“Se non c’è stato modo di creare una cabina di regia per il coordinamento dell’emergenza è auspicabile che venga creata per pianificare sin da subito le azioni da mettere in campo per fronteggiare l’inevitabile periodo di crisi economica che ci apprestiamo ad affrontare.”
Sono le parole che introducono la proposta di Giuseppe Verga, guida turistica del Vallo di Diano, operatore a tempo pieno di quel comparto che tanto si vede oggi soffrire al cospetto delle restrizioni e delle misure di prevenzione al contagio anti Covid19.
Per Unico, Giuseppe ha risposto ad alcune domande.
- Giuseppe, raccontaci brevemente di te. Qual è il tuo ruolo come lavoratore del comparto turistico?
Già da qualche anno lavoro nel mondo del turismo e sono molteplici le attività che ho svolto tra cui l’accoglienza ai visitatori, le visite guidate, la gestione museale e teatrale, la promozione territoriale, l’organizzazione di eventi, mostre e convegni, che nel tempo mi hanno permesso di accrescere il know-how in questo comparto pieno di opportunità lavorative. In qualità di guida turistica oltre a far conoscere ai visitatori il nostro patrimonio culturale, trovo particolarmente stimolante far scoprire loro l’autenticità dei borghi e i sapori della tradizione culinaria con i food tour nelle aziende agricole e zootecniche.
- Come credi che il brand “Italia” sia percepito nel mondo adesso?
Leggendo diversi articoli della stampa estera e seguendo gli studi di alcune agenzie internazionali, sembrerebbe che il sentimento dei cittadini degli altri Paesi nei confronti dell’Italia sia in modo crescente sempre più positivo, in quanto Paese esemplare da seguire nella gestione dell’emergenza da pandemia. L’attuale rating alto dell’Italia avvertito negli stati esteri potrà essere un vantaggio rispetto agli stati concorrenti in ambito turistico, ad oggi godiamo di una forte credibilità su cui si potrebbe costruire la base per la ripresa dell’economia del comparto. Nonostante il ritardo nell’applicazione delle misure restrittive per affrontare l’emergenza, l’Italia è stata la prima a muoversi a livello europeo e ciò non può passare inosservato ai tour operator che dovranno scegliere la destinazione su cui investire nel medio termine.
- Quali sono i rischi reali per il turismo nel Parco Nazionale?
L’ufficio studi dell’ENIT ci ricorda che il turismo in Italia occupa una buona fetta del PIL, circa il 13% sul totale, quasi 232 miliardi di euro. Tenendo in considerazione i movimenti turistici nel nostro Belpaese che quasi si eguagliano in presenze annue di stranieri rispetto agli italiani, volendo partire da questo dato, tutte le destinazioni, compreso quella del Parco Nazionale, dovranno fare i conti con i numeri. La compressione delle presenze sarà notevole ed oltre a non tenere in considerazione i numeri degli stranieri bisognerà considerare che saranno in molti a rinunciare alle vacanze sia per questioni economiche che per la paura. Inesorabilmente molti stakeholder si troveranno di fronte alla scelta di rischiare nella speranza di creare profitto o drasticamente di rinunciare all’apertura. Se l’area costiera del Cilento può avere un’opportunità dalla stagione balneare, quella montana purtroppo è stata già compromessa in modo irrimediabile, in quanto il turismo scolastico sarebbe stato fonte di reddito per molte attività.
- È possibile che l’emergenza sanitaria risulti in un turismo diverso e maggiormente sostenibile?
Il mondo cambierà irreversibilmente, sarà indispensabile ripensare completamente al modo di fare turismo. Se vogliamo parlare di turismo sostenibile rapportato alle nostre zone, tra le tante cose, non si può che pensare anche ai trasporti, una delle criticità del nostro territorio che risulta raggiungibile con difficoltà. Se sull’area costiera c’è il vantaggio di avere una linea ferroviaria e un trasporto su gomma, con l’aggiunta dei collegamenti marittimi in alcuni periodi dell’anno, nell’area montana, penso al Vallo di Diano, non solo non c’è più un treno ma resta difficile spostarsi tra i borghi con il trasporto su gomma. Se immagino il futuro penso alla mobilità elettrica tra i borghi del parco e quelli limitrofi, integrato in modo intermodale con la ferrovia. Oltre alla necessità di un turismo sostenibile, credo si debba pensare anche in termini di turismo responsabile, con ricadute tangibili sullo sviluppo socio-economico dei comprensori. Il nostro territorio può avere l’opportunità di una buona ripresa economica, scongiurando lo spopolamento e la desertificazione, il turismo in termini di opportunità lavorativa può essere un valido motivo per evitare la partenza dei giovani verso le regioni del nord o verso l’estero.
- Quali sono i provvedimenti messi in atto dal Governo? Cosa è stato fatto in termini di aiuti al settore?
Oltre ai primi aiuti che oramai conosciamo tutti e gli annunci di sostegno del Premier Conte purtroppo ad oggi non è stato preso alcun provvedimento specifico per il comparto turistico, per nessuno dei suoi settori. In generale si parla di tax credit, di campagne di comunicazione per la stagione estiva e di un voucher di 500 euro alle famiglie con reddito medio basso, inoltre parte del Recovery Fund dovrebbe essere dedicato proprio al turismo. Credo che per segnare davvero una svolta occorra concertare una strategia condivisa, coinvolgendo tutte le forze politiche, i tecnici del settore, il tessuto imprenditoriale, i professionisti e le associazioni di categoria. Forse è arrivato anche il momento di togliere il Turismo dalle competenze dei Beni Culturali e di affidarlo al MiSe.
- Qual è l’umore e cosa chiedono le associazioni di categoria?
Sono in contatto quotidianamente con chi lavora nel turismo, a prevalere è l’incertezza, ci sono sentimenti contrastanti tra gli operatori, c’è chi ha l’umore molto basso ed è pervaso dalla rassegnazione paventando la chiusura definitiva delle attività, c’è chi è accecato dalla rabbia ed è alla continua ricerca di risposte da parte delle istituzioni e infine c’è chi con estrema pazienza attende le decisioni del governo per capire le sorti del proprio futuro. Personalmente tra le varie cose ho proposto l’istituzione di una consulta sul turismo a livello regionale, divisa per ambiti territoriali, in cui gli attori dovranno essere gli enti ma soprattutto gli imprenditori e i professionisti. Le associazioni di categoria e i comitati che stanno nascendo sul territorio chiedono a comuni, regione e governo più liquidità attraverso la riduzione della pressione fiscale, l’abolizione dell’IMU, la cassa integrazione fino a 31 dicembre, l’abolizione degli oneri di sistema nelle forniture di energia elettrica, l’abolizione del canone Rai, una rimodulazione delle aliquote irap, iva e altre, per chi paga un fitto un contributo forfettario esentasse ai locatori, azioni di rilancio dell’immagine territoriale e un fondo di garanzia a copertura delle responsabilità civili e penali in caso di contagio negli hotel e altre richieste specifiche.
- Qualche consiglio agli operatori turistici?
L’invito è di usare questo tempo per creare collaborazioni e unirsi a reti d’impresa che già lavorano da tempo nel comparto, nella consapevolezza di vivere in un territorio unico e con un grande potenziale, basti pensare solo ad alcune delle nostre peculiarità, come alla capacità di essere ospitali, alla dieta mediterranea o alle biodiversità. Posso inoltre invitare a seguire l’esempio dei 40 colleghi del Vallo di Diano che hanno deciso di sostenere la mia iniziativa di promozione territoriale con la partecipazione alle fiere del turismo. Senza alcun sostegno di fondi pubblici, abbiamo creato una vera comunità turistica locale, dove si è alleata anche la concorrenza con l’obiettivo di creare un beneficio diffuso nell’intero comprensorio. La prima fiera a cui si è partecipato a febbraio scorso è stata la Free a Monaco di Baviera, dove attraverso uno stand si è fatto conoscere il territorio alle famiglie tedesche che si spostano in autonomia e che non cercano un viaggio organizzato. Storicamente è proprio la Germania il principale Paese di provenienza dei turisti stranieri in Italia, l’alto gradimento è stato dimostrato già nello stand alla consegna del catalogo territoriale, prettamente fotografico, con gli scatti delle nostre meraviglie. Le altre due fiere dell’anno, rinviate a data da destinarsi, si sarebbero svolte anche all’insegna della proposta dell’offerta commerciale dei pacchetti turistici creati dai tour operator locali con una scelta ampia e variegata. Infine ribadisco che lavorare insieme significa vincere insieme.
Francesca Schiavo Rappo