In piena emergenza Covid19 che ci costringe a stare distanti, coloro che lavorano in #smartworking per la prima volta, possono trovare l’occasione per focalizzarsi sui propri punti di forza e debolezza sia umani che professionali.
Il Covid19 non può non rappresentare un’opportunità anche per i project manager, già abituati a svolgere da remoto attività di programmazione, gestione e monitoraggio di risorse, dislocate su varie sedi, nazionali ed estere, e con processi non standardizzati.
Questa figura ha già in sé la capacità di gestire la complessità, poiché non si configura come risorsa legata a un unico contesto di lavoro, ma può, ad ogni modo, come tutte le altre che si trovano a lavorare con pc a casa, sfruttare questo momento per migliorarsi e per migliorare il proprio approccio al lavoro, nell’ottica di raggiungere una performance lavorativa più soddisfacente dal punto di vista dei risultati qualitativi e quantitativi.
Di conseguenza, una migliore valutazione della prestazione di lavoro percepita si può tradurre in maggiore benessere soggettivo con effetti sempre più benefici per l’organizzazione in cui si prende parte.
L’utopia consiste nel duplice compito di ricostruire gli aspetti del processo organizzativo per migliorarlo identificando gli elementi di disturbo che non ne garantivano il risultato atteso, e di cogliere i propri obiettivi di auto-realizzazione.
Il Covid19 può dunque rappresentare un momento in cui l’autodeterminazione di se stessi si lega alla ri-progettazione della road map aziendale, con impatti positivi:
a. Sulle risorse umane: le persone possono imparare ad autodeterminarsi e a selezionare metodi di lavoro maggiormente adatti a loro stessi con un innalzamento del livello di performance e della co-creazione di valore, attraverso l’ottimizzazione di efficacia ed efficienza.
b. Sui processi aziendali: effettuare un’analisi dei risultati ottenuti, periodicamente, consequenziali alle decisioni e alle azioni intraprese, comparandoli con le aspettative iniziali, permette di individuare i punti nevralgici e più sicuri del processo in cui ci si trova ad operare.
Questo è il momento più propizio per focalizzare l’effort di ciascuno sullo sviluppo delle proprie abilità, specie quella connessa alla gestione di sé stessi individuando le cause degli sprechi di tempo e risorse che impediscono di sfruttare a pieno il proprio potenziale e di conseguenza quello aziendale, favorendo un miglioramento delle prestazioni in termini di costi e qualità.
Maria Di Muro