Provengono da tante parti d’Italia, d’Europa e, qualcuno, del mondo e si riuniscono, ogni anno, a Baronissi, una cittadina ad inizio della Valle dell’Irno, alle porte di Salerno. Sono i writings, artisti di strada, per un appuntamento che da 12 anni, grazie alla tenace iniziativa dell’Associazione Overline Jam e del Forum dei Giovani di Baronissi, con il patrocinio del locale Comune, ha reso questa località punto di riferimento importante per quella “arte di strada” (“street art”), che si manifesta in luogo pubblico, un’arte spesso illegale (altrove), ma “legalizzata” in questo piccolo Comune salernitano.
Nata nel 2008 con la denominazione di “Graffiti Street Art”, nel 2010 la manifestazione cambia il suo nome in “Overline”, diventato poi “Overline Jam”. Oggi certamente la jam Hip Hop di Baronissi è tra le più famose d’Italia.
Luogo delle performance artistiche è un grande muro (300 metri circa) a corona di strada in quello che viene chiamato “Parco della Rinascita”, ed ogni anno nel mese di luglio, per tre giorni, nuovi o abituali artisti di strada rinnovano l’aspetto di quel muro all’insegna dell’arte per promuovere lo spirito e la cultura “Hip Hop”, come momento di aggregazione, condivisione, cultura e creatività: ed è subito musicalità di colori, di linee, di immagini, di espressioni intime, proprie di un artista giovane che vede la città non solo come spazio di vita, ma anche di espressione.
Il tema di quest’anno era riferito all’età Preistorica. E i 40 artisti invitati, insieme a quelli giunti motu proprio, hanno dato vita alla più grande kermesse d’arte muraria creando e offrendo alla città di Baronissi una visione di pura libertà da richieste, condizionamenti, obblighi e orpelli vari. O forse no! Un sgradevole appendice, dopo i tre giorni di intenso lavoro, fanno ripensare alla parola “libertà”: la cancellazione di uno dei graffiti, non gradito da qualcuno, ha steso una cappa di disagio sull’evento. Una forma di censura d’arte certamente inconcepibile in una Repubblica Democratica e soprattutto in una nazione, come la nostra, che ha dato lezioni d’arte a tutto il mondo: non vi è un solo Museo al mondo che non abbia opere rinascimentali (e oltre) del genio italiano.
I fatti sono questi. Nel rispetto del tema assegnato dagli organizzatori, anche se giunto sua sponte, un artista salernitano che si firma Diga, ha ritenuto di rappresentare il suo periodo preistorico con la raffigurazione dell’evoluzione della specie umana disegnando due scimpanzé e “ultimo evoluto” il volto con barba, di profilo, di Matteo Salvini. Il tutto allusivamente completato con la scritta “49 milioni di anni fa”. Una performance intelligente, ricca di humor artistico, ironicamente piacevole, che avrebbe certamente attirato nella cittadina dell’Irno una frotta di turisti. Ma la cosa non è stata gradita dall’ex magnifico rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, già candidato alle scorse elezioni europee nella lista “Lega di Matteo Salvini”, che, poco magnificamente, si è preoccupato che il sindaco pieddino di Baronissi, Gianfranco Valiante, tollerasse un simile “affronto” ad un rappresentante delle istituzioni. E il sindaco pieddino, dal canto suo, si è preoccupato di non far dispiacere il già candidato europeo della “Lega”, facendo con prontezza cancellare il murales. Vera e propria censura per Diga, al quale, tutto sommato, è andata anche bene, perché non è stato arrestato e mandato al confino. Ma queste, per carità!, son cose che succedevano tantissimi anni fa, per l’esattezza una ottantina… erano altri tempi, vi erano altri regimi. O no!
A noi, piccoli osservatori di provincia, non resta che riandare ai vecchi ricordi di scuola, a quel Marco Tullio Cicerone che, giustamente, tuonava: “O tempora o mores”.