Tornare nel Museo Archeologico di Paestum per sentire parlare di Sergio Vecchio è stato per me un immergersi nei ricordi che mi hanno restituito la presenza di un amico discreto ma che ho sempre avuto accanto. Vicino ma mai ingombrante, sincero senza essere petulante, propositivo e consapevole dei limiti, estroso e capace di ascoltare …
Ascoltare la “biografia” non autorizzata scritta con pazienza e sapienza da Dora Celeste Amato è stato lo spunto per lasciarmi andare oltre quello che la platea ha ascoltato dalla voce di Marco Vecchio, farsi rapire dall’analisi di Carlo Apolito per evadere nei momenti lieti trascorsi con l’amico, apprezzare le parole di Gabriel Zuchtriegel ( per riascoltare Sergio inneggiare al suo maestro Mario Napoli, prestare l’orecchio alle parole sussurrate da Angelo Fasano con lo sguardo rivolto al mondo del non essere dove ora è Sergio …
Sergio negli ultimi due anni ha pubblicato della sua esistenza oltre 80 tavole illustrate con scritti riferite all’attualità perché aveva deciso di chiedere e ottenere il tesserino di giornalista pubblicista.
Ne aveva fatto una questione di principio e, puntualmente, si recava da Des Line in via Italia a farle scannerizzare per farcele inviare in tempo per la pubblicazione.
Purtroppo, quando giunse al fatidico numero degli 80 “articoli” pubblicati in due anni di collaborazione con il nostro settimanale necessari per presentare la pratica all’Ordine dei giornalisti della Campania cominciò a ritirarsi nei suoi problemi fisici e rinvio più volte il viaggio a Napoli per sbrigare le formalità burocratiche …
Sono d’accordo con il direttore Zuchtriegel che ha riconosciuto un dato di fatto dichiarando che “mai incontro nel museo ha avuto un’intensità e una partecipazione più alta, sia per merito di Dora Celeste Amato, sia per l’espressività con cui Marco Vecchio ha letto i brani del libro, sia per l’approfondito e sentito intervento di Carlo Apolito”.
A corredo di questo breve ricordo pubblichiamo due tavole dove, come è accaduto spesso, lui si racconta e racconta il mondo in cui era immerso e “nuotava” quotidianamente con la fantasia di artista, che analizzava con l’acume dell’osservatore attento e che interpretava in modo originale alternando i segni della pittura a quelli della scrittura senza soluzione di continuità.