Nei piccoli comuni delle aree interne vive, o per meglio dire sopravvive, una popolazione composta per il 70% di persone anziane.
È gente che ha vissuto la coda del regime fascista, subìto la scelta dell’avventura guerrafondaia e ricostruito il futuro dopo la disfatta morale prima ancora che militare.
Quelli ancora in vita nel 2020 hanno dovuto subire anche l’avvento del Corona virus 19 che ha sottratto loro una parte essenziale dell’esistenza che avevano ancora da vivere.
Nessuno può quantificare il tempo sottratto loro nei mesi di confinamento forzato ma sono sotto gli occhi di tutti le menomazioni che ne hanno fatto “anime morte” che sopravvivono a se stesse.
È stato sottratto loro la possibilità di stare vicino ai figli, assecondare le richieste dei nipoti, veder scorrazzare i pronipoti per casa … inoltre, è stata negata loro la possibilità di accompagnare nell’ultimo viaggio i loro coetanei, fare visita a propri cari al cimitero e perfino il medico di base è costretto a negarsi inviando le ricette direttamente in farmacia!
Per uno scampolo di vita in più hanno dovuto rinunciare alla messa dal vivo e accontentarsi di quella celebrata da Papa Francesco e trasmessa in diretta da Roma.
Chi è assistito da una badante “abusiva” deve tenerla ben nascosta perché se fosse scoperta potrebbe essere rimpatriata nel paese di origine, dei Piani di zona è meglio non parlarne: solo altisonanti proclami, un ennesimo numero di telefono e avanti così come se niente fosse …
Anche ora che siamo nella fase 2 del piano di contenimento della pandemia, la situazione non cambierà perché, essendo le persone anziane la categoria più a rischio, sia i medici sia gli amministratori “consigliano” chi ha superato i 65 anni di stare a casa per evitare l’ipotetico contagio: il consiglio è rintanarsi sempre di più nel profondo della “grotta” per restare in vita e perdere, ancora un altro po’ l’anima.
Solo chi ha un piccolo orto adiacente all’abitazione può evadere dalla clausura imposta che è stata sopportata stoicamente, con il brutto tempo, ma diventa una vera tortura con le belle giornate che la primavera è l’estate si apprestano a regalare a tutti noi.
Rimane, come avviene da tempo ormai, la compagnia della TV che soprintende all’esistenza in vita di milioni di persone.
Infatti, insieme al Rosario e al telefono, è il televisore in compagno fidato di molti anziani costretti al domicilio coatto.
Eppure, nei nostri piccoli comuni mantenere le distanze è molto più praticabile che nelle città! Si tratterebbe di organizzare bene le cose con un’assistenza sociale è una vigilanza attiva facilmente gestibile. Anche le risorse ci sono e sono stata anche implementate dalla regione Campania per consentire ai comuni di essere più reattivi ai bisogni dei più deboli.
Non è facile ma provarci è un dovere civico di alto valore aggiunto per una comunità. Lo è tanto di più quanto più è basso il numero degli abitanti che la compongono.
Ci vuole un buon motivo per continuare a vivere! Solo i sindaci, che hanno, la responsabilità di garantire la sicurezza sanitaria nei comuni, dovrebbero e potrebbero assumersi anche l’onere di rendere la vita più vivibile evitando di rendere la fase 1 sarà permanente per la maggioranza dei propri cittadini.
Bartolo Scandizzo