L’Associazione Ambiente e Cultura Mediterranea ha sviluppato una interessante iniziativa sui temi della cultura mediterranea; la stessa si occupa da tempo di tutelare, valorizzare e diffondere saperi, storia e culture mediterranee con eventi di divulgazione sull’identità dei popoli del mare nostrum che si svolgono durante tutto l’anno in diverse cittadine dell’Italia meridionale ed anche in altre regioni e città del centro-nord. Da anni essa viaggia per immagini nel Mediterraneo alla scoperta del sapere che pubblica con i suoi editoriali mensili e la pubblicazione di specifici testi e focus mediterranei. Come Odisseo, da dieci anni ha navigato nel Mediterraneo senza approdare mai in nessuna isola.
Il suo approdo è stato il 25 settembre nella mediterranea Paestum ove è stato presentato il Premio di Cultura Mediterranea; la sede, appropriata e significativa, che ha accolto la manifestazione è stata la “Sala Cella” del Museo Archeologico Nazionale di Paestum resa disponibile per il carico intellettuale dell’evento dal Direttore Gabriel Zuchtriegel. La scelta è stata dettata dalla figurazione storica, archeologica e culturale di Paestum massimamente rappresentante dell’ellenismo greco assieme alle altre urbes della Magna Grecia.
Con il coordinamento di Bartolo Scandizzo, la celebrazione ha sviluppato un intenso dibattito sulla classicità mediterranea radice della filosofia, delle arti figurative, dell’architettura e della tragedia cui ha preso parte la direzione del Museo rappresentata dall’archeologo Francesco Scelza, dall’Assessore all’Agricoltura e Ambiente del Comune di Capaccio Ettore Bellelli, nonché da vari docenti delle Università della Campania tra cui Adelina Picone (Federico II), Monica Martelli Castaldi (Suor Orsola Benincasa), Maria Rosaria Senatore (Università del Sannio), Adriana Pedicini (Università della Terza Età di Benevento). Interessante l’intervento sulla rappresentazione simbolica della storia della musa Clio del giornalista-scrittore Vito Pinto, degli scultori Mariano Goglia e Dino Patroni, della giornalista Lucietta Cilenti, del critico d’arte Peppino Leone e di Tina Polisciano.
Gli elementi più significativi dei viaggi culturali nel Mediterraneo sono stati ampiamente tratteggiati da Maria Grotta, Vicepresidente dell’Associazione, e da Pasquale Pisaniello, consigliere per i rapporti con il mondo della cultura storico-letteraria. Italo Abate, Presidente, ha disegnato un profilo storico della cultura mediterranea, dell’attività decennale sviluppata e della necessità di fornire una ulteriore spinta espansiva alla stessa attivando un processo di storicizzazione delle attività svolte con la istituzione del Premio di Cultura Mediterranea: un riconoscimento storico-culturale che si ancora all’Uomo mediterraneo, alla bellezza dell’essere e ad un modo di ragionare sulle cose e sull’uomo.
Lo stesso è stato concepito come massima rappresentatività culturale mediterranea da assegnare ogni anno ad una personalità del mondo accademico che si sia distinta, in modo acclarato dalla società civile, per le sue ricerche, i suoi studi, approfondimenti ed espressione dei saperi e pensieri mediterranei, nonché per il ruolo che attualmente svolge in tale settore. Il riconoscimento nella sua prima edizione è stato intitolato a Predrag Matvejevićscrittore, saggista, protagonista del dibattito intellettuale europeo di cui si intende conservarne la memoria storica.
Il premio è stato affiancato come logo da una scultura in marmo rosso, già utilizzato dal Vanvitelli, dello scultore M. Goglia e, come riconoscimento, dalla figurazione su placchetta di fusione in bronzo figurante due colonne doriche del Tempio di Nettuno di Paestum dell’artista medaglista D. Patroni.
Alla presentazione seguirà l’assegnazione con cerimonia solenne il 5 novembre presso l’Università della Basilicata in seno a Matera 2019-Capitale Europea della Cultura con l’obiettivo di creare un’armoniosa fusione tra la cultura mediterranea e quella europea.
Trascriverà la musa Clio l’evento sulla sua pergamena della storia?