Aperta una breccia di luce con l’apertura di una breccia nella barriera di ferro che realizzata a “protezione” della Villa ricostruita sul sentiero che da San Marco porta Punta Licosa.
Allo stesso tempo sono stati rimossi i cartelli che indicavano il sequestro dell’area.
Pare che cosa stato un dissequestro parziale da parte dell’autorità giudiziaria.
Non osiamo pensare che la breccia sia stata il pegno per ottenere il dissequestro!
Se così fosse sarebbe una magra consolazione per i frequentatori abituali e non della stradina.
Chi si sposta a piedi lungo i sentieri del nostro territorio ha fatto il callo ad ogni tipo di bellezza ma anche a molti obbrobri di cui avremmo fatto volentieri a meno. In realtà, le bruttezze a cui dobbiamo sottostare risalgono a tempi relativamente “moderni” ma già datati agli ultimi decenni del secolo scorso quando si badava più a realizzare case e palazzine nuove con lo scopo di allargare il proprio confort o per dare una casa a figli e nipoti che a tutelare il territorio in cui questi manufatti venivano impiantati.
Oggi il concetto di bellezza, anche relativo alla realizzazione di case private inserite in contesti ambientali di pregio, è molto dilatato fino a toccare la sensibilità di chiunque abbia la disponibilità economica di investire per costruirsi o ristrutturare una residenza situata in un’area da favola. La legge lo consente, le risorse ci sono, altri lo hanno fatto …. Per cui nulla di strano nel vedere operai e mezzi all’opera.
Per quanto possa disturbare la sensibilità di chi si sposta in aree di pregio, resta fermo il diritto di chi è detentore di un casale, una stalla, una torre … a rendere abitabile e a godersi e far godere ai propri amici e parenti di un panorama mozzafiato esercitando un diritto ereditato fina dalla notte dei tempi.
Ma chi passa su una strada ed è abituato ad allungare lo sguardo oltre la villa situata a valle ha un suo diritto di poterlo fare senza per ciò essere considerato un intruso.
C’è una mediazione che, se accettata dalle “parti”, aiuta a capire le ragioni dell’uno e quelle degli altri.Ma ecco che un bel giorno, ci si trova a ripassare per la stessa strada, a camminare verso la stessa meta, alzare gli occhi verso lo stesso mare, incrociare lo stesso panorama … ed che si alza davanti a te una recinzione che ti costringe ad abbassare lo sguardo verso i tuoi piedi per evitare di farti violentare dalla barriera di ferro rinforzata da piastre di lamiera, tutto dipinto di nero. Si tratta di un pugno nello stomaco che ti intontisce, ti fa vacillare, ti rende soccombente nei confronti di tanto strapotere del diritto di essere padrone del terreno ma anche dell’aria che respiri, sei portato a trattenere il fiato per la paura di essere nel posto sbagliato al momento giusto per te.
Chi avrebbe dovuto far convivere i due diritti, quello del proprietario di proteggere la sua proprietà dall’intrusione di estranei e quello di chi si sposta in santa pace e ha il diritto per avanzare senza essere “stuprato” del suo diritto di vedere ostruito il guardare?
Evidentemente il comune di Castellabate!
Infatti, qui si parla del tratto di sentiero magico, sia per chi vi vie sia per chi vi transita, che parte da San Marco e porta a Punta Licosa dove c’è l’isolotto di Leucosya. Lungo questo, tratto dove si trovano decine di abitazioni di gente fortunata che può vedere e godere di un mondo fantastico, convivono da sempre anche le esigenze di tanti escursionisti, camminatori, turisti, podisti, ciclisti che non rinunciano a spostarsi da un posto all’altro per godere del panorama che si apre in modo diverso ad ogni curva, ad ogni squarcio della vegetazione, ad ogni risalita dei saliscendi che lo caratterizzano …
In uno di questi punti, da qualche mese, ecco che si erge uno sbarramento degno di miglior causa. Si tratta, evidentemente, di un’opera autorizzata dall’ufficio preposto alla verifica di impatto ambientale che concede le licenze edilizie, trovando congrue le argomentazioni poste alla base della richiesta da parte della proprietà.
Non sappiamo se chi ha autorizzato tutto ciò si è recato sul posto per verificare il risultato, né possiamo conoscere il pensiero del sindaco e degli altri amministratori dei Castellabate.
È però evidente la sproporzione tra i due diritti che andrebbero tutelati: quello alla riservatezza di chi vive nella villa e quello di chi passa a poter allungare lo sguardo verso l’infinito mare.
Basterebbe solo che si facessero smontare dalla ringhiera le piastre di lamiera che vi sono state bullonate. La recinzione, per quanto smisurata, risulterebbe accettabile come tutte le altre che pure sono state posate in opera nello stesso tratto di sentiero.