Un patto, tra cooperative, per dare una marcia in più allo sviluppo della Valle del Calore e degli Alburni, le aree interne salernitane incuneate tra Vallo di Diano e Cilento, e che s’aprono appena oltre Eboli e Paestum. ‘Propongo un vero e proprio tavolo tecnico. Ogni due mesi riuniamoci, tra aziende cooperative, per vedere il da farsi.’ è la proposta di Antonio Marino, dinamico direttore della B.C.C. di Aquara. ‘Penso ad una forma di partenariato permanente.’ precisa Luigi Scorziello, capo della Coldiretti salernitana. Sì, è nella cooperazione il primato socio economico o, come meglio si preferisce, il tratto distintivo, della Valle del Calore. Molta strada è stata percorsa, da quando, dagli inizi degli anni ’50, trenta soci s’associarono, a Castel San Lorenzo, nell’olivicola “S. Giovanni Battista”. Le storie sono diverse. Si va dalla banca credito cooperativo di Aquara, 25 anni d’attività, che è sbarcata, pur partendo da una piccola realtà, nella Piana Del Sele, vendendo prodotti finanziari: Dimostrando – e lo ha sottolineato il sen. Gaetano Fasolino – di saperci fare in un settore molto sofisticato, dalla Cantina Sociale Val Calore che all’olio ed al vino di queste zone ha messo il valore aggiunto dell’associazionismo e di una moderna politica di marketing. ‘Ci siamo finalmente messi in cammino anche noi.’ racconta Guglielmo Capuano, presidente della coop. ‘Il Marrone, pur avendo accumulato vent’anni di ritardo per le lungaggini burocratiche.’. E poi c’è l’olio delle “Fattorie degli Alburni”, guidata da Alberico D’Urso, con la “Rocchese del Calore”, la coop, d’allevatori bufalini di Luigi Scorziello, che è anche vicepresidente della BCC di Aquara ed esponente della Camera di Commercio, mentre a Felitto c’è la promettente “Difesa Nuova”, specializzata in carni alternative. ‘E’ il territorio che origina cultura ed economia’, commenta Michele Bianco, dirigente del Sesirca (ricerca agricola) regionale. Un quadro idilliaco? Le difficoltà sono tante: ‘Dobbiamo riconvertire i nostri vigneti mettendo a coltura i migliori vitigni autoctoni campani di pregio (Aglianico e Fiano, ndr) al posto delle varietà “da massa” che “attualmente prevalgono.”’ annuncia un preoccupato Giuseppe Graziuso, presidente della Val Calore. ‘Non abbiamo più i contributi perché non usciamo prodotti chimici per pulire i castagneti dalle infestanti. E’ una misura indispensabile per salvaguardare le importanti falde idriche della montagna. Siamo discriminati.’ denuncia Guglielmo Capuano, de “Il Marrone”, ‘quando andiamo a chiedere i carburanti a prezzo agevolato per produrre il vapore per fare i marron giacé. I costi energetici ci mettono fuori mercato. E quest’anno l’andamento climatico particolare ci ha fatto perdere gran parte della produzione. E’ angoscioso riconoscere al produttore il 30% del prezzo dell’anno scorso.’. ‘Qualche notizia positiva c’è anche per la castagna. Abbiamo concluso l’iter per fare riconoscere il marchio di tutela del nostro marrone.’ annuncia Santangelo, dirigente agricolo regionale, la documentare è presso il Ministero dell’Agricoltura che poi la passerà all’Unione Europea. Per la fine dell’anno ci sarà già un marchio provvisorio. E le nuove regole europee cominciano a farsi sentire pesantemente. ‘Questo è l’ultimo anno che gli uffici regionali istruiranno gratis le domande dei proprietari degli oliveti che vorranno fare parte dell’area della dop, la denominazione di origine protetta. Dal 30 giugno opereranno società private di certificazione. Che occorrerà pagare’ informa Gorga, funzionario della Stapa Cepica. A concludere il convegno di Castel San Lorenzo è stato Gennaro Mucciolo, consigliere regionale dello Sdi: ‘Sono l’unico a rappresentare alla Regione tutta la vasta zona che sta sotto il confine del Sele. Ne sento la responsabilità.’ ha commentato l’ex sindaco del paese dei sette vini doc, ‘come la consapevolezza che dobbiamo difendere coi denti quello che abbiamo. Per la Valle del Calore sono le risorse agricole e l’ospedale di Roccadaspide. Un limite forte ci arriverà dal federalismo fiscale, una sciocchezza dell’Ulivo, che decurterà, da qui al 2013, gli investimenti. Per questo, già da oggi, dobbiamo ragionare in termini di “qualità totale” delle cose che andiamo a mettere in essere. Ci aspettiamo altre cose positive dall’estensione dei Pit per Paestum e Velia, da estendere anche alla nostra zona, e dallo sblocco dei Patti Territoriali.’ Basterà, tutto ciò, per dare il giusto compenso a chi lavora la terra, così come ha efficacemente chiesto Giuseppe Graziuso, presidente della Cantina Sociale.
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