Come andare in montagna e chiedere di mangiare pesce o recarsi in riva al mare pregustando una grigliata di carne. L’acquolina in bocca di una sinergia tra Agropoli e Capaccio, o viceversa se a qualcuno non può piacere l’ordine in ossequio all’alfabeto, ha da sempre un sapore contrastante. Comunità che quotidianamente vivono insieme, al di là della continuità territoriale alle porte del Cilento, ma che raramente condividono sia gioie che dolori. Con tanto di progettualità solo accennate dai rappresentanti istituzionali di turno. Eppure le occasioni di collaborazione, soprattutto a tutela o per lo sviluppo dei servizi da offrire ai cittadini, non mancano. La chiusura dell’ospedale di Agropoli, la paventata realizzazione di una centrale biomassa a Capaccio e la non transitabilità da un anno della strada Cilentana gli esempi recenti di un abbraccio materializzatosi in gran parte solo con l’intesa tra i sindaci Franco Alfieri e Italo Voza. Per il resto ciascuno a casa sua a cercare di seminare in autonomia, per ottenere frutti a volte copiosi ed in altri casi inesistenti. Così via libera ai doppioni, con tanto di risorse finanziarie e progetti che potevano essere ottimizzati qualora fosse stata attivata una politica comune, ad esempio in materia di promozione turistica e infrastrutture. Quindi vicine e anche lontane sia Agropoli che Capaccio, surclassate da quanti invece hanno tratto forza dall’unità di intenti. Così l’ufficio del Giudice di pace chiude a Capaccio e viene messa in campo ogni azione nella cittadina dei templi per la riapertura quando ad Agropoli esiste analogo servizio. E se centinaia di migliaia di turisti raggiungono l’area archeologica a Paestum, poi sono dirottati altrove e del borgo antico di Agropoli mai conosceranno l’esistenza. A Capaccio manca un approdo via mare, come realmente è: ma si pensa ad una nuova infrastruttura come il porto canale e non a utilizzare il porto della vicina cittadina. Divisioni, tra l’altro, per nulla campanilistiche considerate che le ultime generazioni convivono senza alcun segnale di reciproca mal sopportazione che pure altrove sono frequenti tra cittadine confinanti. E nemmeno le rivalità politiche hanno segnato in maniera netta il confine tra Agropoli e Capaccio che negli anni, con alternanza, hanno potuto contare su rappresentati ai vari livelli istituzionali. Segno che la collaborazione non è nell’agenda o nei pensieri di molti e che ai piu’, tra l’indifferenza degli altri, concilia poter curare l’orticello locale. Con penalizzazione anche dell’intero comprensorio aggregato in Unioni dei comuni o Piani di zona differenti. Il risultato è che il territorio non ha capacità di attrarre investimenti ed offre il fianco a politiche di varia natura indirizzate altrove perché la pressione che giunge là dove si deve decidere si avverte in maniera maggiore. Così restano sulla carta l’ubicazione di un commissariato per garantire maggiore sicurezza, progetti unici da presentare in sede di Unione Europea per ottenere fondi e quel comune sentire che segnerebbe una migliore qualità della vita. Cosa fare? Scegliere una volta per tutte di abbandonare la via dell’inutile frammentazione degli interventi ossia confrontarsi tra cittadini e rappresentanti istituzionali sia di Agropoli che di Capaccio con schiettezza su tutte le vicende che hanno un comun denominatore. Con determinazione di traguardi comuni il cui raggiungimento non può essere affidato a differenti sistemi di raccolta dei rifiuti o di trasporto pubblico o di bonifica del litorale e quant’altro necessita sul territorio.
Trending
- Modelli internazionali per combattere lo spopolamento delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni
- 30 milioni alle scuole carcerarie, un emendamento alla Legge di Bilancio di Italia Viva
- Premio letterario “Crescere con le favole”, al via la 2° Edizione
- CGIL e UIL, sciopero generale per cambiare la manovra di bilancio
- 335 milioni per le palestre, una nuova cospicua ondata di denaro da destinare alla scuola
- Oggi, alla Camera, la presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Presente Valditara.
- “Il ragazzo dai pantaloni rosa” fra polemiche e ammonimenti
- #NoiSiamoLeScuole a Savona