di Giuseppe Liuccio
Ho sottomano un bel libro, molto problematico già nel titolo, “ IL COMPLESSO DI TELEMACO”. Ne è
autore Massimo Recalcati,, psicanalista tra i più noti in Italia. Affronta, tra gli altri, il tema della eredità,
partendo dalla psicanalisi per trasmigrare nella sociologia e , conseguentemente , nella politica. Gliene
offre lo spunto una riflessione di Goethe citata da Freud:”Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se
vuoi possederlo davvero”.Di qui il paradigma, che acquista valore emblematico di eticità:l’eredità è una
riconquista.Non un atto passivo di ricevere un dono,bensì un atto soggettivo di ripresa.L’erede è fuori
dubbio il figlio che si appropria per legge del lascito del padre, ma anche una comunità che riscopre ed
esalta l’eredità della storia ossificata in atti e comportamenti di intere generazioni e sacralizzata dalla
tradizione. I miti e la letteratura ci hanno indicato tre modelli di figli/eredi che sono diventati punto di
riferimento nel corso dei secoli:Edipo, Narciso, Telemaco.Il mito di Edipo è noto.In sintesi i narra che Edipo
uccise il padre Laio per un contenzioso sul diritto di precedenza ad un quadrivio , fu acclamato re di Tebe e
sposò la madre Giocasta, che ne era regina, e da lei ebbe dei figli. Il tutto insconsapevolmente. Quando
l’indovino Tiresia gli svelò la verità, lui folle di dolore si cavò gli occhi e girovagò incapace di rassegnarsi alla
vergogna del parricidio e dell’incesto che lo rese sposo della madre e padre dei suoi fratelli. E fu tragedia di
fallimenti per la famiglia e per il regno. Il mito nella sua tragicità ha dato luogo ad un lungo dibattito sul
“complesso edipico” con risvolti di ordine psicologico, sociologico e politico i Ma di sicuro, come erede,
Edipo non è un modello positivo perché è furia di possedere tutto,di avere tutto, di sapere tutto, di essere
tutto. Furia incestuosa, spinta a negare l’esistenza del limite, a rifiutare l’impossibile che la legge della
parola inscrive nel cuore dell’umanità L’altra figura di figlio/erede è Narciso, vanesio ed infecondo, tutto
preso dal protagonismo dell’apparire, si compiace della sua immagine che gli rimanda lo specchio
dell’acqua, se ne invaghisce e si pavoneggia, tutto preso, compreso e soddisfatto dell’egotismo esaltato e
megafonato fino al parossismo. Non ha memoria del passato e non si proietta nel futuro. Prende la vita
come gioco,e vive nella vacuità della totale mancanza di impegno:E’ il simbolo della evaporazione del
padre,morbosamente malato dell’orgoglio della propria identità E’ una personalità infantile, che non
diventerà mai adulta. E’ bozzolo che non sarà mai farfalla e non conoscerà mai la feconda fatica ed il
salutare dolore di esistere.Terza figura simbolo di figlio /erede é Telemaco,cantato da Omero nell’Odissea.
Di fronte allo spettacolo indecoroso dei Proci, che attentano all’onorabilità della madre Penelope,
dilapidano le sostanze della casa del padre Ulisse , se ne contendono la sposa, le ricchezze ed il regno
aspetta ed invoca il ritorno del padre. Minerva, voce della coscienza(etica) , della ragione (Legge) e del
cuore (passione ed impegno civile)lo consola, lo scuote e lo motiva nel profondo sulle rive del mare.
Coraggioso e fiducioso parte per Pilo e Sparta alla ricerca del padre fino a quando non lo ritrova e con lui
combatte per difendere casa e regno. E’ l’erede giusto, l’erede della riconquista e della riappropriazione.
Tutti abbiamo aspettato un padre sulle rive del mare, che nella metafora è porta di casa o limite di accesso
alla proprietà di famiglia (campagna, bottega artigiana,attività commerciale, studio professionale, ecc. ecc.)
o semplicemente un libro per coglierne messaggi e valori, per riceverne il testimone e farlo proprio nella
consapevolezza acquisita dell’impegno nella collettività
Fin qui le notazioni per sommi capi della eredità di figli nella famiglia. Ma c’è una eredità più impegnativa,
quella di cittadini in una collettività, piccola o grande che sia Impegna tutti a qualsiasi livello ed,
ovviamente, con diverse gradazioni di responsabilità Ed anche nella collettività esiste l’erede Edipo che
costruisce o ritiene di costruire le sue fortune politiche, nel senso di impegno nel governo della polis,
eliminando il padre, cancellandone la memoria, con la presunzione che la storia cominci da lui. C’è il
Narciso vanesio che si realizza pavoneggiandosi nella vacuità dell’apparire, completamente ubriaco di
egotismo e totalmente improduttivo per la collettività. E’ un flatus vocis, che rotola e si frantuma nelle
schegge dell’eco in fondo ai burroni, è luce riflessa nello specchio che rifrange luce, ma non riscalda, il fumo
senza profumo Pago di sé ma improduttivo per gli altri. E c’è, infine, il cittadino Telemaco, che cerca il
padre per averne messaggi ed insegnamenti frutto di esperienza. Riconosce nel padre il maestro e guida e
da lui vuole conoscere il passato della collettività che eredita, per impegnarsi ad esaltarla nel presente e
consegnarla arricchita di nuovi valori (ricchezze materiali ed immateriali) Potrebbe e, secondo me,
dovrebbe essere il vademecum di quanti operano nel e per il pubblico, da sintetizzare in quattro verbi:
CONOSCERE, AMARE; DIFENDERE, PROPAGARE. Anzi Conoscere per Amare ,Amare per Difendere,
Difendere per Propagare. Ma in giro si agitano tanti Edipo con voglie mal represse di parricidici fisici e
ideali, moltissimi, troppi Narciso, che si pavoneggiano senza pudore agitandosi nella vacuità dell’apparire.
Ma non vedo molti Telemaco con la consapevolezza della ricchezza da esaltare nel presente e consegnarla
al futuro come eredità di valori.
E questo è il quadro che offre il Cilento, che avrebbe bisogno di una PROGETTUALITA ad ampio raggio per
volare alto. Se ne dovrebbero fare carico le istituzioni che contano o dovrebbero contare: IL PARCO, LE
FONDAZIONI, I COMUNI. LA POLITICA , attraverso la deputazione regionale, nazionale, europea e i tanti,
troppi,minuscoli centri di potere. Ma il Parco è diventato un guscio vuoto, le Fondazioni passerelle di vanità
dell’apparire, i comuni fabbriche di consenso elettorale non sempre produttive, la depudazione politica
inadeguata e poco credibile, gli altri centri di apparente potere sempre più sigle di puro nominalismo. —
Che tristezza!!! Urge una RVOLUZIONE PROFONDA E RADICALE DELLE COSCIENZE e la pratica vigile e
costante dell’ETICA DELLA RESPONSABILITA- E’ l’augurio che faccio a me stesso, innanzitutto, e a quanti
amano questa nostra terra bella, ma ferita nella sua dignità,nei suoi valori e nelle sua potenzialità
economiche,per questo Natale e per il Nuovo Anno:la nascita degli eredi giusti per la riconquista e
l’esaltazione dell’eredità, soprattutto dei valori, da consegnare con orgoglio ai posteri, sia privati che
pubblici