La festa della Madonna Santissima della Neve è l’unico evento religioso di Borgo Carillia, piccola frazione di Altavilla Silentina. Ricorre il 5 agosto quando la Madonnina viene festeggiata lungo una processione che coinvolge, oltre il centro del paese, i luoghi periferici come Scanno e Falagato. Questa Madonnina è speciale. Vive sei mesi ad Altavilla e i restanti sei mesi a Borgo. Noi abbiamo l’onore di custodirla nei mesi estivi, da maggio a settembre. Ricordo l’amore viscerale che i vecchi del paese sentivano per questa immagine Santa. La mia nonna era praticamente un prete in gonnella. Conosceva ogni leggenda, ogni rito, ogni preghiera che riguardava la Madonna. Basta riferire che chiamò una delle sue figlie Nevina. Mia madre mi diceva che, tanti anni addietro in occasione di questa festività, arrivavano persone da luoghi lontani, perfino da Castelicivita. Oggi sembrerà poca cosa perché con le auto si arriva presto. In realtà, un tempo lontano, non c’erano automobili e si camminava a piedi o, se fortunati, con l’asino o il cavallo. Quindi per arrivare da Castelcivita fino a Borgo, allora Saima o “a chiana”, servivano molte ore. Si partiva addirittura il giorno prima. Ma la devozione era molto diffusa e sentita. Per me piccolina, la festa era la preghiera, la processione, il vedere questa bellissima figura celeste che era portata a spalla e sembrava un angelo che stava volando. Le famiglie preparavano un piccolo tavolo dove gli uomini, che portavano la statua, potevano appoggiarla e riposarsi. Sul tavolo erano posti i fiori più belli ma anche dolci e bevande per i fedeli che seguivano la Madonna per ogni casa. Ricordo la nonna, mia madre, mio padre, noi che aspettavamo la sua venuta. Era sera, l’aria era fresca, e sentivi il suono delle canzoni delle donne. Poi guardavi in alto. Ed era lei. Meravigliosa, con il suo mantello. Ho sempre avuto l’impressione che potesse guardare negli occhi. Mia madre ci faceva avvicinare per darle un bacio. Ancora oggi, quando il 4 agosto arriva a casa mia, ho gli occhi lucidi. Poi la nonna ci prendeva, perché la mamma cucinava, e anche noi seguivamo la processione. In piazza avveniva la parte ludica della festa. Il cantante di turno. La musica. I ragazzi appresso alle ragazze. Le bancarelle. Io adoravo le bancarelle. Mi piacevano le bambole. Le adoravo. E non poteva mancare il simbolo della festa di paese: le andridi. Si, anche il torrone e il biscotto dolce (a pezzetta), a forma di bambino ma…. le andridi erano il massimo piacere culinario. Non poteva mancare una festa senza comprarle. L’ odore di bruciacchiato quando erano troppo cotte chi lo dimentica? Le nocelline, appese in fila, in ogni mano di bambino diventavano il simbolo della festa. E, quando a mezzanotte, dopo i fuochi pirotecnici che illuminavano un cielo caldo di emozioni speciali, tornavi a piedi a casa, in una mano stringevi l’immagine della Madonnina e nell’altra spuntavano le immancabili nocelline. Nel cuore pace e speranza. Pace e speranza che auguro a tutti. Anche a me.
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