di Oreste Mottola
Mazza e Tommasini Arenella all’ultimo momento salvano Italo Voza. Ora si è in attesa della sua mossa, potrebbe anche mandare tutti a casa
Avrebbero voluto sfiduciare il sindaco Italo Voza Mimmo Nese (presidente del consiglio), Luca Sabatella, Giuseppe Tommasini Arenella, Roberto Voza, e Pasquale Mazza. Ad affiancarli i consiglieri di opposizione Gennaro De Caro, Pasquale Cetta, Nino Pagano e Franco Tarallo. A tirarsi indietro all’ultimo momento sono stati Mazza e Tommasini Arenella. Operazione fallita. Replica dei fatti del gennaio 2013. Allora Nese la “apparò” così: “Eravamo riuniti sì, ma solo per scambiarci gli auguri. Abbiamo anche brindato. Qualcuno, cattivissimo, ha voluto dare tutt’altro significato all’adunata e allo spumante che andava giù. Italo stia tranquillo, siamo tutti con lui”. Politichese a parte, questo scrisse Nese, veterinario e presidente del consiglio comunale. Lo si ribadì anche in un manifesto pubblico, rigiurando fedeltà. Due anni e mezzo dopo si è allo stesso punto. Questa volta le carte sono scoperte. Al “pronunciamento” (così si chiamava l’insubordinazione dei militari sudamericani golpisti ai presidenti eletti) questa volta manca “il papello”. Lo ammette Luca Sabatella: “Il documento di sfiducia al sindaco non è mai stato posato sulla scrivania”. L’italiano è un po’ così così, derubrichiamolo a “capaccitagliano”, ma il concetto è chiaro. C’erano delle idee diverse: chi voleva solo ridimensionare il ruolo di Rosario Catarozzi e Nicola Ragni; chi aveva storto la bocca nel vedere il sindaco attovagliato al tavolo con Vincenzo De Luca all’Hermanos; chi – ed era il caso di Roberto Voza – non gradiva il disimpegno dai destini elettorali di Antonio Fasolino e Fernando Zara. Come c’era chi è abituato a più o meno “valorizzare” il suo autografo e se ne è uscito con l’idea di un “penultimatum” a Italo Voza . Fu come fu, ma forse questa volta solo per il rotto della cuffia, l’asse trilaterale tra Italo Voza – Rosario Catarozzi e Nicola Ragni, si è salvato. Sta a loro ipotizzare la prossima mossa. La prima ipotesi vorrebbe il sindaco ribaltare completamente il tavolo e mandare tutti a casa. Se non a quel paese. Era il risultato che i “golpisti” volevano e l’accorto trio non glielo concederà affatto. Troppo facile vincere così. Con la differenza di orizzonti e destini tra un Ragni potenzialmente ricollocabile in qualche nuova coalizione dove andare a fare la differenza, Catarozzi che potrebbe perdere tutto, e un Italo Voza che da solo può anche pensare di mettere su una coalizione vincente e tornare a fare il sindaco da solo e senza pesanti zavorre. Pagano fornisce una chiave di lettura seria quando dice: “Attenzione, ora si sono mossi solo i cinque consiglieri più liberi, ma il dissenso è generale”. Quel che è certo è che questa volta a Voza non basterà incassare un giuramento di fedeltà e affiggere dei nomi sui muri cittadini. Chi ci ha provato già una, due volte, la terza, e definitiva, gli viene naturale. E’ nelle cose. Siamo uomini di mondo pur senza aver fatto tutti il militare a Cuneo. Dopo le vicende delle cupole geodetiche smantellate, l’Oasi di Legambiente prima disdettata e poi riconfermata a Capo & Longo e le prime anticipazioni sul Puc con il volatilizzarsi dei promessi ampliamenti del 25% delle nuove volumetrie alberghiere, era da attendersi qualcosa. Ma non certo un botto così. Voza con Angela Sabetta è chiaro: “Sulla base di quanto accaduto qualcosa succederà. Sono sereno”. Sereno nel senso renziano del termine? Firmatari del documento che poi giunto davanti al notaio non è stato più formalizzato, sono stati i consiglieri comunali Mimmo Nese (presidente del consiglio), Luca Sabatella, Giuseppe Tommasini Arenella, Roberto Voza, e Pasquale Mazza. Ad affiancarli i consiglieri di opposizione Gennaro De Caro, Pasquale Cetta, Nino Pagano e Franco Tarallo. A tirarsi indietro all’ultimo momento sono stati Mazza e Tommasini Arenella. I due mantengono però l’obiettivo di chiedere al sindaco di “rideterminare” la giunta. Il primo cittadino fino ad ora è intenzionato a tenere duro. Con nessun azzeramento della giunta. Forse, ma rinviato nel tempo, giusto qualche contentino marginale e concesso in modo che non appaia come cedimento a un ricatto. “Come sindaco ho fatto tutto quello promesso in campagna elettorale e anche di più. 50 milioni di euro di cantieri rappresentano un risultato – evidenzia Voza – che non è stato raggiunto in 300 anni. Abbiamo fatto tantissimo ma nessuno ne parla. Tutti sanno chi è il sindaco Voza”. Direttamente a Voza va l’assist del Pd. “Azzera la tua giunta e apri a noi. Insieme potremo delineare una maggioranza più solida.
Oreste Mottola |
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