Venerdì 7 febbraio 2020, nell’Auditorium della Fondazione Alario in quel di Ascea, è stato presentato il “Progetto per Velia”, in un incontro con il territorio. Hanno introdotto la serata il Sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo e il Direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia Gabriel Zuchtriegel. Una sala piena all’inverosimile ad omaggiare il Principe dei due Parchi Archeologici del Cilento. Molti i sindaci del territorio presenti, tutti uniti in un unico afflato per il Direttore, portatore di una nuova e concreta idea di rilancio e valorizzazione di Elea-Velia. Per Marcello D’Aiuto, Presidente della Fondazione Alario, l’accorpamento tra Paestum e Velia è fondamentale, per impostare un vero e sano sviluppo del Cilento e le sue propaggini, in una propensione sempre tesa alla crescita e alla valorizzazione del nostro patrimonio storico-culturale, la presenza, stasera ad Ascea, di tanti cittadini dimostra la validità del matrimonio tra Paestum e Velia. Il Direttore Zuchtriegel e il Ministro Franceschini su sollecitazione di Alfonso Andria, bene hanno fatto ad accorpare le due aree Archeologiche di Paestum e Velia, nella speranza che esse diventino il vero centro di sviluppo del Cilento. Il Sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo, ha ribadito l’importanza di un unico Parco Archeologico tra Paestum e Velia. Questo è un atto storico, che s’innesta in una storia millenaria. Velia patria della filosofia e di Parmenide. Velia, che ha dato rifugio a Bruto, dopo l’assassinio di Cesare. Velia testimone dell’incontro tra Bruto e Cicerone, dopo le Idi di marzo. Velia culla della civiltà occidentale. Il rilancio di Velia passa attraverso il restauro delle terme ellenistiche e romane, dalla messa in sicurezza di Porta Rosa e dalla sistemazione della strada che conduce all’Acropoli, realizzata dalla Comunità Montana. Il Parco Archeologico di Velia si estende per 150 ettari. Alla manutenzione ordinaria di un’area così vasta, serve la collaborazione di tutti i presenti, dai sindaci alle associazioni, dalle istituzioni ai cittadini. Bisogna proseguire con lo scavo di Velia, che è stata scavata solo per il 15%. È necessario costruire un Museo Archeologico ed avere in situ guide che parlino le lingue. Ma tutto questo sarà inutile se non si sistemano le strade e se i “Freccia Rossa” non fanno tappa nella nostra stazione. Velia ha soli 35.000 visitatori. Per incrementare il numero dei visitatori bisogna creare la rete dei siti archeologici regionali, realizzare itinerari culturali, cambiare i luoghi, renderli compatibili con i contesti naturalistici e storico-culturali. Sono gli uomini che cambiano i luoghi e non viceversa. L’affollato Auditorio della Fondazione Alario, ha galvanizzato l’On. Alfonso Andria, membro del CDA del Parco Archeologico Paestum Velia, e, primo fautore dell’unione tra i due Siti Archeologici. La folta platea di cittadini è sinonimo di una realtà viva e pensante. I cittadini sono il fulcro della cultura. L’On. Andria non si fatto sfuggire l’occasione per raccontare della sua prima volta a Velia. Era il 1973, ero stato appena assunto all’ETP di Salerno, non conoscevo Elea, ma sono stato edotto da un maestro, Mario Napoli, che mi ha guidato alla scoperta della Città di Parmenide, come Virgilio con Dante, ma invece che nell’inferno, sono stato accompagnato nel paradiso. Per la destagionalizzazione fu organizzata una stagione teatrale con Tino Buazzelli e Paola Pitagora.Nel 1998, Paestum, Velia e la Certosa di Padula, diventano patrimonio UNESCO. La Provincia di Salerno si adoperò affinché le emergenze naturali e storico-culturali del Cilento fossero inseriti nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità. Ho spinto molto per l’unione di Paestum e Velia, importanti riferimenti della civiltà occidentale. Sud e Nord uniti nel segno della mediterraneità. Un grazie va a Giovanna Scarano, Direttrice del Parco Archeologico di Velia. Un doveroso ringraziamento alla sapiente direzione di Gabriel Zuchtriegel, che ha saputo dare nuova visibilità a Paestum, sia all’interno che all’esterno, con una azione di promozione e valorizzazione che ha contribuito ad aumentare esponenzialmente i flussi turistici nazionali e internazionali. La palla adesso passa dalle istituzioni, agli enti locali e ai cittadini, che devono essere protagonisti di questa nuova stagione. Sono i cittadini i veri artefici della cultura, sappiano tirare, il Cilento, fuori dalle sabbie mobili della marginalità, economica ed occupazionale. Dopo la ricca e benevola introduzione del Presidente D’aiuto, del Sindaco D’Angiolillo e dell’On. Andria, ha preso la parola il Direttore Gabriel Zuchtriegel, che ha sottolineato l’enorme importanza dell’incontro con i cittadini, per immaginare un progetto per Velia. Il Parco Archeologico di Velia ha bisogno di manutenzione, di valorizzazione, di una idea e un obbiettivo condiviso. Bisogna avere una visione e chiedersi cosa rappresenta per tutti noi Velia. Prima chiariamoci sul destino di Elea, e, poi avanti con la ricerca scientifica e universitaria, che sono fondamentali per Velia. Importantissima e strategica, inoltre, è la collaborazione delle comunità locali. La fusione dei Siti Archeologici di Paestum e Velia, rappresenta un cambiamento epocale. Bisogna attuare una strategia di Parco Archeologico Diffuso del Cilento, che deve necessariamente coinvolgere Policastro, Rocca Gloriosa, Buccino e tutte le altre realtà storico-archeologiche presenti nel territorio. In una prospettiva di rilancio dell’intero territorio cilentano è necessaria la partecipazione di tutti. Senza il sostegno delle amministrazioni, delle associazioni e dei cittadini, tutto questo non sarà possibile. La nostra missione è la preservazione e valorizzazione dei nostri beni culturali, un patrimonio di tutti che va conosciuto e tramandato. Aumentare gli incassi del Parco Archeologico di Velia, rappresenta uno degli obbiettivi. Fondamentale però è lavorare sulla qualità partendo dalla ricerca, per un’archeologia circolare. Il nostro obbiettivo è quello di fornire un servizio di qualità ai visitatori, accompagnare i singoli fruitori dell’Area Archeologica nella consapevolezza, di aumentarne il loro livello esperienziale. I primi visitatori di Elea-Velia dobbiamo essere noicittadini, che per nostra cultura e informazionedobbiamo usare le domeniche ad ingresso gratuito, per conoscere la nostra storia, potendoci così chiedere, con cognizione di causa, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? Per Velia sarà necessaria una nuova stagione di manutenzione e restauri, a partire da Porta Rosa fin sull’Acropoli. Bisogna rendere fruibile il teatro sull’acropoli, restaurare il tempio sotto il castello medievale e tagliare l’erba. L’appello accorato a tutti i presenti, del Direttore Gabriel Zuchtriegel, è stato… Aiutateci a tagliare l’erba! Per Elea-Velia non è importante la manutenzione ma anche un museo. Un museo che non sia solo uno spazio espositivo, un deposito, dei laboratori, ma anche luogo di aggregazione sociale e culturale a servizio del territorio. Un museo della bellezza, dell’arte, che coinvolga i cittadini e faccia vivere il patrimonio come una cosa propria. All’appassionato intervento del Direttore Zuchtriegel, hanno fatto seguito le parole del Sindaco di Capaccio-Paestum Franco Alfieri, che manifestato tutta la sua soddisfazione per l’avvenuta unione tra Paestum e Velia. Questo è un bel giorno, difficile da immaginare solo qualche anno fa. Appena eletto sindaco di Capaccio-Paestum, ho auspicato la volontà di collaborare con Velia, che non poteva e non può essere separata da Paestum. Il matrimonio tra Paestum e Velia si doveva necessariamente fare ed è stato celebrato. Tutto è stato possibile grazie alla grande fortuna di avere come direttore Gabriel Zuchtriegel, i 450mila visitatori di Paestum sono dovuti a lui. Ma per far conoscere al mondo il nostro patrimonio, dobbiamo prima apprezzarlo noi. Per adesso il matrimonio tra Paestum e Velia è solo un pezzo di carta. Dobbiamo trasformare questo pezzo di carta in atti concreti. Da oggi possiamo essere artefici del nostro futuro. Oggi è stata scritta una bella pagina per il nostro territorio e per le nuove generazioni. La concretezza auspicata dal Sindaco Alfieri è stata colta dal rappresentante della Fondazione Pietro Ebner, che ha comunicato alla numerosa platea, la volontà della Sottosegretaria Anna Laura Orrico e del Ministero dei Beni Culturali, a finanziare la costruzione del Museo di Velia con 10milioni di euro. Un altro atto concreto sarebbe quello di approvare la legge Daniele, simile alla legge Zanotti Bianco per Paestum, che avrebbe portato a Velia 9milioni di euro. Questi sono atti concreti, che potrebbero far fare un salto di qualità a tutto il Cilento. Stessa concretezza sottolineata da Presidente della Comunità Montana Speranza, nell’avere messo a disposizione del Parco Archeologico di Velia, le strutture egli uomini della Comunità Montana, con interventi che hanno interessato lo sfalcio dell’erba, la vigilanza antincendio e la messa in sicurezza della strada d’accesso all’agorà, tutto fatto sotto la stretta sorveglianza della Soprintendenza. La valorizzazione di Velia passa dal taglio dell’erba alla creazione di un sentiero archeologico che colleghi Paestum a Velia, così come auspicato dal Direttore Zuchtriegel. Giovanna Scarano Direttrice del Parco Archeologico di Velia, felice dell’unione tra Paestum e Velia. Durante la sua reggenza ha dato priorità alla conoscenza. Paestum e Velia hanno origini comuni e condivise, la loro fortuna sarà nella creazione di una rete, che faccia della conoscenza il suo punto di forza. Siamo tutti proprietari e custodi dei nostri beni culturali, il nostro futuro è indissolubilmente legato al nostro passato, in una soluzione di continuità che ci vede tutti coinvolti. Nonostante le scarsissime risorse a breve metteremo in sicurezza Porta Rosa, essa è rappresentativa di Elea, come la Tomba del Tuffatore lo è di Paestum. Il rapporto tra Paestum e Velia si fa risalire a 2.500 anni fa. Erodoto scrive che i Focei fondarono Elea dopo aver appreso da un uomo di Posidonia-Paestum che la Pizia, quando ordinò loro di fondare Cirno (Corsica) si riferiva all’eroe Cirno, figlio di Eracle, e, non all’isola. I Focei furono cacciati dalla loro patria, Focea in Turchia, dai persiani nel 545 a.C., si recarono in Corsica (Cirno), da dove furono cacciati da una coalizione Etrusco-Cartaginese nel 540 a.C. Dopo la sconfitta si rifugiarono a Rhegion (Reggio Calabria), dove incontrarono un uomo di Posidonia, che spiega loro che la terra dove costruire la propria città non era la Corsica , bensì l’Enotria (Cilento), dove nel 540 a.C. fu effettivamente fondata Hyele o Elea. Poseidonia favorì la fondazione di Elea-Velia, perché insieme alla madrepatria Sibari, aveva interesse a fare insediare una colonia greca, tra la valle Dell’Alento e Palinuro. Questa a grandi linee è la storia del rapporto tra Paestum e Velia. Questa vicenda Magno-Greca, ha avuto il suo momento esaltante nella serata d’onore per il principe dei due Parchi, Gabriel Zuchtriegel, il 7 febbraio 2020, nell’Auditorium della Fondazione Alario. Sono giunte in quel di Ascea, tutte le baronie sindacali, ad omaggiare il primo inter pares. C’era bisogno di un nuovo re normanno per mettere insieme i maestri del litigio, per rabbonire le velleità di baroni e baronetti, di unire le individualità di conti e contesse. Tutti insieme appassionatamente alla corte del magnifico direttore. Unico assente solo il barone del Parco Nazionale. Non c’era riuscito l’UNESCO a farli ragionare come un’unica comunità, non c’era riuscito l’Angelo di Acciaroli, ma è bastato che scendesse dalla mittleuropa l’Arcangelo Gabriele per unire in un unico afflato maggioranza e opposizione. La valorizzazione di Elea-Velia, parte dal taglio dell’erba, ma la Dionisia si è dichiarata contraria e si è raccomandata di non tagliarla tutta con ragionevoli argomentazioni, noi più sommessamente pensiamo che quella “Buona” non vada toccata, ma coltivata con amorevoli tecniche agronomiche. Elea-Velia era famosa per un’erba miracolosa con cui si curavano una miriade di affezioni e malattie e tutti venivano a Hyele per provare l’effetto dichiarato. Come una RockStar, il Direttore, ha condotto la serata, la numerosa platea pendeva dalle sue labbra, le sue parole hanno inebriato la sala di speranza e comunanza. Forse per Velia e Paestum ci sarà un futuro glorioso, rimane però il Testo senza Contesto. Nella numerosa manifestazione d’affetto per Gabriel, però, era assente la “Bellezza” dei luoghi, solo il Sindaco di Ascea, ha accennato al rapporto tra uomini e luoghi, mentre il rappresentante della Fondazione Ebner ha chiesto l’approvazione della legge Daniele per Velia, che ricalca la legge Zanotti Bianco per Paestum. Nessuno ha parlato della Legge 220 del 1957. Forse la valorizzazione di Velia-Paestum, passa per un unico Parco Archeologico, che coinvolga anche tutto il resto, ma il sentiero archeologico, prospettato dal Direttore, attraversa luoghi devastati con una furia distruttrice, fatta di cemento, case casette, villini, villaggi, villagetti, lungomari, colline spianate, pianure infettate da monnezza e reflui zootecnici e quant’altro ha potuto contribuire all’esplosione di una economia di rapina. Una furia distruttrice concepita e realizzata con il consenso di quelli che oggi, guardano al salvatore della patria con rinnovata fiducia. Così mentre il Direttore si confina dentro le mura di Velia-Paestum, tutto intorno vive e impera la “Bruttezza”. Non so se la “Bruttezza” c’è l’ha chiesta l’Europa, so però, che un principe europeo, forse riuscirà nell’ardua impresa di unire i sospettosi e individualisti consoli cilentani. D’altronde noi del Sud siamo abituati ai principi stranieri, come si dice “Franza o Spagna, basta che se magna”. Questa volta anche Germania soprattutto. La sensazione che il palco dell’Auditorium della Fondazione Alario ha trasmesso è quella di una cultura tenuta in piedi, senza soldi, con “spizzichi e sputazze”. La Scarano e il buon Gabriel hanno dato l’impressione di essere come l’ultimo dei Moicani, l’ultimo soldato giapponese rimasto a presidiare un avamposto da solo, un coriaceo resistente anche a guerra persa e finita. Se c’è del “Bello” negli ultimi avamposti di Paestum e Velia è ben nascosto, mentre nuovi “Gualani” in Porche e Mercedes, scorrazzano per la Chora Velina e Pestana. Se fossimo veramente Eleatici e Parmenidei, dovremmo chiedere a loro cosa hanno fatto per Velia e Paestum e non sentirci, noi, in colpa per la mancata attenzione verso la città dei nostri avi. Tutti Hanno sostenuto la necessità di costruire un Museo Archeologico a Velia. Per rivitalizzare un territorio, però, sarebbe necessario costruire dieci, cento, mille musei… una considerazione di Luigi Necco fatta nel Museo Di Hera Argiva in occasione del cinquantenario della legge Zanotti Bianco. Dopo 2.500 anni Paestum e Velia, città amiche-nemiche tornano ad unirsi, grazie a Dario Franceschini, Alfonso Andria e Gabriel Zuchtriegel. Forse dalle parole passeremo ai fatti, per adesso rimane solo la buona volontà.
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