Inquietudine, senso di spaesamento, timore e circospezione. Queste, in sintesi, le componenti che stanno interessando i paesi di Polla e Sant’Arsenio, in questi difficili giorni caratterizzati dal Coronavirus. I 2 centri del Vallo di Diano sono stati interessati da casi di contagio. La diffusione ha costretto alla messa in quarantena del comune pollese. Comune, quindi, “chiuso” in entrata ed uscita, con la conseguente sensazione, da parte dei residenti, di trovarsi in una sorta di bolla ancora più ridotta della precedente.
L’arrivo, poi, dei militari, a presidio degli svincoli e delle strade ed in assistenza alle forze di Polizia, ha contribuito ad acuire il senso di emergenza e gravità del tutto.
Polla e Sant’Arsenio, oltre ad essere cittadine confinanti, sono dotate di ospedali, seppur utilizzati per finalità diverse. Al riguardo, da più parti, è arrivato l’invito a sfruttare la struttura di Sant’Arsenio (formalmente ex ospedale e destinata a diventare una struttura polifunzionale della salute) per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e rispondere così al meglio alle sempre più pressanti esigenze sanitarie.
Al centro dell’attenzione o, alcuni direbbero, nell’occhio del ciclone, di queste ultime settimane è stato il nosocomio di Polla, dove, tra valutazioni errate su pazienti positivi e provvedimenti presi, il personale sanitario sta cercando di fare il possibile per fronteggiare le criticità verificatesi e soprattutto quelle che potrebbero materializzarsi.
Un clima di incertezza, paura e di quasi incredulità che, tuttavia, ha fatto sì che i cittadini di entrambi i paesi seguissero le indicazioni e le restrizioni previste, con rare eccezioni.
La comunità di Sant’Arsenio, probabilmente la più “aperta e giovane” del Vallo di Diano, abituata a ritrovarsi in piazza, risulta particolarmente insofferente alla quarantena forzata. Anche alla luce dei casi di contagio accertati, in relazione ad un numero ridotto di residenti (2800).
A Polla, dove gli abitanti sono poco meno del doppio (5100), l’attività dell’ospedale, come già evidenziato, la fa da padrone. Prezioso crocevia logistico, il centro valdianese è chiamato a chiudersi in sé stesso e sperare.
Insomma, due realtà con caratteristiche diverse, ma accomunate, oltre che dall’essere confinanti, dallo spirito di assistenza e di accoglienza e dal dovere di combattere e resistere.
Cono D’Elia