Casaletto Spartano è un paesino incastrato e nascosto tra le montagne e tra dirupi rocciosi, immerso in una vegetazione sempre ricca di profumi e di colori, che offre un angolo di “paradiso” naturale come se ne trovano pochi nell’intero Cilento, un territorio ricco di storia e tradizioni sconosciuto ancora a molte persone.
CASALETTO TRA STORIA E LEGGENDA
Secondo una leggenda il borgo si sviluppò nella contrada “Spartoso”, da cui deriverebbe il secondo nome “Spartano”. Una curiosa storia avvolge nella leggenda le origini di Casaletto i cui abitanti, assaliti dalle formiche, furono costretti a trasmigrare nell’attuale sito intorno all’anno 1000. La versione degli storici locali, invece, attribuisce questa emigrazione verso l’interno alla ricerca di un posto più ricco di acqua. Il primo nucleo del paese, dunque, sorse probabilmente alle falde del Monte Difesa, luogo ricco di acqua essendo presenti in zona numerose sorgenti ed un piccolo fiume.
Il toponimo “Casaletto” deriva, come si può facilmente intuire, da “casale”. Infatti Casalecti, nel medioevo, era, insieme a Bactalearum (Battaglia) un casale delle terre di Tortorella. Nel 1562 i casali di Casaletto e Battaglia furono venduti da Trojano Spinelli, marchese di Mesoraca, principe di Scalea e signore delle terre di Tortorella, al barone Giovanni Antonio Gallotti e quindi staccati dal feudo originario. Nel 1656 il paese fu, come tutta l’Italia meridionale, colpito dalla peste, che ridusse la popolazione a meno della metà. L’unificazione dei Comuni di Casaletto e Battaglia avvenne nel 1810, per ordine del generale francese Charles Antoine Manhès. Questi ebbe l’incarico dal re di Napoli, Gioacchino Murat, di risolvere il problema del brigantaggio filoborbonico nel Regno delle Due Sicilie. Giunto nel golfo di Policastro mandò ordini al sindaco di Casaletto di apprestare foraggi e vettovaglie per il suo esercito. Il sindaco però, volutamente o per scarsità di mezzi, non provvide a soddisfare le richieste del generale che, giunto in paese e accusando il sindaco di essere in combutta con i briganti filoborbonici, lo fece fucilare nel luogo detto “alle pietre del Campo”, ordinando la riunificazione dei comuni di Casaletto e Battaglia e imponendo al sindaco di Battaglia di trasferirsi a Casaletto, che fu eletto a capoluogo. Il termine “Spartano” fu aggiunto a “Casaletto” solo dopo l’unità d’Italia. Esso deriva quasi certamente da quello di un’erba, lo “sparto”, una graminacea molto diffusa in tutto il territorio circostante.
Oggi il paese, bagnato dalle chiare e fresche acque del torrente Casaletto, è costituito dai due principali centri abitati che sono la vicina frazione Battaglia e il capoluogo Casaletto Spartano, più tutta una serie di contrade rurali (una trentina) sparse su tutto il territorio che ha una superficie complessiva di oltre 70.17 km². Casaletto Spartano e Battaglia sono divise dal corso d’acqua Rio di Casaletto e collegate tra di loro con alcuni sentieri.
Il paese, ad economia essenzialmente agricola, produce legnami da costruzione, carboni, formaggi, vini, insaccati e viene molto sviluppato l’allevamento del bestiame.
MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE
Nella Chiesa di San Nicola di Bari è presente il primo documento che può dare una collocazione storiografica al paese: una piccola lapide in pietra posta all’ingresso della natava laterale sinistra con una scritta in latino che ricorda la consacrazione della chiesa e recante la data 1177.
Distrutta dal terremoto del 1857, demolita e riedificata agli inizi del Novecento, la chiesa presenta al suo interno un apparato decorativo a stucco veramente insolito e di grande valore, opera di abilissimi artigiani, forse provenienti dalle aree napoletane.
Proseguendo oltre l’abitato, si giunge al ponte dei Normanni, presso cui vi è una fontana, dalla quale sgorgano le acque della Sorgente del Capello. A Battaglia, frazione di Casaletto, sono degni di nota il Palazzo Baronale dei Gallotti, con la bella facciata e i suoi torricini angolari e la Chiesa di Santa Maria della Stella. In essa si conserva un affresco cinquecentesco raffigurante la Deposizione dalla croce, palmare espressione culturale delle comunità bulgare, emigrate e presenti, da secoli, sul territorio.
AREE NATURALI PER GLI AMANTI DEL TREKKING
Fuori il centro abitato, una fontana dopo un ponte in pietra con i parapetti bassi indica la Sorgente Capello. Qui ha inizio un sentiero accuratamente attrezzato con transenne e palificazioni in legno che accompagna l’escursionista in un mondo incantato fatto di mille profumi, di un intenso verde dalle innumerevoli tonalità cromatiche, zampillanti cascate e rivoli d’acqua cristallina, caratteristici ponticelli in legno e rocce levigate dalle acque. Anche il mondo animale sembra partecipare a questa meravigliosa festa della natura: bisce d’acqua che s’inerpicano su rami fluttuanti e trote che saltano a pelo d’acqua. Nelle vicinanze c’è il rudere di un antico ponte eretto dai francesi nel ‘700. Ma il pezzo forte del luogo è un’antica costruzione situata lungo le sponde del torrente: un vecchio mulino che veniva azionato dalla forza dell’acqua lungo la riva del Rio Casaletto è stato attrezzato ed adibito a mostra permanente sulla storia e sulle tradizioni della civiltà contadina del Cilento. Questo “museo” raccoglie al suo interno antichi costumi d’epoca, oggetti d’uso quotidiano, attrezzi per le lavorazioni artigianali dei prodotti caseari, degli insaccati, del pane, utensili per la lavorazione e la filatura della lana, le forme per i dolciumi tipici, la paglia per l’intreccio dei canestri (i cosiddetti “panari”), il ricamo dei tessuti, una raccolta di canti tradizionali locali. Inoltre, delle vecchie foto d’epoca arricchiscono quest’ambiente rendendolo ancora più suggestivo.
Il luogo maggiormente rappresentativo di Casaletto, è senz’altro “Il Capello”. La località ha un elevato valore ambientale e prende il nome dalla cascata “Capelli di Venere”: un inno ai capelli della dea della bellezza Venere. Il nome della Cascata si riferisce alla pianta Capelvenere che, insieme all’acqua, crea l’effetto della capigliatura della Dea.
Il Capello presenta tutta una serie di percorsi interni che consentono di visitare vari punti panoramici sul corso d’acqua. Lasciarsi sedurre dai percorsi naturalistici, che si snodano e si intrecciano all’interno dell’area, è un piacere al quale non si può e non si deve rinunciare.