Cilentana, verace, “tosta” e donna forte e indipendente.
Scambiare quattro chiacchiere con Paola Passaro significa toccare con mano la forza di una donna spumeggiante che si è fatta da sè, che si fa scudo con le sue passioni viscerali e che porta avanti lo stendardo del Cilento e delle sue eccellenze.
Ciao Paola, innanzitutto grazie per aver accettato di rilasciare questa intervista. Chi è Paola Passaro e come si descriverebbe a chi non la conosce?
Mi chiamo Paola Passaro e sono nata in un piccolo paesino cilentano, Giungano, e sono cresciuta in campagna dove i miei genitori, proprietari di un’azienda agricola, mi hanno inculcato la bellezza della campagna e delle sue ricchezze. Le scuole, svolte ad Agropoli e poi Salerno, mi hanno permesso di crescere soprattutto facendomi riflettere, tra varie esperienze, che la campagna e l’agricoltura, erano per me ossigeno. Nel 2012 inizio a conoscere e collaborare esternamente con la Coldiretti di Salerno, dove la mia grande passione per la ricerca del Buon cibo locale e di realtà agricola di nicchia e ricerca mi hanno portata ad essere eletta Vicepresidente di Donne Impresa della provincia di Salerno. Quattro anni intensi, arricchendo anima e dialettica oltre a rapporti umani con titolari di grandi e piccole realtà agricole. La grande scoperta di prodotti unici e invidiati da tutto il mondo mi ha avvicinata alla cucina, un hobby che oggi coltivo attraverso non solo corsi ma anche presentazione della mia cucina attraverso eventi enogastronomici e privati. Oggi sono un’Agrichef, corpo di cuochi contadini che proprio la Coldiretti ha sviluppato grazie a dei corsi nazionali, riconoscendo tali soggetti come portatori e trasformatori dei prodotti agricoli. Dal 2012 ho iniziato vari percorsi con i miei master of food di Distillati e Cereali, Formaggi, Birra e Vini, Corso di cucina cilentana, Cioccolato Artigianale e in ultimo Corso di Accoglienza Turistica. Sono al secondo Livello da Sommelier svolto dall’AIS e a breve inizierò il terzo livello: con il superamento dell’esame finale si diventa poi sommelier professionista.
Come è nata l’idea di diventare agrichef e di trasformare la tua passione in un lavoro?
Non sarà mai un lavoro ma una passione che mi permetterà di presentare il mio territorio a chi vorrà scoprire che in un piatto non c’è solo cibo, ma un buono e sano cibo preparato da chi del sua passione e della sua terra ne ha fatto una ragione di vita, emozionando non solo il palato,ma il cuore di chi mi conosce e mi conoscerà.
Progetti futuri?
I miei progetti futuri? Non li sveliamo, per scaramanzia, ma qualsiasi cosa accadrà, per me sarà sempre un modo per migliorare solo me stessa, augurandomi di non deludere mai chi mi ama.