Con il dottor Giuseppe Colangelo, cardiologo in servizio all’ospedale di Polla abbiamo fatto il punto della situazione sulla emergenza Covid che è dilagata anche nel Vallo di Diano. «Un periodo abbastanza difficile e duro per tutti e il “Luigi Curto” nella persona del direttore sanitario Luigi Mandia insieme a tutto lo staff del mio reparto diretto dal primario Silvio Saponara e insieme a tutti gli altri primari e ai medici ci stiamo molto adoperando riconvertendo il presidio ospedaliero ad indirizzo dell’area Covid – afferma il giovane medico di origini calabresi – il reparto di cardiologia si è trasferito, ha ceduto i propri locali per consentire il ricovero dei pazienti affetti da coronavirus. Nonostante i molti sacrifici stiamo cercando di garantire il servizio presso i nuovi locali del secondo piano, locali che stiamo dividendo con il reparto di oculistica e di otorinolaringoiatria». L’ospedale di Polla si sa è un ospedale di frontiera, ubicato nei pressi dell’uscita autostradale, oggi quanto mai indiscusso punto di riferimento per i 70mila abitanti del Vallo di Diano. E il personale medico e infermieristico tutto del presidio “Curto” deve fare squadra per fronteggiare al meglio l’emergenza. «Anche noi cardiologi siamo stati chiamati a rispondere in prima linea, una sorta di chiamata alle armi – continua il dottor Colangelo – siamo stati chiamati a coadiuvare anche i colleghi del pronto soccorso e i colleghi dell’area Covid sia nella zona cosiddetta sporca dove cioè si trovano le tende e i moduli fuori l’ospedale e il reparto Covid dove ci sono casi conclamati. Io stesso sono stato chiamato a coprire turni sia di giorno che di notte insieme a tutti gli altri miei colleghi di reparto. E grazie all’impegno corale di tutti quanti noi compreso l’Unità Coronarica per le emergenze cardiologiche garantiamo la nostra presenza in questo territorio». Pronto soccorso, cardiologia, reparto di terapia intensiva insomma sembrano essere tra i reparti più determinanti attraverso i quali si combatte contro il nemico invisibile. «Sì ci stiamo tutti spendendo mettendo in campo la nostra vocazione, la nostra determinazione, la nostra passione – afferma ancora il cardiologo che vanta già una ricca esperienza professionale – certo dobbiamo sempre cercare di stare attenti e prestare la massima attenzione. Per noi si tratta di un compito diverso, dobbiamo rispettare le nuove linee guida, linee comportamentali anche nella vestizione/svestizione qualora ce ne fosse bisogno nei confronti di un paziente sospetto o conclamato Covid 19». Sulla sua esperienza diretta, Colangelo dice: «Proprio qualche giorno fa avevo un paziente nella struttura esterna in attesa dell’esito del tampone e per questo devo ringraziare tutti gli infermieri del pronto soccorso dove appunto ho lavorato per il monitoraggio continuo, costante sempre presente dei parametri vitali. Ovviamente ci sono stati altri casi arrivati in pronto soccorso affetti da dolore toracico che comunque abbiamo trattato con attenta stratificazione per evitare eventuali contagi. Grande plauso agli infermieri in servizio così attenti e precisi». Nonostante le tante difficoltà l’ospedale di Polla sembra stia tenendo botta allo tsunami suscitato dal Covid 19, «Credo nella buona sanità – conclude il dottor Colangelo – tutta questa situazione mi ha fatto conoscere in maniera più approfondita tanti operatori come me. Ci sentiamo come una famiglia e, proprio per questo, dobbiamo combattere questo nemico subdolo e invisibile. Lascio casa tutti i giorni e non vi nascondo la paura che ho anche quando torno, ho una moglie che mi aspetta ed è preoccupata come lo sono i miei genitori in Calabria. Cerco, tuttavia, di tenere a bada questa paura e di gestirla per essere più concentrato e dare una mano a tutti, come me anche il primario è sempre pronto e disponibile, un grande plauso a tutti i miei colleghi, siamo come una grande famiglia e questo mi da forza. Tutto ciò mi stimola sempre più a fare meglio».
Antonella Citro