La Cina ed i cinesi, nelle ultime settimane, sono al centro dell’attenzione. Le notizie in merito al coronavirus si susseguono velocemente, così come i dati e gli aggiornamenti sul numero dei contagiati e delle vittime. Per alcuni versi si tratta di una vera e propria psicosi, soprattutto dopo i casi di contagio accertati in Europa ed in Italia. Oltre all’aspetto legato naturalmente alla salute, a fare le spese della paura generalizzata sono anche le attività commerciali gestite da cinesi in diverse città italiane. A Milano, come a Firenze, a Roma come a Salerno. E proprio in quest’ultima città i commercianti asiatici si dicono fortemente penalizzati. Da qualche giorno, infatti, si registra una decisa contrazione degli affari per ristoranti e negozi asiatici con, in alcuni casi, addirittura le saracinesche abbassate.
Quella dei cinesi che operano in Italia ha sempre rappresentato una dinamica complessa, a tratti intricati. In molti casi il loro stanziamento e lo spirito di iniziativa e di abnegazione è stato accompagnato da un carico di curiosità e parziale diffidenza. Il tutto anche per via degli investimenti, in alcuni casi ingenti, che hanno portato alla nascita, un pò in tutte le città d’Italia, di ristoranti, negozi di abbigliamento e di articoli per la casa.
Tanto che nel tempo sempre più persone hanno imparato a far riferimento a tali strutture, sia per ragioni di economicità e praticità, sia per la varietà dell’offerta.
Ma nello specifico quanti sono i cinesi presenti a Salerno e provincia?
Stando ai dati relativi al 2019, sono 940 distribuiti in 46 centri sui 158 totali che caratterizzano la provincia di Salerno. A Salerno capoluogo risultano 136 cinesi residenti. A seguire Scafati con 132, Eboli con 61, Battipaglia con 58 e Nocera Inferiore con 48. Per quanto riguarda, nello specifico, il Vallo di Diano, si contano 24 cinesi a Sala Consilina, 10 ad Atena Lucana, 4 a Polla, 2 a Teggiano ed uno a Padula.
Un trend crescente, anche se l’attività asiatica, a Salerno come in tutta Italia, non vede esclusivamente aperture ed iniziative, ma anche la chiusura, dopo un pò di tempo, di alcuni negozi. In particolare nei paesi più piccoli.