Con il dottor Silvio Saponara, cardiologo primario dirigente del reparto di cardiologia dell’ospedale di Polla, abbiamo fatto il punto della situazione sull’attuale emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. Emergenza che coinvolge anche e soprattutto la cardiologia del Vallo di Diano. Un impegno costante manifestato nel corso degli anni, impegno costante che si è incanalato nel fornire giusto supporto nella gestione materiale del Covid 19 approdato anche nell’ospedale di frontiera di Polla. “La prima operazione che abbiamo fatto, la più importante, è stata quella di mettere a disposizione il nostro reparto – afferma il dottor Saponara – con sommo sacrificio abbiamo dovuto lasciare un reparto che, in un anno e mezzo da quando sto qui, ho cercato di attrezzare e di rendere funzionale. La scelta della direzione sanitaria, infatti, è capitata proprio sul nostro reparto per l’assistenza al Covid 19 perché aveva requisiti ottimali per fornire la giusta assistenza. Abbiamo l’Unità Coronarica, con posti monitorizzati e il reparto ben messo, pitturato di nuovo che è posto sopra il pronto soccorso al quale si accede tramite un ascensore, molto comodo sia come funzionalità che come attrezzature. Questo sacrificio credo possa essere utile in futuro. Noi adesso non stiamo più lì, la direzione ci ha mandato in Oculistica, condividiamo il reparto con Oculistica e non è ottimale la nostra assistenza. Faccio un esempio banale, mentre prima se arrivava un paziente con una bradicardia estrema, 30 battiti al minuto, in 5 minuti eravamo capaci di mettere un pacemaker temporaneo perché abbiamo la sala di elettrofisiologia attigua al reparto, adesso dobbiamo andare in sala operatoria al terzo piano. Abbiamo avuto una urgenza una notte brillantemente trattata ma ci sono degli elementi logistici che ci rendono il lavoro più difficoltoso, ma siamo comunque contenti di aver contribuito a dare ai pazienti Covid, un reparto ottimale”. Sulle cure somministrate e disposte nel corso di questi giorni, il dottor Saponara, riflette ancora: “Come assistenza al Covid e come cardiologia facciamo la lettura degli elettrocardiogrammi che andiamo a fare direttamente in loco nella parte cosiddetta pulita. Quello che si va a controllare è QT e QTc perchè si fa adesso una terapia preventiva ed eventuale peggioramento che la clorochina che è un vecchio antimalarico e l’azitromicina che è un antibiotico, tutti e due possono allungare il QT e dare aritmie pericolose per la vita. Quindi il controllo del QT è un elemento importante per poter dare questa terapia ai pazienti che hanno contratto la malattia in forma lieve. Nella forma conclamata c’è tutto il discorso legato alle terapie intensive, io parlo però di pazienti positivi con lievi sintomi che sicuramente si giovano di questa terapia curativa ma anche preventiva del peggioramento. Ultimamente ci sono anche altri dati e compiuti altri studi ed è stato visto che non in tutti i pazienti ma in una buona parte la possibilità che questi soggetti vadano incontro a peggioramenti come per microembolia polmonare a partire dagli arti inferiori. Stanno facendo adesso degli studi con il Clexane, con la Eparina sottocute a basso dosaggio per prevenire queste forme di embolia, microembolia, che possono dare peggioramento o addirittura la morte ai pazienti con Covid. Io la consiglierei a tutti come prevenzione anche perché il dosaggio non da emorragie”.Con il dottor Silvio Saponara, cardiologo primario dirigente del reparto di cardiologia dell’ospedale di Polla, abbiamo fatto il punto della situazione sull’attuale emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. Emergenza che coinvolge anche e soprattutto la cardiologia del Vallo di Diano. Un impegno costante manifestato nel corso degli anni, impegno costante che si è incanalato nel fornire giusto supporto nella gestione materiale del Covid 19 approdato anche nell’ospedale di frontiera di Polla. “La prima operazione che abbiamo fatto, la più importante, è stata quella di mettere a disposizione il nostro reparto – afferma il dottor Saponara – con sommo sacrificio abbiamo dovuto lasciare un reparto che, in un anno e mezzo da quando sto qui, ho cercato di attrezzare e di rendere funzionale. La scelta della direzione sanitaria, infatti, è capitata proprio sul nostro reparto per l’assistenza al Covid 19 perché aveva requisiti ottimali per fornire la giusta assistenza. Abbiamo l’Unità Coronarica, con posti monitorizzati e il reparto ben messo, pitturato di nuovo che è posto sopra il pronto soccorso al quale si accede tramite un ascensore, molto comodo sia come funzionalità che come attrezzature. Questo sacrificio credo possa essere utile in futuro. Noi adesso non stiamo più lì, la direzione ci ha mandato in Oculistica, condividiamo il reparto con Oculistica e non è ottimale la nostra assistenza. Faccio un esempio banale, mentre prima se arrivava un paziente con una bradicardia estrema, 30 battiti al minuto, in 5 minuti eravamo capaci di mettere un pacemaker temporaneo perché abbiamo la sala di elettrofisiologia attigua al reparto, adesso dobbiamo andare in sala operatoria al terzo piano. Abbiamo avuto una urgenza una notte brillantemente trattata ma ci sono degli elementi logistici che ci rendono il lavoro più difficoltoso, ma siamo comunque contenti di aver contribuito a dare ai pazienti Covid, un reparto ottimale”. Sulle cure somministrate e disposte nel corso di questi giorni, il dottor Saponara, riflette ancora: “Come assistenza al Covid e come cardiologia facciamo la lettura degli elettrocardiogrammi che andiamo a fare direttamente in loco nella parte cosiddetta pulita. Quello che si va a controllare è QT e QTc perchè si fa adesso una terapia preventiva ed eventuale peggioramento che la clorochina che è un vecchio antimalarico e l’azitromicina che è un antibiotico, tutti e due possono allungare il QT e dare aritmie pericolose per la vita. Quindi il controllo del QT è un elemento importante per poter dare questa terapia ai pazienti che hanno contratto la malattia in forma lieve. Nella forma conclamata c’è tutto il discorso legato alle terapie intensive, io parlo però di pazienti positivi con lievi sintomi che sicuramente si giovano di questa terapia curativa ma anche preventiva del peggioramento. Ultimamente ci sono anche altri dati e compiuti altri studi ed è stato visto che non in tutti i pazienti ma in una buona parte la possibilità che questi soggetti vadano incontro a peggioramenti come per microembolia polmonare a partire dagli arti inferiori. Stanno facendo adesso degli studi con il Clexane, con la Eparina sottocute a basso dosaggio per prevenire queste forme di embolia, microembolia, che possono dare peggioramento o addirittura la morte ai pazienti con Covid. Io la consiglierei a tutti come prevenzione anche perché il dosaggio non da emorragie”. Sulla emergenza sanitaria gestita nel Vallo di Diano, il dirigente del reparto di cardiologia impegnata in prima linea, il dottor Saponara asserisce convinto: “Niente si fa da soli, tutti i reparti debbono collaborare. In questa patologia sono due le cose importanti. C’è bisogno di un infettivologo che stani la malattia, di un fisiopatologo cioè del broncologo, e noi abbiamo in questo ospedale proprio un reparto di fisiopatologia. Mettendo insieme lo specialista di fisiopatologia respiratoria e il cardiologo, il paziente viene affrontato con più competenza e dunque con più successo. Alla fine invece per i casi più gravi ci vuole il rianimatore. E anche i nostri rianimatori si sono dati molto da fare per assistere pazienti nei casi più gravi”. Sul reparto di cardiologia da sempre fiore all’occhiello del “Luigi Curto” di Polla e sul team di lavoro che dirige, il dirigente Saponara, riflette: “Sto cercando di creare un gruppo di lavoro omogeneo, in questo periodo stiamo dando anche una mano al pronto soccorso perché alcuni medici si sono trasferiti al reparto Covid. Abbiamo ultimamente spesso anche un cardiologo al pronto soccorso che fa il medico del pronto soccorso per carenza di personale al momento, stiamo dando una mano all’ospedale sia come cultura cardiologica che come forze per fare turni in altri reparti che sono carenti tipo al pronto soccorso. Penso che se si ragiona in questo modo, si può migliorare molto”.
Antonella Citro
In questa patologia sono due le cose importanti. C’è bisogno di un infettivologo che stani la malattia, di un fisiopatologo cioè del broncologo, e noi abbiamo in questo ospedale proprio un reparto di fisiopatologia. Mettendo insieme lo specialista di fisiopatologia respiratoria e il cardiologo, il paziente viene affrontato con più competenza e dunque con più successo. Alla fine invece per i casi più gravi ci vuole il rianimatore. E anche i nostri rianimatori si sono dati molto da fare per assistere pazienti nei casi più gravi”. Sul reparto di cardiologia da sempre fiore all’occhiello del “Luigi Curto” di Polla e sul team di lavoro che dirige, il dirigente Saponara, riflette: “Sto cercando di creare un gruppo di lavoro omogeneo, in questo periodo stiamo dando anche una mano al pronto soccorso perché alcuni medici si sono trasferiti al reparto Covid. Abbiamo ultimamente spesso anche un cardiologo al pronto soccorso che fa il medico del pronto soccorso per carenza di personale al momento, stiamo dando una mano all’ospedale sia come cultura cardiologica che come forze per fare turni in altri reparti che sono carenti tipo al pronto soccorso. Penso che se si ragiona in questo modo, si può migliorare molto”.
Antonella Citro