Si tratta di un concentrato di tecniche investigative, seppur al suo organico annovera un numero contenuto di esperti investigatori dell’arte. Si tratta del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Un Nucleo Investigativo istituito il 3 maggio 1969, su proposta dell’allora Capo di Stato Maggiore, pro-tempore, Generale Arnaldo Ferraro, in concerto con il Ministero della Pubblica Istruzione. Il suo preciso scopo era ed è far fronte, attraverso l’efficacia di strumenti investigativi mirati, al fenomeno della depauperazione di quella che da sempre è considerata la nazione-museo. L’Italia fu così il primo Paese a dotarsi di un organismo di Polizia specializzato nella tutela e nel ritrovamento di opere d’arte trafugate.
Seppur durante la seconda guerra mondiale, più precisamente dal 1943 al 1951, trecentocinquanta tra donne e uomini, diedero vita ad un organismo di recupero dell’arte trafugata dai nazisti (questi erano i “Monuments Men” della MFAA -Monuments, Fine Arte and Archives, resi famosi anche attraverso il cinema) solo nel 1970, e quindi un anno dopo la nascita del Nucleo Tutela dei Carabinieri, si iniziarono ad avere le prime raccomandazioni da parte dell’ONU, a istituire nelle Nazioni comparti, settori o nuclei investigativi che si dedicassero ad impedire il trafugamento di opere o di rintracciarle in caso di furto e di esportazioni illecite.
Intanto in Italia il neo costituito nucleo dei carabinieri già registrava diversi e importanti risultati di indagine e ritrovamento, fu così deciso, il 20 settembre 1971, dal Comando Generale dell’Arma di elevare il nucleo a Comando di Corpo. In seguito venne riorganizzato in Reparto Operativo con le sezioni. Archeologia, Antiquariato, Falsificazione ed Arte Contemporanea.
Oggi il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale è il fiore all’occhiello dell’Italia nel tutelare i beni artistici e nel ritrovamento dell’arte trafugata. Al suo comando, dal 12 settembre 2019, c’è il Generale di Brigata Roberto Riccardi, giornalista e autore di diversi lavori letterari che, proprio nell’anniversario del 50° anno dalla nascita dei Monuments Man Italiani, ha voluto presentare alla nazione il suo libro “I Detective dell’Arte – dai monuments men ai carabinieri della cultura – edito da Rizzoli.
La vetrina scelta per argomentare di questo libro interessante è stata la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, dove sabato 16 novembre, una platea numerosa e attenta è stata intrattenuta dalle esplicazioni interessanti sulle opere d’arte e dalle domande rivolte all’autore da parte di una eccellenza accademica, il professore Mario Caligiuri dell’Università della Calabria, Direttore del Master in Intelligence e Presidente della Società Italiana di Intelligence.
Ed è proprio questa disciplina che unitamente alle tecniche investigative è emersa più volte nelle descrizioni che il Generale Riccardi racconta per spiegare le metodologie di indagini utilizzate dal Comando Tutela del Patrimonio Culturale.
Il libro, ben scritto e con una comunicazione chiara e significativa, ripercorre i casi più eclatanti ai quali il Comando TPC si è dedicato in questo cinquantennio dalla sua fondazione. Opere come la Triade Capitolina (opera in marmo con tre statue raffiguranti Giove, Giunone e Minerva); Il Giardiniere di Van Gogh (olio su tela datata 1889 nota anche come Ritratto di Giovane Contadino o Contadino Provenzale); il Cratere di Eufronio o Cratere di Sarpedonte (un vaso a forma di cratere modellato intorno al 515 a.C. dal ceramista Euxitheos e dipinto dal ceramografo Eufronio) oppure le Pareti di Affreschi Pompeani, i Dipinti del Museo di Castelvecchio trafugati a Verona nel 2015 e finiti a Kiev in Ucraina, sono solo alcune delle indagini e ritrovamenti che vengono riportati nel libro del Generale Riccardi. Storie o ancor meglio operazioni di indagini che svelano il mondo sommerso dei furti su commissioni, dei tombaroli ma anche dei falsari. Investigazioni e ritrovamenti che, proprio a causa dell’amore per l’arte dei Carabinieri del TCP e dello stesso autore, hanno sollevato con onore e profonda descrizione delle operazioni di recupero, anche le emozioni che hanno investito questi straordinari Detective dell’Arte. Una passione colma di racconti e ricordi i quali spronano sempre più il loro lavoro verso la tutela del patrimonio culturale italiano.
Il Generale Riccardi, nel suo libro, ripercorre anche le fasi del salvataggio delle opere d’arte dopo il terremoto del 2016 in Umbria nonché le operazioni svolte in Iraq ai fini della protezione e il recupero di beni archeologici dopo la seconda guerra del Golfo.
Un impegno senza tregua, come lo stesso Generale Riccardi ricorda, quello del Comando TCP, sia nazionale che internazionale, poiché ancora tanto c’è da recuperare per la storia, l’arte e la cultura della nostra Nazione. E come lo stesso autore scrive nel suo libro, così dovremo tutti adottare questa frase: “Il bene culturale non è solo memoria del passato: è capire la storia per progettare un futuro migliore”.
Roberto Riccardi, generale dei Carabinieri, giornalista e autore. Ha frequentato la Scuola Militare della Nunziatella, poi l’Accademia Militare di Modena e in seguito la Scuola Ufficiali Carabinieri. È stato anche direttore della rivista “Il Carabiniere”, ha avviato nel 2007, il concorso letterario per racconti inediti “Carabinieri in Giallo”. Autore di diversi libri, tra saggi e romanzi, è stato vincitore anche di una decina di premi letterari. Dopo le esperienze operative internazionali nel comando delle sezioni antidroga e nuclei investigativi, sarà Capo Ufficio Stampa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Da settembre 2019 è al Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.