di Oreste Mottola
AGROPOLI. . «Sono un top player, non resto in panchina», Franco Alfieri esorcizza così questo assai strano e singhiozzante inizio di campagna elettorale regionale. C’è il nemico a viso aperto, in piazza i grillini con il loro gazebo confondono e disperdono i militanti democrat e i seguaci personali dell’ormai ex sindaco di Agropoli, Franco Alfieri. C’è poi quello più insidioso che, forte della data delle elezioni che sembra doversi allungare fino alla prima settimana di giugno, usando le dimissioni del ministro Lupi e l’inesorabilità delle sanzioni della Legge Severino, prova a riroporre un altro nuovo candidato alla presidenza, questa volta il ministro Andrea Orlando. Con almeno tre altre sottoipotesi. Alfieri non ci sta a continuare a riscaldarsi ai bordi del campo e a aspettare il fischio d’inizio. Si muove con ancora la tuta addosso e non la tenuta ufficiale con il numero che per altro non serve visto che, come è noto, la preferenza va data scrivendo il nome. Anche Alfieri ha un nemico interno rappresentato dal suo coinvolgimento nell’inchiesta Due Torri, «Chi fa polemiche vuole fare demagogia e strumentalizzare un processo penale». «Sulla scheda – ha detto – i cittadini dovranno scrivere il mio nome, quindi sono liberissimi di scegliere tra le illazioni, il sospetto e la persona che conoscono, quella leale, concreta e che fa le cose per bene». «Poi – ha aggiunto – ci sono delle leggi e nel momento in cui dovesse esserci una condanna ognuno si dovrà prendere la sua responsabilità. «Sarebbe un peccato se un grande calciatore, uno in grado di risolvere le partite, restasse in panchina soltanto perché un giorno dovrà subire un processo da parte un tribunale sportivo». I primi materiali elettorali che si vedono sono privi del simbolo del Pd e del nome di Vincenzo De Luca, presidente. Lo “start” alla sua corsa è stato comunque dato dall’inaugurazione pubblica, domenica 22 marzo, la sede di Agropoli del comitato elettorale di Franco Alfieri, che sarà candidato alle elezioni regionali a sostegno di Vincenzo De Luca. Nelle prossime settimane saranno aperti comitati anche in altri centri della provincia di Salerno. La sede era piena come un uovo e qualcuno piuttosto che fare la calca è sceso di nuovo giù a comprare le pastarelle per il pranzo domenicale. Più che i soliti vip si sono notati glli “uomini – macchina” che dovranno sospingere diverse decine di migliaia di preferenze verso l’avvocato di Torchiara. Lla sua campagna elettorale che sarà caratterizzata dallo slogan #concreti per cambiare adesso. A fare le domande al candidato sono gli anchorman delle tv locali, dando comunque l’impressione che cercavano più di farsi notare da “Franco” che davvero per porre questioni di rilievo. “Diamo inizio – ha detto – ad una campagna elettorale intrisa di passione, di voglia di cambiamento, in un certo senso anche di rabbia che raccogliamo nei territori, ma soprattutto di speranza. I cittadini sono responsabili dei rappresentanti che mandano nelle istituzioni e la Regione è l’ente più importante per lo sviluppo. In questi ultimi cinque anni si è registrato un disastro a partire dalla sanità, passando per i fondi europei, i trasporti, la viabilità, lo sviluppo delle aree interne. Un disastro che vogliamo rimuovere e con una guida come Vincenzo De Luca che ha saputo trasformare e dare un volto nuovo come fatto con Salerno, ci riusciremo. Io lo voglio accompagnare in questa avventura che non vuol significare incertezza, ma al contrario sarà la certezza di un cambiamento per la Regione Campania per dare una speranza che dovrà riguardare tutta la comunità campana. Questa sfida si va ad aggiungere alla sequenza di successi elettorali che ho avuto nel mio percorso. L’esperienza di sindaco è insostituibile per chi vuol far politica, è la palestra migliore perché ti fa confrontare con la gente e capire che bisogna innanzitutto ascoltare. Inoltre l’esperienza da sindaco fa capire le piccole cose, offre un bagaglio culturale utile per affrontare in maniera decisa e determianta anche la sfida della Regione. De Luca, Renzi e tanti altri, hanno quel piglio proprio perché portano con sé il bagaglio di sindaco. Io ho fatto il sindaco in due comuni e porterò sul ring la mia esperienza”. L’impressione finale il “rullo”, “la ruspa”, come gli intimi lo definiscono, è in moto già per una raccolta di un’ampia messe di voti da Nocera a Sanza tanto da sospingere il sindaco con più di anni carica, trenta tra Torchiara e Agropoli, ma ancora giovane verso un prestigioso e fruttuoso assessorato regionale. E, già che c’è, far riaprire quell’ospedale così inopinatamente chiuso.