La festa che non è una festa! Sto parlando dell’happening che si è consumato la sera di lunedì 1 giugno a piazza Santini di Capaccio Scalo dove il Franco Alfieri ha voluto incontrare il “popolo” che lo ha elevato al “soglio” di palazzo di città a Capaccio Paestum.
Via Italia è deserta di luci e i bar sono serrati con molti posti auto disponibili. È un lunedì che somiglia a tutti gli altri giorni della settimana fino al venerdì quando per il fine settimana quando la via Italia e l’intero corpaccione cresciuto intorno alla stazione ferroviaria si anima un po’ più.
L’appuntamento dato alla città è alle ore 21 come si può leggere sui manifesti, gli stand gastronomici allestiti per rendere “gustosa” la serata sono posti a corona della piazza di quello che un tempo veniva chiamato il “villaggio”,
La folla si accalca per consumare quel che c’è mentre sul palco sale i “Via Toledo” chiamati ad animare la serata.
Un gruppo di anziani da il via timidamente ai balli di gruppo e nuovi e vecchi protagonisti della vita politica capaccese si aggirano distrattamente incrociando gli sguardi e confrontando la serata con le altre che sono state vissute per lo stesso motivo: ogni sindaco eletto è stato acclamato al ritmo di musica, birra, mozzarelle e paste varie.
La festa avanza verso la notte sottotono. Il sindaco si muove sorridente tra la folla, saluta, abbraccia, bacia e incontra i suoi colleghi della chora venuti a rendergli onore: sono presenti i sindaci di Agropoli, Roccadaspide, Giungano, Trentinara, Monteforte …
Ovviamente in piazza ci sono i consiglieri eletti, quelli elevati al grado di assessori, l’intero staff che ha accompagnato Alfieri durante la dura campagna elettorale che gli ha ridato smalto politico e aperto una nuova prospettiva di impegno. Non si vedono in piazza molti dei candidati sconfitti e che non hanno trovato posto (ancora) nella struttura operativa della nuova amministrazione. Non sono stati mossi dalla curiosità nemmeno gli “sconfitti” che ancora non hanno digerito l’avvento dello “straniero”.
Sorridenti, invece, alcuni consiglieri dimissionari che defenestrarono Franco Palumbo la vigilia di Natale del 2018. Siedono insieme quelli che rimasero con l’ex sindaco di Giungano e quelli che lo lasciarono a piedi: un altro miracolo di Alfieri che è riuscito a far convivere sotto lo stesso progetto politico “vittime e carnefici”.
La festa che non è una festa! È un rito a cui ogni sindaco si è sottoposto. Franco alfieri ha tenuto toni molto bassi e un linguaggio molto prudente per abbattere i livelli di attenzione che di per sé già il caldo di questa estate ha ridotto al minimo storico.
Il video che racconta la cronaca dei circa 90 giorni di campagna elettorale dall’allestimento della sede alla serata del 9 giugno quando il ballottaggio ha fatto cadere mesi di tensione che Alfieri ha saputo gestire in modo inappuntabile pescando a piene mani nel suo repertorio di esperienze.
Anche l’intervento del sindaco, brevissimo, è improntato al realismo dell’impegno quotidiano profuso fino a questo momento nel predisporre gli atti a base del prossimo futuro.
“Ci vuole tempo” ripete una decina di volte Alfieri per preparare la gente ad una lunga marcia verso il “glorioso” divenire al quale è destinata la Città dei templi.
Il sindaco Alfieri è sorridente e sereno, promette che il cambiamento promesso sarà realizzato in ogni sua parte e ritorna a “bagnarsi” nella folla che riprende a ballare, consumare vivande e a brindare al suo passaggio tra gli stand, quasi a dimostrare “plasticamente” che non è un corpo estraneo che ha guadato il Solofrone.
Ci sarà tempo per capire quale sarà la prima mossa dell’”Alfiere” sulla scacchiera di un territorio assediato dai problemi, intanto, come accade da sempre in questa città, il sindaco potrà godersi la sua luna di miele estiva con la più bella storia che gli poteva capitare.