Risoluzione del problema idrico al capoluogo, sottopasso di Paestum e cambio del regolamento per la riscossione dei residui attivii. Questi sono stati gli argomenti cardini di una consiglio comunale che scioglie molti nodi per i cittadini di Capaccio Paestum. Soprattutto per il problema di approvvigionamento d’acqua al Capoluogo, siccome da alcuni organi di stampa erano trapelate voci di una determina di soli 21mila euro, che parevano effettivamente insufficienti per risolvere tale disagio. Ma il sindaco, Franco Alfieri, in risposta all’interrogazione del consigliere d’opposizione, Franco Longo,ha chiarito che quella determina riguarda dei lavori svolti nei mesi precedenti, e che per la suddetta questione vi è un’intesa con la Regione Campania e con il Direttore Generale delle Risorse Idriche Regionali che ha stanziato 5mln di euro per la soluzione definitiva del problema; decreto regionale che dovrebbe arrivare già per fine 2019 per un inizio dei lavori per gennaio 2020. Un problema che verrà affrontato anche nella sua logistica, cambiando il sistema di approvvigionamento dell’acqua che alla sola Asis si aggiungerà il Consorzio di Bonifica tramite l’adduzione di almeno 10 lt al secondo che da Chiorbo andrà al Capoluogo.
Un problema, quello dell’acqua, che Capaccio Paestum si trascina dietro da anni e che nessuno ha mai risolto in maniera definitiva. E forse proprio per questo Alfieri ha gioco facile quando si parla di questi temi in consiglio comunale, avendo spesso di fronte ex amministratori che evidentemente hanno una parte di responsabilità politica su problemi strutturali di tali dimensioni.
Così come per la questione dei residui attivi, arrivati a circa 46 milioni di euro, maturati in tanti anni di amministrazione dormiente che ha colpito, attraverso la Soget, per la maggior parte solo i piccoli evasori aumentando la forbice sociale locale tra chi ha sempre di più e chi sempre di meno. Il risultato di tale scelta amministrativa, che ha delegato a una società terza la riscossione dei tributi, è stata disastrosa e ha finito per far crescere ancora di più la sacca dei residui attivi nonostante l’enorme sforzo delle famiglie e dei piccoli imprenditori che, ancora oggi, vedono il proprio comune ancora alle prese con un tetto record di tasse e tributi non incassati. E proprio il consigliere Longo, nel giugno del 2013, fu investito dall’allora sindaco, Italo Voza, della delega al “Controllo risultati riscossione coattiva della Soget e monitoraggio e politiche di riduzione dei residui attivi”. Ma, nonostante ciò, nell’ultima seduta consiliare, sempre il consigliere Longo, chiede al Sindaco, Franco Alfieri, di conoscere i nomi degli evasori, per poter verificare se questi, in un periodo di 6 mesi, rientrassero per davvero, senza considerare la legge sulla privacy e senza introdurre nel proprio intervento il racconto del lavoro portato a casa nei sei mesi di delega (il doppio del tempo dall’insediamento di questa amministrazione) che ha avuto proprio in questa materia specifica.
C’è da dire che questa amministrazione ha adottato, per la prima volta nella storia di Capaccio Paestum, delle sanzioni restrittive a chi risulta moroso. Come sospendere la concessione demaniale o non rilasciare i permessi a costruire. Questo permette al comune di fare la voce grossa e incastrare l’evasore nella modalità prevista dalla legge, senza per questo ostacolare economicamente l’attività imprenditoriale di chi risulta moroso agevolando, in tal senso, il pagamento dei tributi non versati con rate più basse e dilazioni più lunghe. Questo ovviamente passa dal rafforzamento dell’ufficio tributi e dall’istituzione dell’ufficio di polizia tributaria.
Il Sindaco si è limitato ad adottare dei provvedimenti che già esistono nella maggior parte dei comuni d’Italia e che a Capaccio non si sono mai applicati. Anzi, la classe politica del passato si è spogliata da tali responsabilità delegando ad un società privata la soluzione del problema.
Alfieri non ha la bacchetta magica, come spesso lui ripete, ma anche sulla la questione del sottopasso di Paestum, che finalmente ricollegherà, dopo 15 anni, il capoluogo con l’area archeologica, il sindaco è riuscito a cavare il ragno dal buco ottenendo un finanziamento di 7 milioni di euro dalla regione Campania.
E’ ancora presto per poter dire se tali provvedimenti aiuteranno Capaccio Paestum ad uscire dal tunnel e a ristabilire un’equità sociale ed economica. Certamente, vedere un’opposizione un po’ silente, un po’ accondiscendente e un po’ assente, dà l’idea di quanto questi interventi siano urgenti per Capaccio Paestum tanto da non avere alcun pregiudizio politico e alcuna faziosità. Neanche da parte di chi, in campagna elettorale, si è opposto ferocemente al sindaco Alfieri demonizzandolo congiuntamente agli occhi dell’opinione pubblica.