Tra mare e montagna, dove la macchia mediterranea si colora del giallo delle ginestre; profuma di rosa canina, rinverdisce con il mirto e il lentisco e le margherite
È domenica mattina e, dopo tanto tempo, mi appropinquo a rifare un percorso meraviglioso: quello che da Trentova arriva a Santa Maria di Castellabate, il percorso di Punta Tresino, tra mare e montagna, dove la macchia mediterranea si colora del giallo delle ginestre, profuma di rosa canina, rinverdisce con il mirto e il lentisco e margherite e fiori di campo completano la tavolozza di colori. In lontananza si vede qualche barca a vela e si sente il rombo di qualche piccola imbarcazione a motore … segno di una nuova possibilità di ripresa che viene dal mare, anch’esso rimasto in quarantena per troppo tempo. La sensazione di piacere che si prova nel percorrere questo sentiero è qualcosa di inimmaginabile: sicuro, spazioso, pulito, agevole, fresco dove le lucertole fanno capolino dai loro nascondigli e si affacciano al sole pallido di una domenica di maggio.
E sì, il sole stamattina fatica ad uscire ma l’aria è molto calda. Il verde domina questo spazio incontaminato tra mare e montagna, dove realmente chi vuole può perdersi in una passeggiata tutta natura, tutta sensoriale. Si sente il cinguettio degli uccelli che si affacciano con gioia alla nuova giornata così calda e quasi estiva. Il sentiero è ben tenuto ed è pulito. Sulla sinistra si intravedono le case diroccate abbandonate, sulla destra il mare che si affaccia tra le fronde verdi della macchia mediterranea.
Questo è una delle tappe del Cammino del Parco del Cilento che stiamo percorrendo verso Sud.
Il percorso di stamattina mi ricorda un po’ il Cammino di Santiago con Bartolo che va avanti con i suoi pensieri e il suo passo ritmato, forte e sicuro, ed io che lo seguo col mio passo tranquillo in compagnia dei miei pensieri che vertiginosi si accavallano. L’unica differenza è che durante questa passeggiata non so se incontreremo gente perché purtroppo, nonostante si dica da più parti che camminare è la cosa più bella è semplice che si possa fare, sono ancora pochi coloro che si avventurano in questo tipo di sport.
Immersi nei nostri pensieri incontriamo una prima barriera, una catena tesa da destra a sinistra con una scritta, “proprietà privata”, che blocca il nostro andare…ci inoltriamo pensando di superare l’ostacolo camminando lungo la recinzione ma non è così perché la voce del “padrone” ci invita a desistere, a tornare indiretto e a fare un altro percorso perché di là non si passa più! È tutto chiuso perché si tratta di una proprietà privata! Torniamo indietro e procediamo verso la montagna e il mare è sempre più lontano… c’è un po’ di delusione in me, avrei preferito continuare avendo sempre il mare al mio fianco e invece ci ritroviamo su un percorso interno tra grossi alberi secolari che danno, però, una sensazione di protezione: eucalipti, pini, querce…e poi arbusti. Stiamo scalando monte Tresino, per poter rivedere il mare, ma molto più in là, oltre la “proprietà privata “, perché purtroppo il mondo va così: c’è chi può comprarsi tutto, pensando di essere immortale, e toglie l’opportunità agli altri di godere solo della vista a chi vuole solo passare. Comunque, questo percorso non è niente male! Si cammina tra gli alberi ed è un piccolo sentiero dove realmente non è possibile arrivarci con mezzi a motore. Tra l’altro è particolarmente fresco solo il mare resta più distante alla vista. Che bello! Quando, ad un certo punto, incontriamo altri camminatori come noi! Altra gente che vive la stessa esperienza di unicità! Siamo di nuovo sullo sterrato che copre l’acquedotto dell’ASIS. È lo stesso tratturo abbandonato al momento del blocco. Ora è di nuovo il mare a farci compagnia con le piccole baie incastonate lungo la costa con alle spalle una macchia mediterranea verdeggiante che le sovrasta. Si sentono delle voci provenire dal mare, sono quelle dei proprietari di barche che ormeggiate a pochi passi dalla riva e ammirano il paesaggio da una diversa angolazione. Un tratto aperto a picco sul mare, ci regala la fragranza della ginestra e il suo magico colore giallo. È una sensazione che nessuno può intrappolare, comprare, possedere … è il piacere di vivere con la natura che non si può possedere!
Da molti anni ormai io CAMMINO e mi capita anche di ripercorrere più volte alcuni sentieri perché mi piacciono particolarmente e mi danno emozioni sempre nuove che però non riesco a ricordare se non quando le rivivo! Quelle emozioni, quel piacere, quel sentirti unica perché possiedi in quel momento ciò che nessuno ti può togliere non si può raccontare fino in fondo… profumi e sguardi che rapiscono: il colore dell’acqua del mare e del cielo, il giallo della ginestra, lo spazio nel quale sei immersa…
Sono quasi due ore che camminiamo, c’è un po’ di stanchezza nelle gambe per le tante salite e discese affrontate ma il piacere di arrivare alla meta mi dà l’adrenalina necessaria per arrivare alla meta è già si intravede il mare di S. Maria di Castellabate, l’esteso territorio abitato che sembra allargarsi a macchia d’olio lungo il dolce pendio che scende verso il mare ove il panorama è già diverso e il percorso è più soleggiato, meno fresco e più antropizzato.
Sulla via del ritorno, ci siamo concessi una discesa fino al mare, in una caletta che, per il tempo di un bagno e la consumazione di un panino, è stata “solo” nostra… il meritato premio per aver disceso e poi risalito per un sentiero molto difficile: ripido, sconnesso e accidentato.
Gina Chiacchiaro