Ho accolto l’invito a partecipare alla prima riunione della costituenda “Onlus Don Rocco De Leo” dello scorso anno, con un poco di tensione, ma anche con una stretta al cuore. Rivedere quei luoghi, tanto cambiati, ha sortito un certo effetto. Il ricordo del “vecchio seminario” è stato qualcosa di diverso. Segno anche dei tempi che sono cambiati. L’entrata quasi libera, senza “Pantaleo”, il “portiere bassino”, ne è stata la prima conferma. Guardando, poi, la foto allegata, mi sono chiesto: “Dove sono finiti i bei giardinetti dell’ingresso?” Le auto che entravano liberamente ne avevano usurpato il posto. Le camerate, il parlatorio, il refettorio, con il pulpito per le letture religiose, le aule e i corridoi per le ricreazione hanno cambiato destinazione. E’ stata modificata parzialmente, all’ingresso, anche la Cappella, dove ero stato come “sagrista”. D’altronde siamo cambiati, e tanto, pure noi: io, i miei amici e compagni ritrovati, i nostri professori, molti dei quali, purtroppo, non sono più. Ritrovare tanti compagni, alcuni dei quali sono sacerdoti, mi ha fatto commuovere e riandare nel tempo. Non è il caso di fare dei nomi, ma a tutti voi voglio ricordare che erano gli anni dal 1959 al 1962. Tanto tempo fa! Tra i molti cambiamenti, però, quello che mi ha colpito di più è stato il non ritrovare il campetto di calcio “lo stadio”, l’unico spazio che ci consentiva movimento, incontri, scontri, aggregazione e sane competizioni. Come non ricordare, a tale proposito, la gioia, la contentezza, anche lo sfogo, per quella coppa di calcio vinta, dopo diversi anni, dalla squadra “Cervati” nel torneo organizzato con tanta passione da quel grande tifoso di Don Armando Borrelli al quale partecipavano ben sei squadre. Per la prima volta, quell’anno, non vinse una squadra di Vallo o della “cosiddetta” marina, ma una quadra dell’interno, dei monti. Come non ricordare il momenti in cui undici smilzi ragazzini sollevarono al cielo una coppa (coppettina, a dire la verità) tanto agognata e sospirata, soprattutto per sfatare un tabù che resisteva da tanti anni! Il calcio ci univa, anche se al momenti ci divideva. A proposito di calcio, come non ricordare quando Don Armando, il lunedì mattina, (con il giornale sportivo sotto il braccio) arrivava in classe, a volte corrucciato, a volte allegro e baldanzoso, a seconda che la sua squadra del cuore (il Torino) aveva perso o vinto. Come non ricordare anche quando Don Alfredo Renna ci convocò in Cappella, di buon mattino, per dirci che, in America, era stato eletto il primo Presidente cattolico della storia: J.F.K. Ma dopo tutto si ritornava alla preghiera, allo studio, agli studi, ad “imparare”, con lo stesso impegno che mettevamo nelle partitelle di calcio, quello stesso studio che ci ha permesso di essere quelli che siamo. E di questo siamo certamente grati all’Istituzione “Seminario” ed a tutti quelli che, lavorandoci, ci hanno trasmetto l’amore per la Cultura e per lo Studio.
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