Considero di particolare importanza una delle disposizioni relative alla riorganizzazione del MiBACT proposte dal Ministro Dario Franceschini e contenute nel DPCM 27 novembre 2019.
In particolare mi riferisco all’accorpamento del sito di Velia all’Autonomia amministrativa e gestionale del Parco Archeologico di Paestum.
Per la verità già all’indomani della prima riforma Franceschini (2014) avevo rappresentato al Ministro, anche per iscritto, l’opportunità di una gestione unificata delle due realtà archeologiche, sostenuta da varie motivazioni che provo a ripetere in sintesi:
✓ entrambe rientrano nel medesimo Sito UNESCO (iscritto nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dal 1998 sotto la voce “I Paesaggi culturali del Parco del Cilento e Vallo di Diano, con le emergenze archeologiche di Paestum e di Velia e con la Certosa di Padula” per iniziativa della Provincia – di cui ero all’epoca Presidente-capofila di un pool istituzionale: Ente Parco Cilento e Vallo di Diano,Comune di Capaccio-PAESTUM, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno);
✓ Velia, sito di uno straordinario valore archeologico, paesaggistico e culturale, nota anche per essere stata sede della Scuola Eleatica di Parmenide, merita una spinta ed una maggiore attenzione alla valorizzazione; attraverso l’adeguato completamento dello staff con archeologi e architetti, come previsto dall’organico, la struttura amministrativa di Paestum, pienamente operativa, sarebbe in grado di seguire tale attività con la dovuta cura;
✓ il Parco Archeologico di Paestum già svolge attività di promozione rivolte al contesto paesaggistico più ampio; i due siti di Paestum e Velia, ubicati alle due estremità (Nord e Sud del comprensorio del Cilento) potrebbero approfittare dell’ampliamento di questa strategia ed essere protagonisti di un’esperienza pilota di gestione integrata;
✓ il valore inestimabile non solo del patrimonio archeologico, ma anche filosofico e ‘spirituale’ dei luoghi:
Velia offre ai visitatori la possibilità di conoscere il contesto materiale e quotidiano della Scuola di Parmenide, uno dei capisaldi della filosofia occidentale; Paestum rappresenta una sorta di crocevia per la ricerca delle origini come tema centrale della filosofia moderna da Giovanbattista Vico in poi.
È doveroso aggiungere che il Consiglio Comunale di Ascea (l’area archeologica di Velia insiste in quel territorio), su proposta del Sindaco Avv. Pietro D’Angiolillo, assunse a voti unanimi una deliberazione – poi trasmessa al competente Ministero – che adduceva analoghe motivazioni a sostegno dell’accorpamento del Parco Archeologico di Elea-Velia all’Autonomia di Paestum.
Va dato atto dell’ottimo lavoro che sino ad oggi è stato prodotto dai Dirigenti che si sono avvicendati e nell’ultimo periodo dalla Dott.ssa Giovanna Scarano, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Eboli, temporaneamente incaricata di dirigere anche il Parco Archeologico di Elea-Velia, che con competenza e abnegazione ha realizzato un programma di interventi attraverso finanziamenti del MiBACT, dell’Ente Parco del Cilento, nonché una serie di efficaci azioni e apprezzate iniziative di promozione, valorizzazione e espositive.
Inoltre la Comunità Montana Lambro-Mingardo e il Comune di Ascea hanno nel tempo assunto a proprio carico oneri relativi ad opere infrastrutturali e a servizi.
Conclusivamente, per corroborare l’anzidetta proposta di una “esperienza pilota di gestione integrata“ anche dal punto di vista della valorizzazione e della promozione dei due siti in questione – fermo restando che ciascuno merita una strategia di comunicazione adatta alle rispettive peculiarità – “Paestum-CilentoElea/Velia” potrà diventare un ‘marchio’ comune per affermare l’idea di un viaggio dalle origini del pensiero occidentale e accrescere auspicabilmente le opportunità di ulteriori contatti e di rapporti di collaborazione con altre realtà non solo europee, che presentano analogie e affinità.