Nel mio laboratorio di fate non esiste lo zucchero, è tutto inventato, non esiste un progetto compiuto, non esiste democrazia; nel mio laboratorio inquieto la pittura è regina e vive in un corollario di problemi e di erbe selvatiche. Il mio laboratorio senza futuro è un mosaico di treni perduti per un soffio, è una stazione di binari morti, è la mia stagione fottuta, il mio tempo scaduto. Il mio laboratorio vale due lire come i miei voti, è il mio eremo di sogni irrisolti ma ancora dipingo, vendo cara la mia pelle, qualcuno ancora mi cerca, ho ancora cose nuove da fare, continuo in solitudine la mia ricerca, non attendo benedizioni da alcuno. Non sono il servo di nessuno. A chi ha tentato di affossare i miei progetti, a chi li ha imitati dimenticando il mio nome rispondo con altri progetti. A chi mi ha tradito dedico il sorriso della mia età.
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