“C’è una dato che non può essere ignorato: 160mila elettori alle primarie in Campania. Qualcuno puntava al caos, invece è stato smentito dalla correttezza e dal lavoro di migliaia di volontari. Bisogna avere più rispetto per la nostra comunità politica. Possiamo dirlo tranquillamente, oltre allo straordinario risultato di Vincenzo De Luca, ha vinto la Campania che ha dimostrato di essere una Regione alla pari delle altre, che non ha bisogno di sospensioni della democrazia ma di partecipazione dei cittadini. Hanno perso i gufi. Ora basta polemiche inutili, ci aspetta l’appuntamento più importante: vincere le elezioni regionali”. Così parlava Antonio Bruno, della segreteria provinciale Pd alla luce del successo di De Luca. Un finale pirotecnico per una partita che ha visto anime diverse scontrarsi in quel di Vallo della Lucania. Non dimentichiamo che è terra di Valiante, Antonio e Simone, e che De Luca è fresco di accordo con l’UDC di Luigi Cobellis, e questo s’è evidenziato dalla lamentela dell’onorevole Simone alla notizia di un Marcello Ametrano, vicesindaco vallese, molto attivo presso il seggio cittadino del Pd in favore di De Luca. A Vallo non ha trionfato de Luca, bensì Cozzolino. Ma le cose semplici nel partito e nella cittadina vallese non sono apprezzate, ecco perché alle passate amministrative il partito s’era spaccato in due: una parte con Aloia, l’altra con Romaniello. Non riuscendo a comporre una lista unitaria le due anime si sono divise, e non è detto che il futuro sia differente. Adesso, con la sbandierata dimissione dalla maggioranza di Molinaro – assessore Pd della squadra di Valiante – le cose si potrebbero ricomporre, ma capitano le primarie a guastare il tutto. Adesso, con De Luca vincente, tutto poteva rifiorire: peccato che l’ex sindaco di Salerno ha fatto patti con Luigi Cobellis: non proprio una festa quindi per i Valiante (ecco il perché della fuoriuscita del Molinaro) . Il tutto va condito con la sopracitata seccata lettera di Simone nella quale denuncia la presenza di Ametrano in salsa Pd. Un bel pasticcio per l’unità del partito. Alla prova dei fatti, adesso, la fuoriuscita di Molinaro dalla maggioranza dovrebbe far nascere delle risposte: la nomina da parte di Aloia del suo sostituto a un tassello importante come le Politiche sociali (in favore di Mauro D’Amato o di Carmelo Oricchio?), e poi: che farà ora Molinaro in consiglio comunale (tra l’altro è tanto che non viene convocato), voterà per la prima volta contro i suoi ex alleati o si asterrà dal parteciparvi, togliendo dall’imbarazzo il sindaco Aloia?