le spiagge libere rischiavano di diventare inaccessibili, adesso sembrano terra di nessuno senza controlli e senza indirizzi da parte delle autorità competenti. Sembra quasi che in pochi giorni sia ritornato tutto alla normalità, come se i due mesi di quarantena abbiano risvegliato tutto d’un colpo e in modo schizzofrenico la voglia di spostarsi e di cercare proprio i luoghi di assembramento ignorando la presenza del virus; che ancora c’è e continua a mietere vittime. Una vera e propria incoscienza collettiva quella che sta caratterizzando le ultime due settimane e che è destinata a perpetuarsi per l’intera stagione estiva. Infatti se questo dovesse essere il trend, con grossi movimenti nei fine settimana verso le località turistiche, i comuni dovrebbero già ora pensare ad una strategia che indirizzi, come scritto nell’ordinanza regionale, i turisti in modo strategico sulle spiagge cercando di distribuire sul territorio le grosse ondate domenicali. Il rischio è quello di vanificare mesi di sacrifici per colpa di spostamenti che si trasformano in una baraonda fuori legge in ogni singolo posto dov’è possibile infrangere le regole. L’estate è alle porte e le regole che dovranno disciplinare il comportamento dei bagnanti e degli operatori turistici non tengono conto della concretezza. I concessionari non avendo una via maestra da seguire, agiscono in ordine sparso ognuno a seconda della loro situazione e condizione specifica. I bagnini, che rappresentano gli occhi delle forze dell’ordine e della capitaneria di porto sulle spiagge d’Italia, sono trascurati in ogni regolamento che parli di sicurezza in materia di coronavirus. Non saranno loro a dover scoraggiare sui lidi gli assembramenti ma dovrà esserci una sorta di autoregolamentazione dei singoli bagnanti all’interno dell’arenile. Una prova di buona volontà che in verità non si evince in questa prima domenica di inizio estate. Chi controllerà, chi sarà controllato e come lo si farà è ancora un mistero; si naviga a vista quando già il flusso turistico è in fermentazione. Nessuna strategia dagli enti locali e nessuna risposta concreta dal governo. Eppure sono passati tre mesi dall’inizio dell’emergenza e siamo arrivati alle porte dell’estate senza una strategia che in qualche modo avvantaggiasse, favorisse e indirizzasse una realtà come quella di Capaccio Paestum. Che può permettersi, a differenza di altri comuni, di pianificare un strategia importante sui flussi turistici avendo un territorio molto esteso e un litorale ampio e lungo 12 km. Invece si è arrivati impreparati all’appuntamento più importante per la vita economica del territorio in una domenica caotica e senza controlli che fa presagire un brutto approccio all’estate più difficile di sempre.
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