La storia di Agrioil è sintetizzabile in un elenco di graduali ma continui progressi senza soluzione di continuità che l’hanno portata al punto in cui è arrivata oggi: un’impresa che fattura 7 milioni di Euro a fronte di 28.000 ettolitri di olio imbottigliati!
Tutto comincia nel 1989 con 4 soci che danno vita ad una Sas (Società in accomandita semplice) che gestisce un vecchio frantoio a Roscigno, trasformata dopo un anno in Snc (Società in nome collettivo) che realizza un nuovo stabilimento sulla collina che domina Roscigno ed è poche centinaia di metri da Monte Pruno dove fu scavata la tomba principesca. Agrioil approdata alla scelta della Spa (Società per azioni) nel 1998 che raccoglie l’adesione di oltre 100 soci che conferiscono un milione di Euro di capitale sociale e che le consentono di fare il grande salto verso Fonte di Roccadaspide dove comincia la sua storia moderna.
Testa pensante dell’impresa in tutte le sue fasi è Gabriele Quaglia che, con Domenico Cavallo, Giuseppe Lista, Cosimo Stio e Giuseppina Vigorito, detta l’agenda operativa dell’azienda e ne elaborano il piano strategico.
Però, già nella nuova struttura di Roscigno si intravede che non si è partiti solo per realizzare l’ennesimo frantoio ma che si punta anche all’imbottigliamento e alla commercializzazione diretta per dare valore aggiunto al prodotto di base che è l’olio “arricchito” in tanti modi: Aglio, Basilico, Peperoncino, Limone, Tartufo bianco, Fungo Porcino, Origano e Rosmarino
La realizzazione dello stabilimento a Fonte di Roccadaspide, dove tutt’ora è insediata l’azienda, avviene del 1998. È qui che parte l’assalto al mercato globale. A Fonte Quaglia trova un alleato che ha la sua stessa visione, Franco D’Angelo, titolare di INFRATER, che vuole cambiare il destino dell’ampia distesa pianeggiante della frazione rocchese: dare l’opportunità alla miriadi di piccole imprese artigianali che storicamente sono l’anima della contrada di ammodernarsi per fare un balzo in avanti.
Quaglia e D’Angelo sono convinti che l’iniziativa privata possa dare slancio anche alla voglia degli amministratori di favorire gli insediamenti produttivi nell’area. Purtroppo questo non accade: si andrà avanti con concessioni a costruire deliberate in base all’art. 10 del regolamento comunale che consente la realizzazione di capannoni artigianali, in via eccezionale, su un’area di almeno 4.000 mq. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: decine di insediamenti produttivi localizzati dove ognuno ha meglio ritenuto di poter fare senza servizi, con l’assenza di strade adeguate ai grandi mezzi di trasporto su gomma e dove mancano le opere di urbanizzazione primaria.
Quaglia e tutti gli altri imprenditori, a fasi alterne, chiedono insistentemente, ancora oggi, che vengano realizzate elementari infrastrutture viarie e di servizi per tentare di dare organicità al “piccolo Nord-Est” che si rivela la realtà Fontese nei primi 10 anni del terzo millennio: decine di aziende che assumono operai e creano ricchezza ma confinate in tante isole felici che non riescono a diventare un arcipelago!
Infatti, ecco i numeri che dà Gabriele Quaglia di Agriol: 7 Mln di fatturato, 14 dipendenti, 28.000 hl d’olio imbottigliato sotto 4 marchi registrati: Stilla, Agrioil, Rocca, Fonte, Lisandro e Marchesa Maria; inoltre sono altre 15 le aziende che imbottigliano nello stabilimento.
I prodotti di Aqrioil sono destinati per il 55% al mercato italiano e il 45% a quello estero: Giappone, Cina, Corea del Sud, Russia, Svizzera, USA, Germania, Iran, Iraq. A proposito della Cina Quaglia riferisce di aver dovuto “subire la clonazione del marchio Stilla. Ci son voluti due anni e tre diversi processi (una per il marchio riportato Italiano scritto, l’altra per il cinese scritto e l’altro ancora per il cinese parlato), per dimostrare la titolarità esclusiva del marchio <
Agrioil oggi è pronta per un altro salto nel futuro con la costruzione di un nuovo frantoio, che va aggiungersi a quelli di Roscigno, Campagna (20%), Postiglione ed altri 15 appartenenti a soci frantoiani con una capacità di molitura di 30 quintali all’ora. Ma il progetto, che vale un investimento di circa 6 Mln di Euro, finanziato per il 50% con il PSR, un credito di imposta e accensione di mutui bancari, aumenterà la capacità di stoccaggio e imbottigliamento.
In campo ci sono altri due progetti che vede Agrioil partner dell’università di Palermo come capofila con il coinvolgimento di quelle di Salerno, della Federico II di Napoli e del Policlinico Gemelli di Roma. Si tratta di sperimentare l’ottimizzazione del trattamento degli scarti della lavorazione come la sansa ed altri residui.
Il 15 novembre del 2019 ricorrono i 30 anni dalla fondazione di Agrioil e Quaglia ha deciso che sarà quella la data che sarà inaugurato il nuovo frantoio: “festeggeremo l’anniversario con l’apertura della nuova struttura adiacente a quella storica in località Seude di Roccadaspide”.
L’azienda oggi è un punto di riferimento di imprenditori del territorio, partner di centri studi universitari e di decine di frantoi oleari. Questo è stato possibile grazie all’opera degli uomini e delle donne che hanno deciso di spendere la loro vita nella terra dove sono nati con la speranza di fare bene per se stessi e per gli altri.
Questa, come tante altre storie di successo, fanno ben sperare che tanti altri possano incamminarsi sulle strade della crescita che fa bene a loro ed ai tanti che vivono nella stessa realtà territoriale allargata a Sud del fiume Sele che un tempo fu il luogo dove si insediarono e crebbero civiltà come quella Greca, Lucana e Romana.