Conosco Ermanno Corsi da diversi anni e l‘ho frequentato in diverse occasioni ma mai lo avevo visto così visibilmente emozionato. Seduto di fianco a lui, nella prima fila dell’auditorium Comunale Giuseppe Amabile di Sant’Arsenio, ho seguito tutti gli interventi dei relatori che dal palco hanno raccontato il suo ultimo libro: “60 anni di giornalismo nelle prefazioni ai libri di Ermanno Corsi”.
Apre gli interventi Lorenzo Peluso, direttore di Quasi Mezzogiorno, che modera gli altri interventi senza mancare di intercalarli con le sue considerazioni tutte appropriate e non prive di ammirazione verso l’autore.
A seguire è Michele Napoli, presidente della Centro Studi Tegea, a ricordare che fu proprio Corsi insieme al Vescovo di Teggiano, Angelo Spinillo e Pietro Coiro, a dare vita al Premio di Giornalismo e Multimedialità del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che a seguire sarà consegnato a Maria Triassi, ordinario di Igiene all’Università Federico II di Napoli.
11 gli anni che aveva Ermanno Corsi quando arrivò a Napoli dalle “montagne marmifere” di Carrara; 60 gli anni di carriera giornalistica alle spalle ed altri ancora davanti; 80 è il numero dell’età anagrafica che porta sulle spalle l’uomo che ha collezionato cittadinanze onorarie nell’area del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni.
Potremmo giocare la cabala come ironicamente ha fatto il dott. Giuseppe Dadà che ha moltiplicato i vari numeri e li ha commisurati al numero delle bollicine presenti in una bottiglia di Ferrarelle, azienda per la quale lavora come responsabile della qualità!
Poi la parola passa a Donato Pica, sindaco di Sant’Arsenio che ricorda con piacere il fatto che Corsi è cittadino onorario del suo comune.
Anche Tommaso Pellegrino, che si esprimerà durante la seconda parte della serata, non potrà non dare atto che Corsi è da considerarsi a tutti gli effetti cittadino del Parco del Cilento Diano e Alburni.
Infine la parola passa ad Andrea Manzi chiamato a “penetrare” i tanti aspetti del libro che, fatalmente inseguono la vita del giornalista confondendosi con essa. E Manzi non si sottrae perché conosce bene Corsi e, soprattutto, è testimone del tempo del mondo dell’informazione che è stato anche il suo brodo di coltura e lo è ancora.
“Non parlerò al passato per raccontare questo libro, ma al presente che si appresta a divenire futuro …” ed è proprio così! Ermanno Corsi non starà certo a guardare d’ora in avanti ma continuerà ad essere protagonista della storia della sua regione con gli occhi puntati a periscopio a 360° verso la politica e la cronaca che si occuperà del Mezzogiorno d’Italia.
Manzi, che conosce direttamente o indirettamente i protagonisti del libro, traccia i momenti della lunga carriera di Corsi sottolineandone i cambi di rotta e le varie fasi dell’attività professionale: prima al Tempo, poi al Mattino e infine alla Rai.
L’intervento di Manzi va ben oltre il tempo che lui stesso si è dato, ma potrebbe continuare a raccontare aneddoti e riprendere storie ancora per molto …
Intanto, Corsi, oltre a non perdersi nemmeno una parola, prende appunti su un foglietto vergandolo con la sua grafia minuta e leggibilissima in base a quali farà il suo intervento.
Quando Peluso lo chiama sul palco è già pronto per “rintuzzare” l’emozione e a soddisfare la platea dell’auditorium che ha seguito con attenzione i vari interventi.
Ringrazia tutti e riprende, sottolineandole, molte delle considerazioni fatte dai relatori.
Poi da “oggetto” dell’attenzione si pone di lato per assumere il ruolo di soggetto in qualità di presidente della giuria che ha assegnato il premio della 14^ edizione del premio Tegea. Legge le motivazioni che hanno convinto la giuria a scegliere la Professoressa Maria Triassi quale personalità meritevole del premio. Lo stesso presidente del Parco, Tommaso Pellegrino, ha riconosciuto alla Triassi, sua collega all’Università, le grandi capacità di ricerca unite alla inesauribile determinazione a comunicare e a diffondere i risultati per sensibilizzare medici e pazienti sulla necessità di tenersi informati al fine di ridurre al minimo i pericoli derivanti da infezioni causate da mancanza di igiene dentro e fuori dalle strutture mediche ospedaliere.
A Pietro Coiro, direttore e pilastro del Centro Studi Tegea, la soddisfazione di aver, ancora una volta portato a termine la sua missione di tenere viva l’attenzione sulla sua terra Valdianese.