Sin dall’inizio dell’epidemia, gli anziani rappresentano i soggetti tra i più vulnerabili all’infezione da coronavirus. Oltre alle migliaia di ricoveri e, purtroppo, di decessi che si registrano quotidianamente nei nostri ospedali, c’è un gran numero di persone in età avanzata in condizioni psicofisiche particolarmente fragili che si trovano isolati nelle loro case o presso strutture di assistenza.
In queste situazioni diventa ancor più preziosa l’azione sul territorio di enti e/o associazioni che operano in ambito socioassistenziale. A tal proposito, ci siamo chiesti come si stanno organizzando in questo periodo di emergenza straordinaria quegli enti che offrono servizi di sostegno agli anziani nel territorio del Vallo di Diano per conto del Piano Sociale di Zona, quest’ultimo divenuto nel 2018 Consorzio Sociale Valle di Diano Tanagro Alburni – Ambito S10 comprendente, complessivamente, 19 comuni che appartengono a due Comunità Montane, rispettivamente del Vallo di Diano e della zona del Tanagro.
Nello specifico, ne abbiamo parlato con la dott.ssa Rosa Valva, legale rappresentante e presidente del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa di Solidarietà “Luce”. Attiva da quasi vent’anni in ambito assistenziale, la Cooperativa opera nei comuni valdianesi di Sala Consilina e Monte San Giacomo per conto del Consorzio Sociale Valle di Diano Tanagro Alburni – Ambito S10.
Di cosa si occupa la Cooperativa “Luce”? E qual è il suo ruolo?
La Cooperativa si occupa di assistenza domiciliare ad anziani e disabili e di assistenza scolastica. È nata nel 2002 per volere di 10 socie, oggi 6, dopo aver seguito un corso organizzato dal comune di Sala Consilina l’anno precedente rivolto a disoccupati di lunga durata.
Chi sono i vostri utenti? Da dove provengono?
I nostri utenti sono anziani, disabili e minori residenti nei comuni di Sala Consilina e Monte San Giacomo.
Cosa offrite loro?
Le attività e i servizi svolti sono quelli affidateci dal Consorzio S10, per il quale lavoriamo, in seguito al bando di gara fatto nel 2017 e che nello specifico riguardano i servizi di assistenza domiciliare socioassistenziale e di assistenza domiciliare integrata a favore di persone anziane e fragili, anche non autosufficienti in ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) e SAD (Servizio Assistenza Domiciliare).
In questo periodo di particolare emergenza come vi siete organizzati? Avete adottato misure aggiuntive?
La cooperativa lavorando in zona rossa, Sala Consilina, ha dovuto modificare molti piani di intervento, poiché gli anziani con nuclei familiari presenti vengono monitorati solo in teleassistenza ed eventualmente si interviene su loro richiesta per assicurare i farmaci e la spesa. Per gli anziani soli si è continuata l’assistenza, ma cercando di limitare al massimo il contatto tra operatore ed utente. Naturalmente l’operatore può accedere al domicilio dell’assistito solo con DPI (Dispositivi di Protezione Individuali), forniti dalla cooperativa e previo contatto telefonico, che assicuri la non presenza di altre persone nel domicilio dell’anziano.
Nel comune di Monte San Giacomo, non inserita in zona rossa, stiamo svolgendo la nostra attività regolarmente.
Considerando le misure restrittive varate per fronteggiare il dilagare del contagio si rischia di avere un numero maggiore di anziani in condizione di necessità di ogni tipo isolati nelle loro case. Come fanno a mettersi in contatto con voi? O come fate voi a intercettarli?
I nostri utenti non sono occasionali, ma sono solo quelli che rientrano in un percorso di assistenza domiciliare già avviata, previa domanda che l’anziano ha fatto all’assistente sociale di competenza del comune di appartenenza.
Nelle recenti missive inviate dal direttore del Consorzio Sociale di Zona ai vari comuni si chiede la loro collaborazione per organizzare una distribuzione straordinaria di sussidi. In esse si specifica che devono essere i comuni a occuparsi del ritiro e della consegna a domicilio dei prodotti. Cosa ne pensa? Come vi siete organizzati al riguardo?
La missiva del Dott.re Florio riguarda la consegna del pacco alimentare, che il Consorzio, normalmente consegna a chi ne ha fatto richiesta ed è rientrato in una graduatoria, stilata dal Consorzio, su base comunale, ogni mese. Questo servizio, che non ha nulla a che fare con quello che gestisce la mia cooperativa, è stato sospeso perché il Consorzio non ha il personale per espletarlo. Ecco perché ha chiesto aiuto ai Comuni.
Angela Cimino