L’emergenza Coronavirus sta segnando in modo deciso la quotidianità dell’Italia ed in particolare delle città. Anche i paesi e le aree meno vaste, tuttavia, sono chiamate a fare i conti con l’isolamento e la chiusura. Situazione che, in alcuni casi, costringe alla “quarantena” zone già di per sé isolate.
È il caso, per esempio, del Vallo di Diano, realtà territoriale non raggiunta da determinati servizi importanti, anche perché gradualmente privata degli stessi negli anni.
Il Coronavirus, però, è puntualmente arrivato e con esso il carico di dubbi, paure e sospetti.
Dubbi legati a tutto ciò che del virus ancora non si sa, ma anche a ciò che ben si conosce. Come quanto accaduto all’ospedale di Polla, dove una donna calabrese, che stava viaggiando su un pullman con altre persone, dopo essersi sentita male nei pressi di Sala Consilina, si è recata al nosocomio valdianese. La stessa è stata dimessa dopo che un primo tampone aveva dato esito negativo. Il secondo, tuttavia, sarebbe risultato positivo, costringendo il personale sanitario a contattare d’urgenza la donna al fine di attivare i protocolli del caso. Il fatto ha richiesto la messa in quarantena di 23 tra medici, infermieri, OSS ed ausiliari che hanno avuto a che fare con la paziente, nonché dei viaggiatori del bus. Al riguardo la Procura di Lagonegro ha aperto un’indagine.
I casi registrati nel territorio hanno poi fatto il resto, producendo una sensazione di scoramento e di estrema inquietudine. Ad innescare il contagio è stato un raduno religioso tenutosi ad Atena Lucana. Nel corso dell’incontro, partecipato da un folto gruppo di residenti del Vallo e di altre aree della provincia di Salerno, gli stessi avrebbero bevuto tutti dallo stesso calice (al riguardo è arrivata la smentita del Vescovo e di alcuni parroci del posto). Ciò ha portato alla positività di 16 persone ed al rischio contagio per circa 100. E soprattutto a disporre la quarantena, da parte della Regione Campania, per i centri di Sala Consilina, Polla, Caggiano ed Atena Lucana, dai quali è vietato entrare ed uscire.
Il presidente della Regione Campania De Luca, al riguardo, ha parlato di “gravi episodi di irresponsabilità e di mancato rispetto delle disposizioni”.
Il tempo del Vallo di Diano, come quello di tutta l’Italia, è come sospeso. Ma quello del comprensorio appare un po’ più sospeso degli altri, tra ciò che manca e quello che si ha paura di perdere, tra ciò che non si conosce e di cui si ha paura e quello che è risaputo e incute timore nella stessa misura.