In un mondo in cui tutto sembra fuggire e ogni istante è proiettato verso il futuro alla fulminea velocità della luce, in una società dove troppo spesso la storia, l’arte e le tradizioni vengono confuse con l’obsoleto e l’inutile, qualche persona lungimirante mira a conservare tutto ciò che è stato per poter illuminare le generazioni future. Il popolo del Cilento è un modello esemplare che coniuga, arte, amore per il passato, rispetto delle tradizioni e della memoria. In questa Terra di sapori, profumi, colori e originalità, gli uomini operano laboriosamente per difendere ciò che è stato e che ci permetterà di essere ancora. Alcuni di costoro che, pur non possedendo la tecnica e la cultura dell’artista, hanno saputo esprimere con la pittura, col legno, con la pietra, con l’argilla i motivi universali della vita umana, meritano quindi un plauso. Un notevole contributo culturale all’arte popolare cilentana l’ha dato certamente Francesco Coccaro di Sacco con la sua produzione artistica di legno intagliato. Le sue opere, che rappresentano scene profondamente umane, propongono ciclicamente i momenti salienti della vita dell’uomo. Episodi biblici, scoperte scientifiche, uomini illustri, protagonisti delle favole di Esopo, personaggi della mitologia si susseguono di tanto in tanto ai temi della cristianità a lui particolarmente cari. Francesco Coccaro è stato uomo di grande generosità verso il, lavorando gratuitamente per la chiesa parrocchiale di S. Silvestro ove, oltre alle varie cornici e nicchie per le statue dei santi, nel 1959 intagliò il battistero e nel 1976 l’altare maggiore. Il suo museo, in cui è riuscito a raccogliere gran parte della sua produzione artistica, è testimone di una vita dedicata a sublimare il suo lavoro di ebanista. Carmine Astore di Orria, nella difficile arte di intagliare la pietra locale (l’arenaria cilentana), ha fatto emergere, con le sue raffigurazioni che rievocano il passato, intriso di memorie e di immagini simboliche, la cultura dei miti popolari nel Cilento. Le sue opere, che rappresentano in maniera stilizzata e ideale il mondo umano e animale, si ispirano al mondo dei racconti popolari ascoltati da bambino, personalizzati da una sensibilità artistica originalissima ed espresse col paziente lavoro della scalfitura. Michele del Verme di Prignano Cilento, appassionato studioso di storia locale e profondo conoscitore della realtà socio-culturale del luogo, ha dedicato gran parte della sua vita a ritrarre la vita contadina, riproducendo su tela i diversi momenti della vita rurale. Nelle sue opere, che ritraggono la mietitura, la vendemmia, la raccolta e la lavorazione delle ulive, la trebbiatura, la celebrazione di una festa, ecc., la pittura è semplice, realistica e ricca di particolari, ma riesce a comunicare con facilità l’essenzialità del messaggio. Giuseppe Ferro, che trascorre gran parte del tempo libero in una piccolissima bottega a Galdo Cilento, è conosciuto in tutta la provincia per la sua straordinaria abilità nel ricavare dal legno di castagno oggetti di ornamento. I rami di castagno, opportunamente trattati col calore di un forno, divengono fra le sue mani dei vimini sottilissimi che prendono le forme frutto della sua fantasia: abat-jour, portagioie, canestri, borsette anche di piccolissime dimensioni. A differenza di altri che usano canne, salici o altri tipi di vimini, Giuseppe Ferro è l’unico ad usare il legno; le locali manifestazioni culturali e sagre sembra non possono fare a meno della sua presenza, tanto i suoi piccoli capolavori attirano. Domenico di Marco, un giovane artigiano della pietra di Agnone Cilento, esprime la sua passione nel costruire in miniatura, con pietre e calce, e curati nei minimi particolari per renderli il più possibile simili agli originali, ponti, case rurali, edicole e case gentilizie. Il suo modo di concepire il rapporto terra-territorio è un duro monito per gli architetti del luogo che hanno ignorato lo stile di un certo tipo di costruzione rurale e hanno trasformato, con i loro progetti innovativi, la forma più naturale di questo territorio. Guerino Galzerano di Castelnuovo Cilento, che ha dedicato gran parte della sua vita a rivestire con mosaici di ciottoli le pareti interne ed esterne delle case, e i muri delle vie e dei vicoletti del paese, ha lasciato un’impronta artistica non indifferente nel territorio cilentano. Egli ha voluto rendere, con le sue opere, solennità e bellezza ad alcuni angoli del suo paese, quasi a voler allontanare dalla memoria le brutture del mondo che ha conosciuto durante le sue mille peregrinazioni. A Pollica, la professoressa Lina Pinto si è imposta all’attenzione dei cultori dell’arte per come riesce a modellare i personaggi del presepe. La tecnica compositiva è simile a quella utilizzata dai maestri pastorai napoletani: testa, mani e piedi di creta e il corpo di stoffa e paglia rivestito con abiti finemente modellati e ricamati che riproducono gli antichi costumi cilentani. I personaggi così ottenuti vengono utilizzati per il presepe a Natale e poi esposti a Pollica nel mese di agosto durante la festa paesana. Michele Benvenga, di Sassano, inizia giovanissimo a manifestare la passione per l’arte, soprattutto per il disegno, l’intaglio e l’intarsio del legno. L’amore per il legno è di antica tradizione familiare. È infatti vivo in Benvenga, il ricordo del padre falegname, da cui eredita la conoscenza dei materiali e le tecniche di lavorazione che perfeziona negli anni grazie a continui studi e ricerche, tecniche che esaltano la plasticità dei materiali; la delicatezza delle linee e la dolcezza nelle forme sono prerogative innate in Michele Benvenga che con la sua arte è conosciuto in diverse regioni d’Italia. Una sua recente opera in massello di noce ed ulivo ha arricchito la chiesa ortodossa di Santa Maria Assunta nel paese di Cività (CS), un’opera che i civitari possono ammirare e mostrare con orgoglio. Il profumo del legno che si respira nella sua bottega, come già in quella paterna, è l’ossigeno indispensabile alla sua esistenza, l’unica ragione della sua vita. Donne e uomini di una Terra magica che portano la magia nel mondo.
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