Fonti Istat riportano: al 1° gennaio 2018 risiedono in Italia 5,1 milioni di cittadini stranieri, l’8,5% del totale dei residenti, e trovandoci oramai a più due anni sui calendari, i numeri avranno sfiorato i 6 milioni. Cittadini a tutti gli effetti che, imbrigliati nei nodi della burocrazia, spesso attendono solo che gli venga riconosciuto un permesso di soggiorno, da pazienti figli di un disequilibrio socio economico che abbiamo tutti, nel corso della storia, contribuito a creare.
Uomini e donne che con le loro tradizioni, la loro cultura, le decine di lingue che parlano, usufruiscono a diritto dei nostri stessi servizi e si fanno carico degli stessi doveri, pagando però lo scotto di una difficoltà di comunicazione che è propria della condizione di ogni “straniero”.
Non sono immuni da nessuna delle prescrizioni delle legge, né dalla calamità che oggi colpisce il nostro Stato e il mondo intero: questo regal-virus che non fa sconti a nessuno. Probabilmente, nell’altrove da cui provengono, la condizione attuale di emergenza sanitaria è pane quotidiano. Non sono abituati però a tanta risonanza, né a proteggersi dalle insidie di una natura che in certi territori è quasi mai gentile, che si sia essa incattivita da sé, o sia divenuta matrigna per volere umano, come nel caso dei conflitti e delle guerre.
Non sono abituati, spesso, ad essere edotti sui modi della prevenzione, ed è in soccorso di questa necessità, che è anzitutto diritto all’informazione e poi dovere di qualsiasi nazione che voglia dirsi civile, multietnica, inclusiva, che giunge l’intera iniziativa di Radio Antenna Migrante, la web radio del progetto Impact Campania, edita dal Consorzio di Cooperative Sociali “La Rada”.
Nello specifico, nel contesto dell’emergenza Coronavirus, Radio Antenna Migrante ha realizzato dei podcast in otto lingue, che sono rimbalzati anche al di fuori dei confini regionali nei gruppi whatsapp, tra le associazioni dei migranti e quelle di volontariato, per finire anche sul sito dell’ASL di Salerno.
È il risultato di un lavoro di squadra tra gli operatori dell’immigrazione, i mediatori culturali del Consorzio (gli stessi che rispondono al numero verde 800 210 505 del Progetto Pending, attivo durante l’anno per offrire il servizio di mediazione durante le visite mediche) i quali conoscono bene la condizione di isolamento linguistico nella quale gli stranieri conducono la propria esistenza, specie nei primi anni di permanenza sul territorio italiano.
Come sempre accade, e chiunque abbia trascorso un periodo sufficientemente lungo in una nazione estera ne può testimoniare, la prima comunità di riferimento di uno straniero è quella che parla la sua stessa lingua. È bisogno di certezze, di avere almeno qualche strumento per muoversi ed orientarsi in un mondo altrimenti completamente privo di appigli e punti fissi. Il richiamo ad una maternità della lingua che è un utero caldo in cui rifugiarsi. Ed è per questo che Radio Antenna Migrante svolge una funzione di sostegno che si fa sensibilmente ludica ma resta fondamentale. Raccontando la varietà multiculturale campana, attraverso suoni e parole d’altri mondi, arricchisce la trama del tessuto che avvolge il vivere insieme, in un quotidiano che restituisce ad ogni voce la sua dignità culturale, rassicurando i suoi attori sull’importanza della loro conservazione.
Nessuno dovrebbe allontanarsi tanto dalle parole con cui ha conosciuto il mondo. Esse sono la bussola, la cornice, la relazione primaria ed imprescindibile per comprendere, per leggere la realtà e la diversità, per definirsi un percorso di identificazione.
Citando il filosofo Jacques Derrida, nato ebreo, e algerino, di lingua francese, ricordiamo però che la condizione di un immigrato è tale per cui la lingua che “possiede” non è la lingua che abita, che la scommessa del senso è quasi sempre perduta, se non interviene chi gli restituisce la possibilità di una condivisione con gli altri. La sfida di Radio Antenna Migrante è allora proprio quella di realizzare contenuti che creino una comunità di senso condiviso tra la popolazione immigrata, valevole ancora più oggi, in un tempo in cui l’unione davvero fa la forza, e l’isolamento rema contro di essa.
Francesca Schiavo Rappo