La Fisica medica è una delle scienze sviluppate durante il ventesimo secolo, con un nuovo impulso nel XXI secolo ottenuto attraverso la grande espansione delle tecnologie scientifiche. Esperto di alto livello, la cui preparazione deve essere simultaneamente rigorosa e “sintetizzante i problemi” in termini di tempo d’intervento, il fisico medico trasmette le sue conoscenze e competenze al servizio della sicurezza e della qualità ospedaliere, la sua attività è indirizzata verso la protezione del paziente e del suo ambiente. Questa disciplina scientifica sancisce l’interazione con le entità normative e di controllo, in particolare quelle inerenti alle responsabilità nei processi di tecno vigilanza, sviluppo e acquisizione di nuove tecnologie. In Fisica medica, le aree di interesse più comuni nella ricerca all’avanguardia e nella pratica ospedaliera sono di solito le seguenti: Studio delle attività bioelettriche di organi come il cervello e il cuore (elettroencefalografia ed elettrocardiografia). Ricerca sugli impieghi medici della radiazione infrarossa (termografia, impiegata anche in edilizia) nella diagnosi del tumore, inoltre coinvolge lo studio dei rischi indotti da radiazioni, e sulle modalità di protezione (biosicurezza-protezione radiologica). Trattamento del cancro attraverso radiazioni ionizzanti (radiooncologia). La diagnosi di imaginologia (raggi X, ultrasuoni, risonanza magnetica, associata alla radiologia diagnostica). Interventi chirurgici con laser (chirurgia laser). Il professionista in Fisica medica è uno specialista, il cui compito fondamentale è l’applicazione e lo sviluppo di tecniche e procedure fisiche in Medicina. Il Fisico medico deve possedere una conoscenza assai ampia in due scienze: da un lato la Fisica (biostatistica, matematica, strumentazione e Fisica delle radiazioni) e dall’altro la Medicina, insieme alla Biologia molecolare, all’Anatomia, alla Genetica, alla Fisiologia. Il futuro specialista riceve una formazione pratica sotto forma di residenza ospedaliera e deve avere competenze ed esperienza su una vasta gamma di macchinari ed attrezzature. I fisici medici sono tipicamente coinvolti in tre aree di attività: servizi clinici e consulenza, ricerca e sviluppo, insegnamento. Spesso, un fisico medico, che deve esser titolato di almeno un master in scienze o di un dottorato in campo specifico, integra le tre attività, tuttavia assume responsabilità diverse, a seconda delle esigenze specifiche contestuali. Svolgendo, i fisici, compiti di natura “cura negli ospedali”, loro prima responsabilità è indirizzata verso il paziente, dunque le immagini che egli tratta devono risultare di qualità buona e coerenti, onde ridurre la probabilità di diagnosi errate ed assicurare il miglior trattamento al paziente. Altre responsabilità concernono lo sviluppo di specifiche competenze: apparecchiature di imaging (compresa la valutazione e il controllo dei danni), pianificazione di trattamenti con radiazioni ionizzanti, e monitoraggio di fonti di radiazioni, progettazione e controllo periodico di impianti radiologici e di aree esposte alle radiazioni negli ospedali. Le funzioni di un fisico medico non sono “isolate”, in quanto implicanti la partecipazione del personale medico e di tutti i componenti strutturali del processo di cura del paziente, inglobanti dunque non solo medici, ma amministratori, tecnici, infermieri, ingegneri. Esistono regolamentate strutture di sicurezza radiologica e di garanzia di qualità del trattamento immagini e dati. A seconda delle dimensioni della struttura, è previsto una futura Unità di Fisica medica maggiormente potenziata in tutte le strutture ospedaliere, e le stime riguardanti il numero di Fisici medici nel mondo prevedono tassi di crescita annuale con percentuali sempre più rimarcate. Dunque, lavoro interessante e versatile con un campo in continua evoluzione ed espansione. Adesso trattiamo di Radiazioni ionizzanti (quali sono, quali effetti sortiscono, quali sono le misure preventive e repressive in attività implicanti la “vicinanza” con tali indesiderati agent) e di immagini impiegate in Medicina nucleare utilizzando radioisòtopi. Le radiazioni ionizzanti sono costituite da onde elettromagnetiche o particelle materiali che si propagano ad alta velocità e trasportano energia, sotto forma di carica elettrica e magnetica; l’interazione con esse produce vari effetti. Le radiazioni sono considerate ionizzanti quando hanno la capacità di ionizzare,ovvero quando esiste capacità di interazione con atomi neutri attraverso i quali si propagano. L’impiego di radiazioni ionizzanti è comune negli ospedali, negli studi dentistici e persino nelle fabbriche alimentari. L’utilizzo di raggi X in Medicina prevede che sia possibile penetrare materiali, compreso il corpo umano. I raggi X consentono di effettuare diagnosi senza apertura di organi e con adeguata precisione. Il grande problema è che una parte delle radiazioni viene assorbita dall’organismo umano e può causare vari mali;gli effetti delle radiazioni ionizzanti possono variare notevolmente da individuo a individuo e sono influenzati in modo decisivo da:Quantità totale di radiazioni ricevute;Intervallo di tempo d’esposizione alle radiazioni tra una dose e l’altra; Regione del corpo interessato. Le radiazioni possono danneggiare le cellule e influenzare il materiale genetico (DNA), causando gravi malattie conducenti anche alla morte. L’effetto maggiormente descritto ed analizzato in letteratura è il cancro, non l’unico, è soltanto il più diagnosticato e letale. In piccole dosi le radiazioni non interferiscono con il corpo umano, in grandi dosi possono provocare effetti letali. L’effetto su cellule colpite può indurre mutazioni genetiche negli apparati riproduttivi maschile e femminile, anche la perdita dei capelli è rilevata in persone esposte ad alte dosi di radiazioni. Lesioni cutanee si possono presenta dopo pochi giorni di esposizione a radiazioni ionizzanti eccessive, l’intensità della lesione varia da semplici ustioni a variazioni nel colore della pelle, sino alla necrosi della pelle interessata. Le radiazioni ionizzanti sono tragicamente associate al disastro nucleare di Chernobyl in Ucraina nel 1986, il più grave della storia, uccise centinaia di persone, con associato sinistro evento dell’insorgere di tumori a chissà quante migliaia di persone. Incidenti radioattivi, non nascondiamoci dietro un dito, che sicuramente hanno una reale portata assai più ampia e significativa rispetto a quella diffusa,e che vengono raccontati in termini assai “attenuati” soprattutto nei Paesi dell’Est Europa.Relativamente alle misure preventive,i lavoratori,di settori e in attività implicanti un possibile carico di radiazioni hanno l’obbligo di controlli periodici del carico di esposizione alle radiazioni ionizzanti; esistono particolari apparecchi, dosimetri, utilizzati per registrare il carico di radiazioni ricevuto dal lavoratore. Riguardo ai misuratori di radiazioni ambientali, “leader” è il contatore Geiger, nel quale un segnale elettrico prodotto (chiamato scarica geiger) viene inviato ad un circuito contatore che converte gli impulsi di segnale elettrico, in segnali di misurazione della radiazione. Infine, relativamente alla grafica, vi è una rappresentazione di emblemi dello sperimentare il male di vivere: il grande attore Troisi (recentemente ho omaggiato la sorella di questa mia elaborazione), e Montale, nella cui poetica si inserisce, di umano, soltanto il dolore, affrontabile con la dote divina della Indifferenza: “Vince il Male… La ruota non s’arresta”. Non avrei scritto il presente testo senza la grande professionalità del Dr. Nicola Pugliese, Primario al Reparto Medicina d’Urgenza presso l’Ospedale San Leonardo di Salerno; nel settembre 1998 venni colpito da ischemia cerebrale, al Dottore narrai la straordinaria avventura vissuta in quel particolare stato, e la inusuale calma interiore mai sperimentata prima dell’incidente ischemico. Tra le cui cause scatenanti, il Dottore incluse la probabile incidenza di una mia reazione inconsulta (tre pacchetti di sigarette al giorno,alimentazione sregolata,poche ore di sonno …) relativa ad una vicenda di cui accennai nello scorso numero. L’immagine del primo apparecchio televisivo italiano (SA…FAR…), inserita in pagina Wikipedia, è tratta da un numero de ‘L’illustrazione italiana’ del 1936.