Il dottor Saverio Caivano (classe 1945) è stato Cardiologo e Pneumologo ospedaliero al “da Procida” di Salerno; in campo artistico, è poeta romanziere ed è socio A.M.Ar.S. Associazione della quale presidente è il dottor Iagulli, alla quale aderiscono Medici Artisti di Salerno e Provincia. Appassionato di Storia del Medio Evo, Caivano ha scritto diversi saggi intorno a tale periodo, ed è autore di alcuni romanzi storici: una narrazione concerne una storia d’Amore e di Medicina nella Salerno del XIII secolo, periodo in cui molti manoscritti della Scuola Medica Salernitana vennero trasferiti in nord Europa (dove attualmente sono conservati) in seguito al saccheggio e distruzione della città provocati dalla discesa in Italia di Enrico VI. Il Nostro è Grande Ufficiale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; a tal proposito, un suo racconto è imperniato sull’oggetto più noto e amato in tutti i cicli delle leggende medievali dell’Europa occidentale, il Santo Graal, famoso calice da cui bevve il Redentore la sera dell’Ultima Cena; il cui simbolismo e l’importanza sono talmente elevati che il cammino conducente al suo ritrovamento viene raccontato in molte lingue e culture europee; la ricerca del sacro oggetto sembra essere una universalmente innata tendenza dell’essere umano, cui forte ‘attrazione magnetica’ è sicuramente la riunificazione con la divinità. Intorno al calice del Graal sono stati condotti numerosi studi e ricerche, la coppa è inoltre onnipresente nella letteratura e nel cinema anche di genere fantastico. Alcune liriche dell’amico Saverio, appartenenti alla raccolta Pensieri ed Emozioni, furono pubblicate nel volume Medici Artisti a Salerno, che venne dato alle stampe nel 2009 dall’Ordine dei Medici di Salerno e nel quale figurarono tre medici artisti cilentani: Arturo Amendolara (nel campo della pittura e della ceramica), l’eclettico inventore scrittore e crittografo di levatura internazionale Silvio Coccaro, e il meraviglioso Talento musicale Aniello De Vita: “E vince di mille secoli il silenzio”, la nobile funzione svolta dall’Arte che dona immortalità alla persona, diffondendone nel tempo le opere ed il ricordo. Relativamente alle elaborazioni di carattere lirico del dottor Caivano, sono associate ad un incredibile ordine di grandezza numerico: ha scritto 185 sonetti, raccolti nel volume SCINTILLE (pagine 208, Martedì Letterari Editrice), con saggio critico della professoressa Scarsi. Giovanna Scarsi, critico letterario e saggista, scrittrice e poetessa, organizzatrice e promotrice culturale, consulente editoriale e direttrice di collane; fondatrice e presidente de “I Martedì letterari” di Salerno, al trentottennale (dal 1981 ad oggi), già preside ordinario di liceo (Liceo classico T. Tasso Salerno) e docente a contratto di letteratura artistica in varie università italiane e straniere, collaboratrice della Radio vaticana, è specializzata sulla letteratura dell’otto/novecento, in particolare sul rapporto fra le arti sorelle; autrice di 22 volumi e un centinaio di saggi per editrici e riviste di prestigio scientifico, è costantemente presente nel dibattito letterario contemporaneo come autrice, relatrice e promotrice di cultura, in Italia ed all’estero. Il testo del dr. Caivano comprende 185 composizioni liriche con rime strutturate secondo lo schema classico del sonetto (2 quartine e 2 terzine), 12 dei quali sono stati musicati (tempi oscillanti tra il 3/4 ed il 12/8, andamento variabile dall’adagio al vivace) ed illustrati attraverso disegni e acquerelli, dall’autore dell’odierno articolo. I temi intorno ai quali si esercita la fantasia poetica del dottor Caivano: “Non esito a definire questa silloge un autentico modello di poesia intimistica, schegge di sentimenti e di fantasia nate da ispirazione e vocazione autentica, sempre sorrette da sorvegliato rigore nella comunicazione e dal rispetto sacro alla forma, prodotto di “doctrina et labor limae”, nonché della parola quale “verbum esprimente la res”, anche nella ricreazione lirico musicale di atmosfere che risultano particolarmente affabulanti … A conclusione accompagnerei questo libro, come già avvenuto per qualche poesia musicata di Caivano nell’altra raccolta, con una serenata: Serenade d’autrefois o anche L’infinito di Roberto Vecchioni, pur sempre ispirato a Leopardi”… (brano estratto dal saggio critico di Giovanna Scarsi). L’immagine allegata integratrice include una foto ed un sonetto del medico poeta, in aggiunta vi è l’illustrazione grafica/musicale. Relativamente al legame, all’eterno coniugio tra poesia e musica (del quale, come ben noto, la cultura greca ne fu massima espressione), si può esplicare in termini biunivoci, ovvero note musicali ‘innestate’ su versi, e, viceversa, parola poetica adattata a preesistente musica; l’interazione tra due stupende espressioni rappresentava un cardine in Omero, nei cantori (aedi) narranti imprese eroiche, nella lirica epica e nelle rappresentazioni teatrali create nell’Antica Grecia.
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