Domenica 30 giugno, presso il Cineteatro Eduardo De Filippo, si è tenuto il saggio della scuola di danza “Motus Danza” di Capaccio Paestum, diretta dalla MaestraMaria Carmela D’Angelo. A chiusura dell’anno accademico tutte le allieve hanno dimostrato di essere perfettamente all’ altezza di un’importante esperienza da palcoscenico. Come di consueto il saggio si è articolato in più parti, quella tecnica, con la dimostrazione effettiva della crescita artistica delle giovani danzatrici dopo un anno di lavoro e quella moderna.
Lo spettacolo si è aperto con un grande e apprezzatissimo omaggio alla stella del Teatro della Scala di Milano, Roberto Fascilla, scomparso lo scorso gennaio all’età di 82 anni, riconosciuo nella storia ed in tutto il mondo, attraverso le musiche di Astor Piazzolla con un tango in punta eseguito dalle allieve.
Particolare anche il momento dedicato al repertorio di danza classica che ha visto la licenzianda Jessica Passaro nel suo “passo d’addio”, interpretando Raymonda, protagonista dell’omonimo balletto di repertorio.
Il moderno si è aperto con una mise-en-scène delle favole di Beatrix Potter.
A cogliere gli applausi copiosi del pubblico è stata l’ultima parte del moderno che ha visto la danza come strumento di denuncia e lotta per i diritti egualitari tra i sessi. La Maestra Maria Carmela ha scelto di aderire, con il saggio spettacolo 2019 di Motus Danza, al movimento “Dream Gap Project”, promosso dalla Mattel e diffuso in tutto il mondo. La famosa casa di produzione delle conosciutissime Barbies, ha affrontato uno studio di settore secondo il quale le bambine già dall’età di 5 anni cesserebbero di avere la convinzione di poter svolgere lavori riconosciuti come propriamente maschili. Una sfida dunque a colmare il divario che continua ad esserci tra le donne di tutto il mondo e i loro sogni. La danza in questo è maestra di sovvertimento di ruoli, una disciplina che non può essere affrontata se non con grazia e forza indipendentemente si tratti di un corpo maschile o femminile. La forza ricondotta agli uomini e la grazia ricondotta alle donne devono coesistere in qualisiasi danzatore, uomo o donna che sia.
Le coreografie espressive e toccanti, sono state intervallate da un voice over di parole che hanno commosso il pubblico. Scelta sapiente e fortunata, quella della direttrice D’Angelo a far impegnare attivamente le allieve attraverso le coreografie, edificante la mission di educare, fin dalla più tenera età, le giovanissime ballerine alla parità dei diritti.