Le dimissioni di Attilio Molinaro dalla maggioranza potrebbero segnare l’inizio di un nuovo scenario politico per Vallo della Lucania. Di certo si tratta di un segnale che scuote l’alleanza Aloia-Valiante. Ne parliamo con il segretario cittadino del Pd Riccardo Ruocco che aveva già dichiarato: “la campagna elettorale è iniziata”.
È pronto il Pd vallese a calarsi in questa nuova condizione dopo l’uscita di Molinaro?
In un anno grazie all’impegno costante nel lavoro e ad un gruppo che con sacrificio antepone lo spirito di servizio al resto delle cose, abbiamo ottenuto risultati straordinari. Ma per fare il vero salto di qualità è necessario che tutti gli elettori del Pd siano dalla stessa parte. È questa la vera prova di maturità.
In questi giorni abbiamo letto di una sua disponibilità a passare la mano: da dove nasce questa esigenza?
Nasce da una molteplicità di aspetti. Due su tutti. Innanzitutto dalla consapevolezza che un partito politico non è la propria attività o la propria azienda, ma è patrimonio di tutti. Dunque è giusto credere in questi concetti , è giusto mettersi a disposizione ma anche in discussione.
Secondariamente nasce dalla convinzione, mia personale, che la prospettiva unitaria in politica non sempre piace a tutti. Con l’unità fisiologicamente si perde qualcosa in termini di individualità. Si guadagna in forza, in compattezza del gruppo e della percezione esterna ma si realizza un indebolimento dei solisti e degli individualisti.
Dunque, potrebbe venire fuori la posizione di chi non accetta questa condizione e dunque dirà che la linea non convince o il segretario non va più bene. Io sono per l’unità, per la forza del gruppo, per la declinazione al plurale. Giusto esprimere con chiarezza questi concetti .
E se per qualcuno il Segretario non dovesse andare più bene?
Seppure la mia passione per la politica è nota sono pur sempre un marito, un padre ed infine un avvocato prestato alla politica, dunque nessun danno alla carriera. In ogni caso allo stato attuale più che la storia del segretario che non và più bene in realtà, come dicevo prima, sarebbe la prospettiva unitaria ad infastidire. Nessun dramma per il sottoscritto, giusto rispettare tutte le posizioni, ma doverosa l’assunzione di responsabilità politiche da parte di chi privilegia la frammentazione all’unità, la rottura alla costruzione.
Il nuovo gruppo dirigente del Pd vallese sin dall’inizio ha provato a fare discorsi di unità. dunque la cosa lascia ben sperare.
In realtà già prima del congresso avevamo provato ad unire la varie anime sul concetto dell’equidistanza e su una possibile linea politica comune; ci siamo andati vicini e probabilmente, col senno di poi ed alla luce delle evoluzioni politiche che hanno interessato il comune di Vallo della Lucania, chi un anno fa impedi’ la convergenza di intenti, forse, oggi ha capito di aver sprecato una grande occasione. Ma in politica bisogna guardare avanti ed oggi siamo nella condizione che volevamo, dunque nella situazione ottimale per fare bene nell’immediato ed in vista delle elezioni comunali dell’anno prossimo.
Che partito sarebbe il Pd che ritrova l’unità?
Il lavoro svolto in un anno rappresenta un patrimonio straordinario, ed in questo senso c’è una base interessante su cui proseguire le attività. Oggi il Pd vallese è un partito plurale ma senza correnti, un partito capace di scegliere in autonomia e senza padroni, un partito capace di proporre un modello di politica che condanna gli individualismi ed i personalismi e che tende a perseguire il bene collettivo. Si è creata la giusta condizione mentale per esaltare anche nel prossimo futuro queste prerogative. L’obiettivo è fare del nostro circolo la case ideale di tutti i democratici e non solo di una parte . D’altronde un gruppo dirigente valido deve ragionare in questi termini e portare progressivamente il partito ad un graduale aumento dei consensi. Non ragionando in questo modo si cade nel nebuloso e noioso mondo delle correnti.