Con il protocollo d’intesa posto alla base di iniziative e progetti comuni per ottimizzare la spesa e massimizzare i risultati attesi dagli investimenti che dovrebbero esaltare le eccellenze delle due città turistiche
Franco Alfieri e Adamo Coppola rilanciano danno concretezza al l’idea di esaltare la complementarietà delle città di Capaccio Paestum e Agropoli,
I tentativi di avvicinare politicamente ciò che fisicamente più vicini non si può, ci sono sempre stati. Che non si sia andati oltre a sporadiche, per quanto significative, iniziative è altrettanto vero …
Eppure, osservando la realtà del territorio situato a sud del fiume Sele appare ovvio che mettendo in comune le potenzialità delle due realtà e individuando sinergie per impiegare in modo più efficace le risorse destinate ai servizi, in primo luogo, e alla promozione turistica in secondo, ecco che si intravedono ad occhio nudo risparmi e sinergie che non potrebbero che portare giovamento ai cittadini e alle imprese che operano sul territorio.
Vale la pena ricordare che le poche iniziative prese in campo turistico nel 2009 e 2010 promosse dal consorzio “Paestum in” e sostenute dai comuni di Agropoli e Capaccio con l’appoggio della Provincia di Salerno e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, restano ancora nella memoria collettiva:
- l’acquisto di oltre 600 biciclette distribuite in decine di hotel e strutture ricettive delle due realtà messe a disposizione dei loro ospiti restituirono immediatamente un’immagine delle due località turistiche come luoghi più vivibili per residenti e turisti
- l’attivazione del bus rosso scoperto, il Citysightseeing, che collegava in modo circolare le due realtà rese palese il fatto che il porto di Agropoli e l’area archeologica di Paestum, come tante altre peculiarità delle due città, erano complementari.
Oggi possiamo dire: “dove eravamo rimasti”?Con il protocollo d’intesa posto alla base di iniziative e progetti comuni per ottimizzare la spesa e massimizzare i risultati attesi dagli investimenti che dovrebbero esaltare le eccellenze delle due città turistiche
I tentativi di avvicinare politicamente ciò che fisicamente più vicini non si può, ci sono sempre stati. Che non si sia andati oltre a sporadiche, per quanto significative, iniziative è altrettanto vero …
Eppure, osservando la realtà del territorio situato a sud del fiume Sele appare ovvio che mettendo in comune le potenzialità delle due realtà e individuando sinergie per impiegare in modo più efficace le risorse destinate ai servizi, in primo luogo, e alla promozione turistica in secondo, ecco che si intravedono ad occhio nudo risparmi e sinergie che non potrebbero che portare giovamento ai cittadini e alle imprese che operano sul territorio.
Vale la pena ricordare che le poche iniziative prese in campo turistico nel 2009 e 2010 promosse dal consorzio “Paestum in” e sostenute dai comuni di Agropoli e Capaccio con l’appoggio della Provincia di Salerno e del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, restano ancora nella memoria collettiva:
· l’acquisto di oltre 600 biciclette distribuite in decine di hotel e strutture ricettive delle due realtà messe a disposizione dei loro ospiti restituirono immediatamente un’immagine delle due località turistiche come luoghi più vivibili per residenti e turisti;
· l’attivazione del bus rosso scoperto, il Citysightseeing, che collegava in modo circolare le due realtà rese palese il fatto che il porto di Agropoli e l’area archeologica di Paestum, come tante altre peculiarità delle due città, erano complementari.
Oggi possiamo dire: “dove eravamo rimasti”?
Con la deliberazione da parte della giunta del Comune di Agropoli del protocollo di intesa che dovrebbe favorire l’attivazione di progetti di sviluppo nei settori strategici di crescita del territorio che vedrà protagonisti Agropoli e Capaccio Paestum si tenta di riprendere il cammino.
Le premesse indicate all’interno della delibera ci sono tutte: «Le istituzioni locali hanno un ruolo centrale nelle politiche a supporto della crescita e della promozione territoriale, dello sviluppo delle imprese e del miglioramento della qualità della vita dei cittadini, ed il ventaglio di strumenti a disposizione dei Comuni per attivare azioni anche finanziariamente sostenibili, è ampio ma allo stesso tempo, articolato e complesso”.
Pertanto, considerato …
· che Capaccio Paestum ed Agropoli hanno importanti elementi in comune quali cittadine con più di 20mila abitanti, centri del commercio e sedi di importanti servizi la cui erogazione soddisfa anche i comuni limitrofi;
· che rappresentano due realtà limitrofe
· che insieme possono avviare progetti di sviluppo integrati e realizzare sinergie rispetto a tante tematiche che, per entrambi i Comuni, rappresentano una priorità per lo sviluppo socio economico delle loro comunità
· che Capaccio Paestum ed Agropoli possono e devono fare sinergia con i contesti di aggregazione di servizi già esistenti sul territorio, inserendosi in tutti i processi di sviluppo di respiro sovra comunale in quanto questo consentirà di avviare importanti interventi in vari settori, come quello delle infrastrutture per lo sviluppo, fino alla predisposizione di servizi sociali efficienti e attenti alle persone;
· che forme di coordinamento e di collaborazione tra comuni di piccole e medie dimensioni sono fondamentali nel sistema di svolgimento delle attività e di erogazione dei servizi, caratterizzati molto spesso da una struttura organizzativa, frammentaria e condizionata da rigidità di bilancio».
Su questa base ed anche su quanto potrà emergere da un confronto che potrà essere attivato a seguito della sottoscrizione ufficiale che avrà una evidenza pubblica, le tematiche elencate potranno essere aggiornate al fine di aprire la collaborazione al settore della mobilità sostenibile integrando il trasporto su gomma a quello su ferro (sono 5 le stazioni che servono i due comuni: Ponte Barizzo, Capaccio Scalo, Ogliastro Cilento e Agropoli).
Come diventerebbe utile muoversi all’unisono a livello di promozione turistica al livello nazionale e internazionale mettendo insieme le risorse destinate alla presenza nelle fiere.
Certamente non mancheranno i settori dove la “concorrenza” tra le due realtà rimarrà marcata, ma è evidente che dove è possibile e conveniente si dovrà procedere a marce forzate al fine di rendere operativa immediatamente la collaborazione ipotizzata.
Come accade ogni volta che si vuole dare una svolta in una realtà, anche in questa occasione si alzeranno critiche e prese di distanza dall’idea prospettata nel protocollo d’intesa. Il fatto che l’idea venga portata avanti proprio da due sindaci “agropolesi” non farà che rendere più ardua l’impresa. Peccato, però, che quando a capo del comune di Paestum i sindaci erano “autarchici” e nonostante diverse sollecitazioni che andavano in questa direzione, poco o niente è stato fatto puntando sull’autosufficienza ed esaltando la diversità senza mettere a “reddito” le situazioni convergenti e vantaggiose per entrambe le comunità.
Dalle prime iniziative, “riuscite” sono passati 10 anni, speriamo di non doverne attendere altrettanti per tradurre in fatti i buoni propositi scritti nero su bianco nel protocollo d’intesa.