Senza baffi, con la barba incolta. Così ho trovato Pasquale Stanzione al rientro dalla sua breve vacanza in Grecia. Il suo assessorato opera già a pieno regime per farsi trovare pronto all’appuntamento con l’apertura dell’anno scolastico. Lo incontro nel suo ufficio, appena ristrutturato, in una caldissima giornata d’agosto che solo la provvidenziale presenza del condizionatore riesce a mitigare e a rendere la lunga chiacchierata ricca di aneddoti che vanno da un ricordo di un precedente incontro ad Aquara, dove si discuteva di fondovalle Calore, alla situazione viaria, insostenibile per i paesi dell’Alta Valle. Anche la sua breve presentazione denota un carattere concreto ma non arrendevole: ‘Da subito, come capitava all’epoca in cui ero giovane, sono stato impegnato in ambito associativo e politico, ho fatto il ’68. Sindacalista della CGIL, ho avuto anche responsabilità a livello nazionale. Poi, come succedeva allora, il partito mi chiamò ad incarichi istituzionali; consigliere comunale o vice-sindaco a Salerno. Infine Consigliere Provinciale e Assessore alla scuola. Nella mia carriera politica sono stato un po’ penalizzato dal fatto che mi piace parlare chiaro e questo, si sa, non sempre paga in un partito. Ma ho la soddisfazione che in ogni competizione elettorale a cui ho preso parte sono stato sempre il primo eletto e, per fortuna, in politica questo conta ancora!’.
Qual è la politica scolastica dell’Amministrazione provinciale di Salerno?
Questa Amministrazione ha deciso di impegnare il 18-20% del bilancio complessivo, che è di circa 1.200 miliardi, nella scuola. Se consideriamo gli investimenti fatti, compreso anche il settore cultura, siamo intorno al 40% del bilancio. Questo è stato possibile grazie ad una scelta strategica: riportare le scuole nelle sedi naturali, risparmiando sugli affitti ed accendendo mutui per la realizzazione di nuove strutture (risparmiare un fitto di 120 milioni all’anno consente di accendere un mutuo di 33 miliardi).
Relativamente al Cilento e alle zone interne in particolare, quali decisioni sono state prese?
Proprio nell’ottica di quell’omogeneità che si diceva prima, possiamo usare il termine “zone interne” solo per intenderci sotto l’aspetto geografico ma non per differenziarla come realtà di serie B. Nel recente dimensionamento delle autonomia locali, anche facendo qualche “torto” alle zone più densamente popolate, abbiamo fatto l’impossibile per mantenere molte istituzioni scolastiche salvandole dall’accorpamento a cui erano destinate in base ai calcoli numerici degli alunni. Questa scelta è stata fatta con la convinzione di dovere salvaguardare un elemento importante di aggregazione sociale in un territorio già penalizzato da problemi di viabilità e decremento demografico.
Di dimensionamento scolastico si parlerà ancora o è un dato acquisito?
Per il prossimo anno si giocherà a “bocce ferme”, anche in forza di un D.M. di due mesi fa che ha congelato tutto.
Nella nostra realtà ci sono diverse istituzioni scolastiche che aspettano una sistemazione o un completamento. Per esempio il liceo scientifico di Capaccio-Paestum?
I lavori per il liceo scientifico di Capaccio saranno appaltati entro il 30 settembre 2001. E’ prevista la realizzazione di 25 aule, laboratori, palestra, auditorium e uffici per un importo di 6.1000 milioni. L’opera sarà completata in due anni.
E il completamento del liceo scientifico di Roccadaspide?
Il completamento è stato appaltato nel 1998 e l’opera è in esecuzione. E’ prevista la realizzazione di 12 aule più tre laboratori, l’auditorium e la palestra. La natura impervia dei suoli ha causato un rallentamento dei lavori. Attualmente sia le strutture che tutte le tramezzature sono ultimate. Sono in corso i lavori di rifinitura.
Con il nuovo Governo e la nuova Ministra si annunciano importanti e per certi aspetti rivoluzionari cambiamenti nella scuola. Che giudizio ne ha?
Sono un po’ preoccupato rispetto a decisioni già prese o ancora di più per quelle che sono state annunciate dal ministro Letizia Moratti. Il principio della parità scolastica tra la scuola pubblica o privata può essere considerato sano, il problema emerge quanto si va a calare questo principio nella varie realtà soprattutto in quelle disagiate. Facciamo l’esempio del buono-scuola. Immaginiamo una famiglia che nell’Alto Cilento che con il suo buono-scuola voglia iscrivere suo figlio ad una scuola privata di Salerno. Le scuole private rimarranno delle oasi felici ma il ruolo della scuola pubblica rimarrà fondamentale.
Quindi lei giudica positivamente la scuola pubblica italiana e quella provinciale in particolare?
La scuola è molto cambiata. La nuova scuola, quella che tiene le luci accese dalle otto del mattino fino alle dieci di sera, ha già dato prova di grande dinamicità organizzativa ed intellettuale. Un tempo i docenti impegnati al di là di quanto richiesto erano come le mosche bianche, oggi sono la grande maggioranza e questo mi fa pensare che la scuola pubblica prevarrà.
Questa grande dinamicità fu dimostrata in occasione dell’Exposcuola 2000. Nel 2001 ci sarà una nuova edizione? Quando e dove si terrà?
Io non so quando “Il Valcalore” uscirà. Ma posso dirvi che siete i primi ad avere la notizia che la manifestazione si farà nell’ultima settimana di novembre e si svolgerà a Fisciano presso l’Università agli Studi di Salerno. L’edizione del novembre 2000 è stato l’anno zero, l’anno di prova. La risposta del mondo della scuola è stata eccezionale. La scuola ci ha detto “se create le occasioni, noi vogliamo essere protagonisti!”. La scelta di andare verso l’università non sarà solo fisico ma anche per creare le condizioni che facciano partire un confronto tra il mondo universitario e la scuola secondaria e primaria.
A proposito di Università. Nelle classifiche pubblicate da “La Repubblica” l’università di Salerno naviga nelle zone basse e lotta per non retrocedere? Cosa ne pensa?
L’università è credibile e funziono quando riesce a ridurre la differenza tra il numero di iscritti e il numero di laureati. E’ credibile anche quando si collega in modo funzionale al territorio e alle aziende che vi agiscono. Penare di inseguire in termini di qualità università storiche come quella di Napoli o Firenze, Bologna e Milano vuol dire perdere già in partenza la gara. Lavoriamo di più per indirizzare meglio la scelta dei nostri giovani, seguiamoli in modo più incisivo nel corso di studi e avremo quell’università che diventa centro culturale e guida morale di un territorio.
Lei è anche uomo politico di rilievo. Il suo partito, i DS, è in piena campagna congressuale, cosa ne pensa?
Il mio partito da troppo tempo non riesce ad aprirsi alle novità che vengono dal territorio. Il rischio è che ci chiudiamo ancora di più o si punti ad una vittoria solo all’interno del partito tralasciando di competere all’esterno. Allora io dico che in una cornice di valori condivisi da tutti è anche opportuno dividersi su scelte decisive siano esse di tipo economico che in altri campi. Noi siamo usciti da un tunnel da cui altri non sono usciti ma rischiamo di imboccarne un altro senza sblocco. Il congresso dove vincere una scommessa, quella di dare una motivazione ai giovani per ritornare alla politica.
Si avvicina un anno scolastico che parte con la grande incognita su come reagiranno gli studenti medi agli annunciati programmi del governo Berlusconi. Di solito occupazioni e ed autogestioni causano danni alle strutture. Come si comporta l’assessorato e cosa fa per prevenire gli atti di vandalismo?
Ci siamo dati delle regole. Non interveniamo a riparare i datti fatti entro due anni dal precedente intervento fatto, salvo i casi dove si scoprono gli autori. Abbiamo responsabilizzato molto i Dirigenti Scolastici, con i quali c’è un’intesa perfetta. Questo sistema ci ha permesso di ridurre della metà le cifre impiegate negli anni precedenti.
Vuole approfittare di quest’intervista per inviare un messaggio a studenti, docenti e genitori per il prossimo anno scolastico?
Colgo l’occasione per dire che, con tutte le difficoltà che ci sono, la scuola può assolvere al suo compito educativo se non viene lasciata solo da parte della famiglie e della società tutta. Ma la cosa più importante che voglio puntualizzare è che le deficienze che ancora ci sono (l’aspetto strutturale, il docente che non s’impegna, il dirigente che non coordina) non devono diventare degli alibi per non fare il proprio dovere; l’impegno nello studio da parte degli studenti!