L’amianto, chiamato anche asbesto, è un silicato a struttura fibrosa: i minerali convenzionalmente utilizzati nell’industria, a seguito della loro diffusione e conseguente reperibilità sul mercato, si limitano a sei: crisotilo (amianto bianco), crocidolite (amianto blu), amosite (amianto marrone), antofillite, actinolite, tremolite, i primi tre sono i più comuni tipi d’amianto usati nell’industria. L’amianto legato con resine sintetiche di diverso tipo serviva a produrre sia i ferodi, usati come materiale d’attrito nei freni e delle frizioni degli autoveicoli, sia mattonelle di rivestimento dei pavimenti (vinil-amianto). Dall’amianto, impastato con il cemento, si ottenevano lastre ondulate e pannelli piani, utilizzati per fabbricare coperture, paramenti protettivi degli edifici, pareti interne non portanti, ma anche tubazioni, utilizzate per la posa di acquedotti o fognature, serbatoi di liquidi, canne fumarie. La componente principale della miscela era costituita dal cemento. L’amianto costituiva l’armatura fibrosa dei manufatti che conferiva le necessarie caratteristiche di resistenza fisica e meccanica, nonché di resistenza al fuoco. I materiali contenenti amianto di per sé non comportano un rischio per la salute. La pericolosità infatti è funzione della loto attitudine a disperdere fibre libere d’amianto nell’aria. Fibre che possono essere introdotte nell’organismo umano per via respiratoria. Da questo punto di vista i materiali si possono suddividere in due categorie:
Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale pertanto risulta facile la liberazione di fibre a causa della scarsa coesione;
Compatti: materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).
L’effetto oncogeno dell’amianto non risulta subordinato alla durata ed all’intensità dell’esposizione, pertanto l’effetto non dipende dalla dose alla quale si è stati esporti, ma dalla natura delle fibre inalate ed alle loro caratteristiche: questo rende necessario affrontare le problematiche nella giusta misura e non sottovalutare i possibili e/o potenziali rischi. L’esposizione ad amianto risultava elevata per i lavoratori che realizzavano, applicavano e svolgevano interventi manutentivi adoperando questi prodotti, poiché l’invecchiamento dei leganti permette un lento ma continuo rilascio dei fasci fibrosi o delle singole fibre di asbesto, fenomeno che risulta pressoché inesistente qualora i leganti risultino di natura gommosa o bituminosa.