Ma che estate sarà quella con il Coronavirus? Ce lo stiamo chiedendo da un bel po’. E soprattutto, ma sono davvero applicabili tutte le misure anti contagio e nelle modalità indicate da INAIL-ISS? Con l’autonomia dei Governatori per la stesura di piani locali che tengano maggiormente in conto le specificità balneari delle singole Regioni si avranno misure meno rigide rispetto a quelle Inail, seppure sempre nell’ambito del controllo e del rispetto dei protocolli nazionali. Quest’anno, come abbiamo ascoltato più volte, sembra che sarà privilegiato un turismo di prossimità, cosa che per chi vive in Campania non rappresenta di certo una limitazione, dato l’ampio e variegato ventaglio di alternative che offre la nostra regione, le cui spiagge si sono appena aggiudicate ben 19 Bandiere Blu.
Resta da vedere cosa accadrà il 3 giugno, data a partire dalla quale si prevede la riapertura delle frontiere italiane nello spazio Schengen. In gioco ci sono le vacanze dei turisti italiani ed europei, ma anche la salvaguardia del settore turistico per questa estate 2020.
C’è un settore, quello del turismo all’aria aperta – il mondo avventuroso dei villaggi turistici e dei campeggi – che potrebbe essere una delle risposte turistiche più adatte alle vacanze di quest’anno, dopo i mesi di clausura che l’emergenza sanitaria ci ha imposto.
Il territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano con le sue bellezze naturalistiche, archeologiche e culturali rappresenta un’eccellente risposta anche a questo tipo di domanda. Ne è un esempio il Golfo di Policastro, territorio che ricade in tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria e che nella parte campana corrisponde al basso Cilento.
Con la titolare di un camping villaggio turistico ubicato nel comune di Vibonati – le cui spiagge da anni si confermano Bandiera Blu – abbiamo parlato di riapertura con le misure anti contagio e delle problematiche legate al turismo in questa zona, con e senza Covid.
Adriana Bossa gestisce insieme ai suoi fratelli, Raffaele e Vincenzo, il “Camping Oliveto”, nella frazione di Villammare, dotato di quarantaquattro villini e un’ottantina di piazzole per campeggio, con annessi servizi di ristorante/pizzeria, market e bar, chiosco e ombrelloni in spiaggia.
Ci si prepara a riaprire. Che pensa delle linee guida?
Stiamo aspettando quelle regionali perché penso che le linee guida nazionali abbiano tenuto poco conto delle nostre realtà, in particolare di quelle come la mia. Certo, sono favorita dagli spazi ampi ma, ad esempio, il comune o chi per lui mi concederà spazio a sufficienza per tutti i clienti?
Sono applicabili?
Sono applicabili per alcune delle attività. Ad esempio, nel ristorante potrei accogliere massimo 25 persone contro le 80 di prima. Ricorreremo a turni o eventualmente all’asporto. Noi siamo pronti a reinventarci ma non ci stanno mettendo nelle condizioni di operare tranquilli. I villini sono dotati di bagni personali, quindi, una volta puliti e sanificati saranno presi in carico dai clienti. Il problema è per i bagni pubblici. Al momento stiamo valutando dei sistemi ad ozono oppure dei getti a fotocellule per sanificare dopo ogni uso. Abbiamo chiesto preventivi e progetti, ma non sarà semplice in termini di tempo.
Cosa lamenta più di tutto?
Le tempistiche. Avrebbero potuto fare prima e meglio. All’estero sono già ripartiti. Chiediamo di essere messi in condizione di poter lavorare.
Il vessillo di Bandiera Blu favorisce il turismo?
Le bandiere blu da sole non portano un bel nulla. Ci vorrebbero più ordine, pulizia e professionalità, il turismo non è un “parcheggio”, è una professione. Manca un discorso comprensoriale, un piano di sviluppo unico e maggiore promozione come intero territorio.
Sono 30 anni che ho in gestione il “Camping Oliveto” a Villammare e di fronte a noi i turisti vedono marciapiedi rovinati, sterpaglia, incuria.
Angela Cimino