Citando Enrico Berlinguer, lo scorso venerdì Papa Francesco, il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, ha ricordato a tutti, in una San Pietro deserta tanto cara agli appassionati delle scenografie di Sorrentino, che “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.”
Il suo accorato appello alla solidarietà priva di agonismo, cristiano amore puro, spesso accostato alla parola carità, echeggia oggi per le vie silenziose di tutta la nazione, e tra coloro che si meritano l’appellativo di eroi, come i medici, gli infermieri, si trova anche chi, silenziosamente, si fa esempio di generosità e di cura prendendosi il carico di istanze assistenziali in modo del tutto volontario e gratuito.
Non chiamiamoli angeli, non accetterebbero. Ciò che li muove è una sincera e del tutto laica attenzione all’altro che li contraddistingue già come persone, meglio ancora come cittadini. Cittadini che hanno compreso il senso del vivere civile in modo attivo, che sanno che l’esistere è sempre in relazione, e nulla sfugge alla catena delle responsabilità e delle colpe. Non migliori cittadini, ma sposi, questo si, della causa di una società diversa.
Confermando la propria promessa hanno deciso quindi di offrirsi, spontaneamente, in questo quotidiano che tanto quotidianità più non è, per rispondere alle esigenze degli abitanti del proprio comune di residenza, dei più fragili in primo luogo, come gli anziani, di tutti gli altri poi.
Prima ancora che se ne registrasse l’urgenza, sebbene la misura fosse già prevista dal Comune e dal Piano di Zona, Giustino ha offerto alla comunità locale di Stella Cilento il suo tempo, venendo quindi contattato dal Comune che ha potuto così anticipare le necessità di buona parte della seppur esigua popolazione, progressivamente più spaventata e in difficoltà a causa delle restrizioni governative agli spostamenti e alle libertà individuali dettate dall’emergenza sanitaria Covid19.
“Le esigenze dei cittadini sono tante e si moltiplicano con l’aumentare dei giorni di quarantena. Inoltre la natura appartata del territorio non consente di svolgere sempre con celerità le principali mansioni. Alcune richieste possono essere garantite solo spostandosi fuori dal Comune” – ci racconta Giustino – “è il caso, ad esempio, dell’acquisto dei mangimi o dei prodotti per l’agricoltura. In questo ambito il servizio che svolgo si è dimostrato particolarmente utile consentendo che non venissero abbandonati i coltivi o che fossero trascurati i piccoli allevamenti.
Altro caso, ancora più importante, è quello relativo alla spesa farmaceutica. La nostra piccola farmacia è attualmente oberata di richieste. Aiutare a smaltirne le consegne, facendosi carico anche di ricordare i dosaggi e i modi di somministrazione ai pazienti ha di sicuro restituito un po’ d’aria all’unica dottoressa di riferimento. C’è ancora poi il ritiro del materiale sanitario dalla farmacia dell’ASL di competenza, che si trova a Vallo della Lucania e la più comune delle attività, che è la spesa alimentare su base bisettimanale. Per le persone è inoltre motivo di sollievo morale mantenere nel tempo che passa, senza soluzione di continuità alcuna, la certezza di avere qualcuno a disposizione per risolvere i piccoli e grandi problemi che si presentano comunque. Serve a non sentirsi abbandonati, e di sicuro in questo momento, ce ne è un grande bisogno. Piccole cose, insomma, che nel mare magnum del contagio hanno un impatto positivo e rassicurano la generale speranza della gente sul fatto che, alla fine, tutto andrà bene.”
Dopo averlo ascoltato non posso non chiedergli del mondo là fuori, di com’è diventato, dell’aria che tira, di quanta paura si respira.
“Il clima generale è buono” mi dice “le disposizioni vengono rispettate con pazienza, e con questa consapevolezza di un bene comune, ne usciremo presto” mi consola. “E la paura serve a mantenere alta la guardia, ma mai a mollare.” E di sicuro sorride, sotto la barba piena.
Francesca Schiavo Rappo